LA TAVOLA DI SAN GIUSEPPE E L'OLIO DI FLORA
La Casa de Vento - Newletter n° 10
La festa di S. Giuseppe
il rito della solidarietà contadina
l'occasione di ritrovata comunione
il ritorno della primavera e della vita
la sacralità dell'ospitalità e del cibo consumato insieme
l'usanza millenaria che non è stata intaccata dalla modernità L'inno alla Dieta Mediterranea con l'olio da olive, la pasta, il pane, le verdure ed i legumi grandi protagonisti
La grande tradizione della Tavola di S. Giuseppe rivive ogni anno, il 18 e il 19 Marzo, nella gran parte dei piccoli paesi del Molise, in particolare quelli del centro e del basso Molise.
La vigilia, soprattutto la sera, la visita delle case dove è allestito l'altare dedicato a San Giuseppe, il focolare acceso con le pignate di legumi in bella mostra e la Tavola bandita di ogni ben di Dio, in particolare di primizie, come gli asparagi e i germogli di pungitopo.
Era la tavola che i bambini del dopoguerra andavamo a guardare con gli occhi sbranati e la gran voglia di assaggiare.
La veglia intorno al camino con le orazioni e le litanie in onore di San Giuseppe. Il dono delle scarpelle ancora calde e l'assaggio di chicchi di granturco lessati o di legumi
Le 13 portate
(variazioni delle pietanze e dell'ordine delle portate in ogni paese)
1. antipasti di S. Giuseppe: alici o acciughe, fette di rosse arance condite con olio e zucchero; giardiniera di sottaceti con peperoni viola, uva, cavolfiori, olive ed asparagi verdi, carote rosse, pere tagliate a pezzetti e, a volte, anche uova sode e pezzi di mozzarelle
L'olio di Flora
entra, con il punteggio 7.5, nella Rassegna degli Oli Monovarietali,
il concorso promosso dall'Agenzia di Sviluppo della Regione Marche.
Un importante riconoscimento che va a merito della cultivar Gentile di Larino, l'olivo più diffuso nel Molise, e al suo territorio che è tanta parte dell'origine della qualità dell'olio.
La festa di S. Giuseppe
il rito della solidarietà contadina
l'occasione di ritrovata comunione
il ritorno della primavera e della vita
la sacralità dell'ospitalità e del cibo consumato insieme
l'usanza millenaria che non è stata intaccata dalla modernità L'inno alla Dieta Mediterranea con l'olio da olive, la pasta, il pane, le verdure ed i legumi grandi protagonisti
La grande tradizione della Tavola di S. Giuseppe rivive ogni anno, il 18 e il 19 Marzo, nella gran parte dei piccoli paesi del Molise, in particolare quelli del centro e del basso Molise.
La vigilia, soprattutto la sera, la visita delle case dove è allestito l'altare dedicato a San Giuseppe, il focolare acceso con le pignate di legumi in bella mostra e la Tavola bandita di ogni ben di Dio, in particolare di primizie, come gli asparagi e i germogli di pungitopo.
Era la tavola che i bambini del dopoguerra andavamo a guardare con gli occhi sbranati e la gran voglia di assaggiare.
La veglia intorno al camino con le orazioni e le litanie in onore di San Giuseppe. Il dono delle scarpelle ancora calde e l'assaggio di chicchi di granturco lessati o di legumi
Le 13 portate
(variazioni delle pietanze e dell'ordine delle portate in ogni paese)
1. antipasti di S. Giuseppe: alici o acciughe, fette di rosse arance condite con olio e zucchero; giardiniera di sottaceti con peperoni viola, uva, cavolfiori, olive ed asparagi verdi, carote rosse, pere tagliate a pezzetti e, a volte, anche uova sode e pezzi di mozzarelle
2. spaghetti con alici, noci, mollica di pane sfritta; spaghetti al tonno; vermicelli con sugo di baccalà e noci triturate
3. riso lessato e condito con olio extravergine di oliva; riso al sugo di baccalà; riso bollito nel latte, con zucchero, limone, vaniglia e cannella
4. portata tutta dedicata al baccalà: quello lesso condito con solo olio da olive; quello racanato (con molto origano) con patate cotte al forno, a cui si aggiungono anche uova, pomodori e mollica di pane; il baccalà in umido con cipolline fritte; quello impanato; il baccalà e cavolfiori racanati al forno
5 un piatto di frittelle di filetto di baccalà con la pastella
6. Cavolfiori semplicemente lessi o impanati, fritti e poi insaporiti con un composto di aceto, vincotto dolce e mandorle; cavolfiori con il baccalà, lessi e con diti con olio da olive; broccoli in umido o lessi e maritati con aringhe e econ acciughe
7. polpette di magro confezionate con la mollica di pane e uova, a volte si aggiunge del tonno
8. lessate di legumi; fagioli, lenticchie, piselli, ceci, fave e cicerchie, condite con abbondante olio da olive e cipolline fritte
9. la pezzenta, cioè una ribollita di legumi, sempre condita con olio da olive oppure solo lenticchie in umido con l'uvetta
10. l'impanata di peperoni sottaceto ripieni di mollica di pane, uva passa, alici e noci
11. l'agrodolce, mandorle tostate in crema di mosto cotto o vincotto a cui, a volte, si aggiunge un trito di noci oppure l'agrodolce si prepara con noci, mandorle e nocciole in vincotto con varie essenze, uva passa e cannella
12. i calzoni, rustici di pasta fatti a mezzaluna e ripieni di impasti di ceci e miele aromatizzato, con pezzettini di cedro e cannella. Ci sono in qualche luogo della devozione a San Giuseppe anche le ficurelle, frittelle ripiene di piccoli fichi e anche una serie di scarpèlle o scupèlle o scrippèlle fritte e spolverate di zucchero a ricordare il Natale
La Tavola è composta da La Sacra famiglia (Giuseppe, Maria e Bambin Gesù) più dieci altri invitati a rispettare il numero 13 dell'ultima cena.
Dopo il pranzo la recita delle preghiere prima di riaccompagnare i componenti de La Sacra famiglia nelle rispettive abitazioni, con un cesto pieno di pagnotte di pane e cibi rimasti.
Altre due momenti importanti di queste due giornate aperte al pubblico - tante altre in precedenza dedicate alla ricerca del cibo da parte della famiglia devota e alla preparazione di tutto quel ben di Dio che le portate raccontano - sono le offerte ai visitatori della cappella e, in alcuni posti, il culto dei falò accesi verso sera quale occasione per canti e balli, altre degustazioni con bicchieri di vino quale brindisi finale.
Dedichiamo il racconto delle portate di questa festa a tutti i ristoratori , in particolare i nostri amici de L'Olio di Flora, convinti di stimolare, con questa magnifica tradizione tutta molisana, ancor più la loro già ricca fantasia
Quest'anno la Festa di San Giuseppe capiterà
tra la prima e la seconda settimana di Quaresima che segna la Pasqua.
Una buona occasione per vivere le tavole di San Giuseppe e visitare il piccolo grande Molise
N. B. L'elenco delle portate è quello riportato nel libricino n° 9, Il "Convito" e la "Devozione" di San Giuseppe nella tradizione molisana, della Biblioteca Popolare Molisana - edizioni Emme 1998 - scritto da Enzo Nocera, uno straordinario cultore della cucina molisana, editore e scrittore
tra la prima e la seconda settimana di Quaresima che segna la Pasqua.
Una buona occasione per vivere le tavole di San Giuseppe e visitare il piccolo grande Molise
N. B. L'elenco delle portate è quello riportato nel libricino n° 9, Il "Convito" e la "Devozione" di San Giuseppe nella tradizione molisana, della Biblioteca Popolare Molisana - edizioni Emme 1998 - scritto da Enzo Nocera, uno straordinario cultore della cucina molisana, editore e scrittore
L'olio di Flora
entra, con il punteggio 7.5, nella Rassegna degli Oli Monovarietali,
il concorso promosso dall'Agenzia di Sviluppo della Regione Marche.
Un importante riconoscimento che va a merito della cultivar Gentile di Larino, l'olivo più diffuso nel Molise, e al suo territorio che è tanta parte dell'origine della qualità dell'olio.
A voi
l'augurio
di una
Santa Pasqua
dai 615 olivi de La Casa del Vento, L'olio di Flora e gli ospiti permanenti, gli amici Lina, Emma, Tobia, e il gatto Boss
di una
Santa Pasqua
dai 615 olivi de La Casa del Vento, L'olio di Flora e gli ospiti permanenti, gli amici Lina, Emma, Tobia, e il gatto Boss
Il "profumo" di questa pagina, così abilmente presentato, supera anche il ricordo di quando tutto questo si desiderava però ne esalta la nostalgia. L'impegno a tramandare tanta "grazia e cultura" sta proprio in quel desiderio in progetto "NON SOLO NOSTALGIA"!
RispondiEliminaMentre ricambio questo gradito augurio di una SANTA PASQUA, penso proprio a quanto utile ci viene la resurrezione di buoni sentimenti da tradurre in opere. Opere buone che non siano compassione ma valorizzazioni. Proprio come per "quell'Olio di Flora" che è si merito di chi lo ha voluto così puro e tale lo ha saputo presentare, condividendolo con cordialità ma è anche frutto genuino della madre terra che da sempre ci sostiene.
Auguri tutti voi della CASA DEL VENTO!
Carmine Lucarelli
oh, certo la terra, Carmine. Un abbraccio di auguri pasquale
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