Islam tra amore e terrore, migrazioni ed espansione. Forse è iniziata una nuova, grande guerra mondiale?
Questa è la minacciosa conclusione delle recenti tensioni, altissime, che si sono prodotte tra Arabia Saudita e Teheran.
Il mondo è diventato estremamente complicato : guerre infinite; disprezzo totale
della vita umana; feroce determinazione nell’uccidere i propri fratelli;
instabilità degli Stati e dei governi, e tumultuosi, improvvisi, rovesciamenti,
situazioni mutevolissime e cangianti; l’inconoscibile e turbolentissimo mondo
arabo nel cui interno, sin dalla morte di Maometto (Medina 8 giugno 632), si
sono prodotte, quasi ininterrottamente, violenze, contrasti e conflitti, l’Islam,
dividendosi in una serie di tribù e fazioni, tra cui le due principali :
sunniti (90% circa) e sciiti (poco più del 10%), e, comunque, in espansione
velocissima ed inarrestabile (sono, oggi, i mussulmani un miliardo e mezzo di
uomini e donne, ed anche le città europee pullulano di moschee e minareti).
Ad
aggravare la situazione contemporanea, già di per sé assai violenta e
compromessa, vi è la inquietante scoperta di un crescendo di cataclismi
climatici, inarrestabili, dovuti alle progressive immissioni di anidride
carbonica nell’atmosfera, tali da provocare un aumento del calore terracqueo,
che potrebbe essere devastante e non più reversibile; del clima e delle
condizioni di vivibilità sul pianeta, a cui gli Stati non sembra (vedi il semi
fallimento dell’incontro di Parigi del 30.11.2015) intendano porre severi
rimedi e naturalmente connessi sacrifici.
Gli esiti di tali fenomeni sono imprevedibili e,
intanto, sulla crosta terreste continuano lampi di guerra, incendi, scoppi, cui
si aggiunge un nuovo, terrificante incubo, quello nucleare.
I paesi che posseggono l’arma atomica,
migliaia e miglia di testate, sono numerosissimi : Stati Uniti, Russia, Pakistan, India, Cina, Corea del Nord (la più
minacciosa delle nazioni nuclearizzate), Iran (ormai quasi alla vigilia della
capacità di creare la bomba atomica, nonostante l’ultratrentennale contenimento
da parte delle nazioni occidentali della sua capacità di arricchimento
dell’uranio, Inghilterra, Francia e, persino, l’Italia nelle sue basi di Aviano
e di Ghedi (Bs) ne possiede alcune centinaia, anche se non di proprietà italiana
ma statunitense e della Nato.
Le basi sono dappertutto : aeree, terrestri, navali, sottomarine, pronte a scatenare un
incendio planetario, dopo di che non rimarrebbero che deserti atomici e la speranza
di riapparizione, dopo millenni, della specie umana, capace di ricominciare i
conflitti, magari con clave e bastoni e forse con le recuperabili mazze da
baseball, per ricominciare il perenne fratricidio.
Tutti questi fenomeni, riguardanti il degrado
climatologico, in realtà non si erano mai verificati in precedenza (anche se
tantissimi se ne verificarono nelle ere primordiali, tanto che alcuni scienziati
parlano, oggi, di una nuova era (dall’Olocene, iniziato 11,700 anni fa
all’Antropocene, appena iniziato)).
Altro problema, anche se suggestive e
promettenti ne sono le previsioni, è la trasformazione radicale delle comunicazioni (la c.d. era digitale), che
vengono beffardamente utilizzate anche nelle guerre odierne e nella
criminalità, più o meno organizzata.
A complicare il quadro dei fattori
destabilizzanti degli equilibri, si aggiungono la mutevolezza delle opinioni
politiche, la fluttuabilità dei Governi, che, oggi, stanno mettendo,
addirittura, in pericolo il tentativo di conquistare l’Unità dell’Europa (Stati
Uniti d’Europa), già romanticamente prevista da Vincenzo Cuoco (Il Platone in
Italia), da Altiero Spinelli e Sandro Pertini (Manifesto di Ventotene) e che
stava faticosamente, ma progressivamente, in costruzione dall’epoca concreta
dei trattati di Roma (1957), cui collaborarono De Gasperi, Martino, Schuman, Spaak,
Adenauer ed altri, la cui unità, oggi, è messa gravemente in pericolo anche a causa
delle tumultuose migrazioni e mescolanze etniali che stanno avvenendo
nell’interno di essa.
Fenomenali gli eventi dei biblici spostamenti
di masse umane disperate, povere, che fuggono da guerre e conflitti, verso
l’interno dell’Europa, nei confronti delle quali le nazioni non sanno ancora
che politiche adottare : accoglienza
o respingimento.
Le conseguenze sono imprevedibili, improvvise
.
Basti pensare a quanto è accaduto a Colonia, ad
Amburgo, a Salisburgo, ed in altre città svizzere, dove, nella notte di San
Silvestro, si sono verificati, impensabili attacchi di migliaia di migranti contro
donne tedesche, avvenimenti che possono accadere naturalmente in un qualsiasi
contesta e in una qualsiasi città europea.
L’elenco dei fattori negativi dell’era
antropocena, potrebbe essere infinito :
basti pensare all’avvelenamento dell’aria, del suolo, del mare, del cibo con
riflessi sull’avvelenamento dell’uomo e sulla sua stessa mutazione genetica.
Mettersi in ascolto di tutte quante queste
componenti, che sono probabilmente troppo pessimistiche, ma che però il
martellante tam tam delle comunicazioni
nazionali e internazionali non smettono
di mettere in evidenza, rendono la vita dell’uomo particolarmente intristita,
terrorizzata, desolata, solitaria.
E’ vero che vi sono stati altri momenti terribili nella
storia umana, le cui radici furono sempre le paure millenaristiche (mille e non
più mille), in cui la umanità ebbe sempre terrore di finire in un vuoto
assoluto ed irreversibile, ma quanto è accaduto nel 900, e sta accadendo
anche in questo tormentatissimo inizio
del secolo XXI, presenta connotati davvero terrificanti.
l’Islam, oggi, è una religione amplissima (1
milardo e mezzo di uomini e donne): occupa buona parte del mondo :l’intero
Medio Oriente, buona parte dell’Africa orientale e settentrionale, le
Filippine, la Malesia ,
gli Stati Uniti d’America, l’America del Sud, l’Europa, dove le ciclopiche
migrazioni di massa, avventurose, irresistibili e talvolta selvagge, stanno
islamizzando i Paesi Europei, nonostante i tentativi, confusi e contraddittori
degli stati europei o di resistere ( attraverso reticolati e muri), o di
accoglierle.
Fiumane gigantesche di persone, come nei
periodi dei grandi esodi, delle diaspore, delle povertà e delle disperazioni,
si stanno muovendo, in condizioni spesso disastrose e mortali, da un luogo
all’altro del mondo e, in particolare verso Europa, mettendone in crisi Stati e
Governi, che non sanno, come abbiamo detto, come affrontare e come porre
rimedio a questi tragici esodi, contro cui ancora nessuno è riuscito a trovare
una idea salvifica ed umanamente vincente.
Sono milioni oramai i mussulmani insediati in
Europa e, in particolare in Germania: nascono in ogni dove moschee e minareti
(esili ed altissimi, quasi a volere raggiungere il cielo, quasi a volere
competere con le cattedrali gotiche di
un tempo : probabile l’emulazione dei più recenti minareti nati a Colonia, con
la grande stupenda cattedrale gotica della città renana) .
Impressionanti le acrobazie di quei lombi
piegati, quasi a confondersi con i preghierini, sui quali si genuflettono, per invocare il solo Dio
Maometto, l’ultimo profeta messaggero di
Dio (Allah), quasi a dimostrare al mondo degli “infedeli” (cioè ai Cristiani), la intensità della loro fede), e altrettanto
impressionanti sono gli struggenti lamenti dei Muezzin, dall’alto dei Minareti,
praticamente le campane cristiane.
La citata variegata natura delle fazioni
islamiche, divise fra due corpi fondamentali : sunniti (ancora quasi il 90%) e sciiti, è fonte di continui
scontri che oggi naturalmente si estendono, tout
court, attraverso spettacolari attacchi al mondo occidentale, all’Europa e agli
Stati Uniti, nei quali continenti la vita degli uomini è messa costantemente in
pericolo, e le abitudini di vita sono incessantemente modificate perché sotto
attacco.
Non si vive più tranquilli.
Al centro di tutta la grande contesa – focolaio
e ombelico di tutte le guerre - vi sono
Israele e la Palestina
e al centro del centro è nata, come un corpo focomelico, devastato e
devastante, di cui abbiamo più volte ed ampiamente parlato, l’ISIS o Daesh,
sotto la guida dell’autoproclamatosi califfo al-Baghdadi, che sta seminando terrore
nella zona centrale del medio oriente e nella parte così detta occidentale del
mondo, attraverso barbare, spettacolari decapitazioni ed ostentazioni sul web
delle vittime, oltraggiate, combinate in
modo schiavistico con tuniche di tela rossa, inginocchiate sotto la terribile
minaccia di una pistola sul capo o di un coltello da macellaio sul collo.
Benchè il Califfo (che nella storia
dell’Islam significa il capo Supremo dell’Islam e discendente diretto di
Maometto) stia perdendo colpi, a causa della perdita di alcuni importanti territori
iracheni (come i pozzi petroliferi e la grande diga tra il Tigre e l’Eufrate - diga
di Mosul -) nella speranza che il tramonto dell’esercito islamico sia effettivo,
le devastazione rimangono troppo ampie e le ferite già inflitte ai valori
dell’occidente, alla sua cultura, all’arte, alla storia, all’establishment delle sue idee e delle sue
filosofie, rimangono profonde e non
rimarginabili.
La turbolenza nell’interno del mondo arabo,
già difficile per la sua storia, succintamente sopra raccontata, è aggravata dalle
contese tra Iran e Arabia Saudita, con le sue feroci regole sulle condanne a
morte, essenzialmente dovute al mercato del petrolio, che continua a scendere a
causa di sottigliezze mercantili ed emulative e che stanno per provocare una
vera e propria guerra dalle conseguenze davvero imprevedibili.
E, intanto, le stragi, ad opera del c.d.
stato islamico, non cessano : tra le ultime : la Scuola di San Bernardino in
California, Istanbul, Giacarta e naturalmente chissà quante altre ancora, in avvenire.
Franco
Cianci
Commenti
Posta un commento