Da Matera un segnale di riscossa per i territori olivicoli del Mezzogiorno
I discorsi di Papa Francesco hanno fatto presa. La prima tappa di Girolio ha riportato al centro del ragionamento non il Pil, il business, il denaro, ma il progetto, la voglia di fare e di costruire il domani
L’altra fine settimana ero a Matera, la città de “I Sassi” patrimonio dell’umanità e prossima (2019) capitale europea della cultura, a vivere, nella veste di presidente onorario dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, la tappa inaugurale di Girolio d’Italia ed a dare il saluto ai partecipanti all’Assemblea ordinaria dell’Associazione che, grazie all’Enoteca italiana e al suo presidente Margheriti, ho avuto la gioia di far nascere a Larino nel Molise 21 anni fa.
Tante le sensazioni e le emozioni provate e, non meno, le riflessioni stimolate da due giorni d’intenso dibattito che ha visto, tra i tanti protagonisti, la presenza dei droni, che ho avuto modo di toccare con mano per la prima volta e avere, così, la sensazione di toccare il futuro, in particolare della nostra agricoltura che, di queste innovazioni, ha profondo bisogno per continuare a svolgere il suo ruolo di fonte di cibo per l’umanità.
Avevo già visto Matera, una sola volta tanti anni fa, il tempo necessario per ammirare “i Sassi”. L’ho ritrovata splendida, pronta ad affrontare il grande appuntamento del 2019, quando si presenterà con il suo vestito più bello, quello di città capitale europea della cultura, conscia di aver battuto Siena, riconosciuta città campione della cultura mondiale. Non è solo quello che vedi girando a dirtelo, ma il clima che si respira e non solo nei pressi de “i Sassi”.
Girolio d’Italia ha scelto un luogo simbolo per abbassare la bandierina e dare il via alla sua prima tappa, la Cava, un buco enorme ricavato dall’estrazione del materiale che serviva a edificare “i Sassi”, e lì accogliere i suoi numerosi ospiti insieme con il grande pubblico degli appassionati di olio e olivi. Riporto solo i nomi degli intervenuti: il neo Sindaco di Matera, Raffaele De Ruggieri; il Presidente della Camera di Commercio e coordinatore delle Città dell’olio della Basilicata. Angelo Tortorelli; la Regione Basilicata, con il suo Dipartimento Agricoltura e Foreste, guidato dall’Assessore Luca Braia e dal suo più stretto collaboratore, il dirigente generale, Giovanni Oliva; il presidente e il direttore delle Città dell’Olio, Enrico Lupi e Antonio Balenzano, con i numerosi soci dell’Associazione provenienti dalle 18 regioni olivicole italiane (fra poco ci sarà anche il Piemonte con la sola Val d’Aosta fuori per mancanza di olivi); il relatore esperto di marketing del territorio, Carlo Cambi, che ha parlato del paesaggio olivicolo; i ricercatori e i tecnici che hanno presentato i droni e, infine, ma non certamente ultimi, il dirigente del Mipaaf, Pasquale Giuditta, l’On. Maria Antezza, in rappresentanza del Parlamento, quale membro della commissione agricoltura della Camera dei Deputati e, in rappresentanza del Governo, il vice Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’on. Andrea Olivero, che, con le sue interessanti conclusioni, ha chiuso un dibattito ricco di spunti e di speranze per la nostra agricoltura e la sua olivicoltura.
Il piacere di rincontrare e salutare, dopo Girolio di due anni fa a Bitonto, il prof. Michele Mirabella, il popolare conduttore di Elisir cui era stato affidato il compito di moderatore dell’incontro “Le vie dell’Oro giallo”.
Per me che vivo da tempo, come in un crescendo, il vuoto della politica e il rumore assordante degli annunci e dei comizi, soprattutto riferiti all’agricoltura ed al territorio, la tappa di Girolio mi ha riportato indietro nel tempo, quando al centro del ragionamento non c’era solo il Pil, il business, il denaro, ma il progetto, la voglia di fare e di costruire il domani. Non solo i droni presenti, ma anche i discorsi volavano verso il futuro e, per uno come me, che ha il Mezzogiorno nel cuore e il Mediterraneo nell’animo, portavano gli antichi profumi.
Non c’è da scomodare il grande poeta contadino di questa terra, Rocco Scodellaro, e, neanche, il pittore e scrittore che questa terra ha dovuto vivere dimostrando di averla capita e amata. Il loro ricordo ben presente nelle profonde sale di Palazzo Lanfranchi, la sede del secondo incontro della tappa di Girolio, che ha visto la presentazione de La Carta di Milano e l’Assemblea ordinaria delle Città dell’Olio. Basta riprendere il canto di uno dei suoi figli più autentici, Mango, il cantante morto di recente che, con Mediterraneo, invita a sedersi e a “gettare lo sguardo oltre gli ulivi” per “un Mediterraneo da vedere… da scoprire…da mangiare… da pregare".
Se a Matera e nel suo territorio c’ero stato solo una volta, in Basilicata, soprattutto nella Val d’Agri e nel Vulture, grazie all’Aglianico, ci sono capitato spesso ed ho ritrovato il mio Molise, popolato anch’esso dagli antichi popoli dell’Italia centrale, gli Osci.
Una Basilicata, riprendendo Mango, certamente da vedere, mangiare, scoprire, pregare. Sì, pregare che il suo territorio, con il suo passato ricco di cultura e di storia, i suoi ambienti e i suoi paesaggi, la sua ruralità e le sue tradizioni, cioè le vere ricchezze di una miniera a cielo aperto, sia davvero (la mia sensazione) riposto nelle mani di uomini e donne che pensano al domani di quest’unico vero tesoro che un tipo di sviluppo, non a caso fallito, tiene nascosto come sotto una coltre di nebbia.
In questo senso devo dire che i discorsi di Papa Francesco, in particolare la sua Enciclica, hanno fatto presa sulla gran parte dei relatori a dimostrazione che il chicco di grano, non rubato dalle multinazionali e che ancora qui si coltiva, si riproduce e la sua farina serve a creare paste e quella bontà unica che è il “Pane di Matera”, eccellenza Igp.
Girolio mi ha offerto queste e altre riflessioni, in particolare quelle, altrettanto belle, che riguardano l’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio che, nelle mani di Enrico Lupi da oltre 15 anni, ha raggiunto la maturità ottenendo non pochi risultati - soprattutto di ordine culturale - tutt’importanti per i territori olivicoli e l’olio. Sono anni, i ventuno trascorsi, segnati da una costante crescita e la conquista di un ruolo, soprattutto nel campo della comunicazione al servizio delle politiche del comparto olivicolo.
Il fatto che Girolio d’Italia, la più grande manifestazione di comunicazione e promozione dell’olio in Italia, che, nei prossimi sei mesi toccherà le regioni italiane, si sia colorata di Expo, con la comunicazione e diffusione de La Carta di Milano, è un primo segnale del ruolo prossimo delle Città dell’Olio con le tante potenzialità che è in grado di esprimere.
Un ruolo che serve a una politica olivicola, oggi dotata di un piano, che ha bisogno, già a partire dalla raccolta ormai prossima, di una pronta rinascita per il bene de: i territori vocati alla qualità e alla diversità; il settore a cui appartiene il comparto; il consumatore del mondo, che ha sempre più bisogno dell’olio, per la sua salute, e degli olivi, per vivere le emozioni dei suoi meravigliosi paesaggi.
Tante le sensazioni e le emozioni provate e, non meno, le riflessioni stimolate da due giorni d’intenso dibattito che ha visto, tra i tanti protagonisti, la presenza dei droni, che ho avuto modo di toccare con mano per la prima volta e avere, così, la sensazione di toccare il futuro, in particolare della nostra agricoltura che, di queste innovazioni, ha profondo bisogno per continuare a svolgere il suo ruolo di fonte di cibo per l’umanità.
Avevo già visto Matera, una sola volta tanti anni fa, il tempo necessario per ammirare “i Sassi”. L’ho ritrovata splendida, pronta ad affrontare il grande appuntamento del 2019, quando si presenterà con il suo vestito più bello, quello di città capitale europea della cultura, conscia di aver battuto Siena, riconosciuta città campione della cultura mondiale. Non è solo quello che vedi girando a dirtelo, ma il clima che si respira e non solo nei pressi de “i Sassi”.
Girolio d’Italia ha scelto un luogo simbolo per abbassare la bandierina e dare il via alla sua prima tappa, la Cava, un buco enorme ricavato dall’estrazione del materiale che serviva a edificare “i Sassi”, e lì accogliere i suoi numerosi ospiti insieme con il grande pubblico degli appassionati di olio e olivi. Riporto solo i nomi degli intervenuti: il neo Sindaco di Matera, Raffaele De Ruggieri; il Presidente della Camera di Commercio e coordinatore delle Città dell’olio della Basilicata. Angelo Tortorelli; la Regione Basilicata, con il suo Dipartimento Agricoltura e Foreste, guidato dall’Assessore Luca Braia e dal suo più stretto collaboratore, il dirigente generale, Giovanni Oliva; il presidente e il direttore delle Città dell’Olio, Enrico Lupi e Antonio Balenzano, con i numerosi soci dell’Associazione provenienti dalle 18 regioni olivicole italiane (fra poco ci sarà anche il Piemonte con la sola Val d’Aosta fuori per mancanza di olivi); il relatore esperto di marketing del territorio, Carlo Cambi, che ha parlato del paesaggio olivicolo; i ricercatori e i tecnici che hanno presentato i droni e, infine, ma non certamente ultimi, il dirigente del Mipaaf, Pasquale Giuditta, l’On. Maria Antezza, in rappresentanza del Parlamento, quale membro della commissione agricoltura della Camera dei Deputati e, in rappresentanza del Governo, il vice Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, l’on. Andrea Olivero, che, con le sue interessanti conclusioni, ha chiuso un dibattito ricco di spunti e di speranze per la nostra agricoltura e la sua olivicoltura.
Il piacere di rincontrare e salutare, dopo Girolio di due anni fa a Bitonto, il prof. Michele Mirabella, il popolare conduttore di Elisir cui era stato affidato il compito di moderatore dell’incontro “Le vie dell’Oro giallo”.
Per me che vivo da tempo, come in un crescendo, il vuoto della politica e il rumore assordante degli annunci e dei comizi, soprattutto riferiti all’agricoltura ed al territorio, la tappa di Girolio mi ha riportato indietro nel tempo, quando al centro del ragionamento non c’era solo il Pil, il business, il denaro, ma il progetto, la voglia di fare e di costruire il domani. Non solo i droni presenti, ma anche i discorsi volavano verso il futuro e, per uno come me, che ha il Mezzogiorno nel cuore e il Mediterraneo nell’animo, portavano gli antichi profumi.
Non c’è da scomodare il grande poeta contadino di questa terra, Rocco Scodellaro, e, neanche, il pittore e scrittore che questa terra ha dovuto vivere dimostrando di averla capita e amata. Il loro ricordo ben presente nelle profonde sale di Palazzo Lanfranchi, la sede del secondo incontro della tappa di Girolio, che ha visto la presentazione de La Carta di Milano e l’Assemblea ordinaria delle Città dell’Olio. Basta riprendere il canto di uno dei suoi figli più autentici, Mango, il cantante morto di recente che, con Mediterraneo, invita a sedersi e a “gettare lo sguardo oltre gli ulivi” per “un Mediterraneo da vedere… da scoprire…da mangiare… da pregare".
Se a Matera e nel suo territorio c’ero stato solo una volta, in Basilicata, soprattutto nella Val d’Agri e nel Vulture, grazie all’Aglianico, ci sono capitato spesso ed ho ritrovato il mio Molise, popolato anch’esso dagli antichi popoli dell’Italia centrale, gli Osci.
Una Basilicata, riprendendo Mango, certamente da vedere, mangiare, scoprire, pregare. Sì, pregare che il suo territorio, con il suo passato ricco di cultura e di storia, i suoi ambienti e i suoi paesaggi, la sua ruralità e le sue tradizioni, cioè le vere ricchezze di una miniera a cielo aperto, sia davvero (la mia sensazione) riposto nelle mani di uomini e donne che pensano al domani di quest’unico vero tesoro che un tipo di sviluppo, non a caso fallito, tiene nascosto come sotto una coltre di nebbia.
In questo senso devo dire che i discorsi di Papa Francesco, in particolare la sua Enciclica, hanno fatto presa sulla gran parte dei relatori a dimostrazione che il chicco di grano, non rubato dalle multinazionali e che ancora qui si coltiva, si riproduce e la sua farina serve a creare paste e quella bontà unica che è il “Pane di Matera”, eccellenza Igp.
Girolio mi ha offerto queste e altre riflessioni, in particolare quelle, altrettanto belle, che riguardano l’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio che, nelle mani di Enrico Lupi da oltre 15 anni, ha raggiunto la maturità ottenendo non pochi risultati - soprattutto di ordine culturale - tutt’importanti per i territori olivicoli e l’olio. Sono anni, i ventuno trascorsi, segnati da una costante crescita e la conquista di un ruolo, soprattutto nel campo della comunicazione al servizio delle politiche del comparto olivicolo.
Il fatto che Girolio d’Italia, la più grande manifestazione di comunicazione e promozione dell’olio in Italia, che, nei prossimi sei mesi toccherà le regioni italiane, si sia colorata di Expo, con la comunicazione e diffusione de La Carta di Milano, è un primo segnale del ruolo prossimo delle Città dell’Olio con le tante potenzialità che è in grado di esprimere.
Un ruolo che serve a una politica olivicola, oggi dotata di un piano, che ha bisogno, già a partire dalla raccolta ormai prossima, di una pronta rinascita per il bene de: i territori vocati alla qualità e alla diversità; il settore a cui appartiene il comparto; il consumatore del mondo, che ha sempre più bisogno dell’olio, per la sua salute, e degli olivi, per vivere le emozioni dei suoi meravigliosi paesaggi.
di Pasquale Di Lena
TEATRO NATURALE pubblicato il 16 luglio 2015 in Tracce > Italia
TEATRO NATURALE pubblicato il 16 luglio 2015 in Tracce > Italia
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