IL “MOLICASEUS” DELLA SCUOLA DEL GUSTO
il dirigente Santella |
Sebastiano Di Maria |
Un mondo complesso,
ricco di storia e di cultura e, nel caso del Molise, di antiche tradizioni e usanze,
come quella della transumanza che, nel corso di millenni, ha reso il Molise una terra di passaggio in
quell’andare e tornare (trac-tur) alla ricerca del cibo, dell’alimento, quale
primaria energia per gli animali come per l’uomo.
Serena Di Nucci |
Dalla transumanza alle
stalle a stabulazione fissa; dall’agricoltura contadina a quella industriale,
soprattutto alla vigilia della fine delle quote latte decisa dall’Europa che
aprirà a forti concorrenze con il rischio di profondi mutamenti dello scenario
della zootecnia italiana, in particolare dei piccoli e medi allevamenti e della
trasformazione artigianale; dalla
qualità e biodiversità che caratterizzano i nostri territori alla uniformità di
prodotti e alimenti che la scelta obbligata della quantità da parte dell’industria
produce.
Altrettanto interessante
il discorso sul marketing e quello sul turismo con un chiaro riferimento alla
manifestazione più importante dell’anno, che avrà inizio a Maggio a Milano, l’Expo,
con le sue luci e le sue ombre che i ritardi stanno rendendo ancora più spesse.
Un inizio, quello del
terzo appuntamento con la Scuola del Gusto pensato e organizzato da Sebastiano
Di Maria, con il patrocinio dell’Istituto Agrario “San Pardo” di Larino e la
sponsorizzazione dell’Atm, l’azienda di trasporto del Molise, all’insegna dei
giovani che ieri sono stati i veri protagonisti. Parlo di Serena Di Nucci, da
poco meno di un anno tornata dal Piemonte con la laurea dell’Università di
Pollenza, che ha impressionato per la proprietà del linguaggio e la capacità di
rendere chiari temi per niente facili. Poi i professori, Simone Iocca,
insegnate dell’Istituto tecnico Agrario di Larino, e Angelo Presenza dell’Università
“G. D’Annunzio” di Chieti - Pescara.
Una riflessione
scaturita dal convegno è quella del valore e del significato del territorio che
ha bisogno, in un Paese, l’Italia, e in una Regione, il Molise, di diventare
sempre più patrimonio comune se si vuole avere la forza e la capacità di
salvarlo da chi lo vede tutt’uguale dal nord al sud e solamente oggetto di
speculazione e non di identità, qualità, storia , cultura, tradizioni.
I tempi sono scaduti, ma
se siamo in grado tutti di far crescere la consapevolezza che il territorio è
un bene comune e non una proprietà privata, possiamo sperare di farcela a lasciare
ai giovani il solo bene di cui hanno bisogno per sognare e costruire il domani.
Angelo Presenza |
Simone Iocca |
pasqualedilena@gmail.com
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