Altri tagli alla sanità
Ben 4 miliardi in meno
con la legge di stabilità 2015 che, aggiunto il miliardo e sessantacinque milioni
ereditato dal 2013, fanno oltre cinque miliardi e mezzo. Dicono che c’è ancora qualche
altro miliardo da essere preso in considerazione. Si guardano bene dal toccare
i privilegi, i patrimoni, e, così, si aggrappano alla salute dei cittadini,
cioè ai più deboli e bisognosi se uno pensa ai tanti anziani, molti dei quali
soli.
Sta tutto nella logica
neoliberale del sistema, quella che dice che solo chi ha i soldi può essere
curato, nel momento in cui al centro del vivere civile non c’è più l’uomo ma i
quattrini. Ecco perchè quando senti dire a gran voce la parola “riforma”, devi
preoccuparti e capire che essa, in pratica, vuol dire taglio delle conquiste, democratiche
e sociali, ottenute con le lotte dei cittadini, in particolare dei cittadini
lavoratori che, per i renzini e i berlusconini, sulla base delle direttive
emanate dai loro padroni, devono essere
sconfessati, maltrattati, umiliati.
E alla testa di questa
tremenda campagna delle riforme c’è un partito, il Pd dei Veltroni, degli
Amato, dei Fassino, dei Ciamparino, delle Serracchiani (ha detto, con la solita
bella faccia tosta, che i miliardi tolti alla sanità non sono tagli del governo
ma rinunce da parte delle Regioni!), fino a ieri, dei Cofferati, e di altri
vecchi comunisti e socialisti, stampelle degli altrettanto vecchi democristiani
e, ancor più, dei poveri padroni, nostrani e internazionali, sempre più
affamati.
Un esempio per far
capire a te che hai bisogno di democrazia e di servizi, soprattutto a te che
paghi le tasse per non averli, che la parola “riforma”, un tempo importante,
oggi è solo una grande fregatura per quelli che ne hanno davvero più bisogno, in
primo luogo il Paese.
E, così, se si aggiunge
la perdita di fette importanti di territorio, procede senza soste la
rottamazione, quella vera mai annunciata e spiegata, che riguarda proprio il Paese.
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