LE CITTA’ DELL’OLIO, UN SOGNO
Voglio raccontare anche
a voi il sogno che ho raccontato lo scorso venerdì agli amici presenti alla
manifestazione dei venti anni dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio,
organizzata magnificamente da Assunta D’Ermes, nella veste di vicesindaco e
vice coordinatore delle città dell’olio del Molise, per conto del Comune di
Larino.
Venti anni da quel 17 dicembre del 1994, il giorno della Costituzione dell’Associazione a Larino davanti all’allora Sindaco di Larino, Alberto Malorni, che ha prontamente sposato l’idea, e altri 32 bravi amministratori di comuni ed enti, in gran parte molisani, con Ro Marcenaro, il bravissimo disegnatore di Piacere Molise e mio amico, a scoprire l'olivina che è tutt'ora il logo delle Città dell'Olio.
C’erano anche, nella
Sala consiliare ai piani alti del Palazzo Ducale, i sindaci e gli
amministratori di oggi delle Città dell’Olio, ma anche di ieri, come Nicola D’Ascanio,
che è stato il primo a portare l’adesione di Montenro di Bisaccia; Pasquale
Pizzuto, socio fondatore con Colletorto; Michele Pangia, allora sindaco di
Rotello. C’erano, con Vincenzo Notarangelo sindaco di Larino, il Presidente e il
Direttore dell’Associazione nazionale, Enrico Lupi e Antonio Balenzano; il
coordinatore delle città dell’olio del Molise, nonché sindaco di Venafro,
Antonio Sorbo; il direttore del Gal Innova plus che ha sede a Larino, Giovanna
Lepore, che, dopo la modifica dello statuto dell’Associazione, è il primo Gal, com’è
primo il Parco degli ulivi di Venafro, a far parte della grande squadra delle
Città dell’Olio.
con me, il presidente Carlo Antonini e il Sindaco di Larino Alberto Malorni |
Venti anni da quel 17 dicembre del 1994, il giorno della Costituzione dell’Associazione a Larino davanti all’allora Sindaco di Larino, Alberto Malorni, che ha prontamente sposato l’idea, e altri 32 bravi amministratori di comuni ed enti, in gran parte molisani, con Ro Marcenaro, il bravissimo disegnatore di Piacere Molise e mio amico, a scoprire l'olivina che è tutt'ora il logo delle Città dell'Olio.
Un’idea nata subito dopo le mie dimissioni
(1993) da direttore dell’Associazione nazionale delle Città del Vino, che, con
L’Enoteca, avevo organizzato e promosso a Siena nel giorno della primavera del
1987.
Un’esperienza esaltante
quella da me vissuta, per oltre cinque anni, con le città del vino, a fianco di
sindaci e amministratori capaci, prima della Toscana e del Piemonte, poi di
ogni regione italiana. Cinque e più anni che avevano maturato e fatto crescere
in me il significato e il valore del territorio in quanto origine; fonte dei
caratteri di qualità e di tipicità che, se valeva per il vino, aveva lo stesso
significato per tutti gli altri mille prodotti testimoni dei mille territori di
questo nostro fantastico Paese.
Le dimissioni le avevo
date soprattutto per far fronte agli impegni crescenti, nella mia veste di
Segretario generale, dell’Ente Mostra Vini – Enoteca Italiana di Siena. E'
bastato poco tempo a farmi sentire il bisogno di non rimandare, ancora una
volta, il mio sogno di dare un simile strumento anche all’olio, il prodotto a
me più caro, quale figlio di una città, Larino, che trova le sue radici proprio
nell’olivo. Una città che deve tanto a questa pianta meravigliosa, da sempre
qui “gentile”, e non solo, visto che è la sola città al mondo ad avere ben tre
varietà, che portano il suo nome, a testimoniare l’origine.
Dopo aver avuto il
benestare del mio Presidente Margheriti mi sono messo a progettare
l’Associazione che, una volta realizzata, ha avuto anche il significato di una
mia dedica al Molise e a Larino. Volevo dare al primo quell’immagine che non
ha, tanto da far dire a qualcuno che “non esiste”, e, alla mia città, la voglia
di vivere e rivivere il suo ruolo di capitale, ieri dei Frentani e oggi
dell’olio, dando spazio a altre idee vincenti come l’Olivoteca d’Italia e
l’Università dell’Olivo e dell’Olio del Mediterraneo, la "Città del Gusto
molisano".
Un sogno questo,
purtroppo mai realizzato, per colpa mia che non sono riuscito a spiegarlo ai
sindaci ed agli amministratori succeduti a Malorni, e, così, coinvolgere altri a crederci e, con
me, a provarci per ripagare questa terra, oggi in grande difficoltà, che ha però
tutto per volare alto con la sua storia, i suoi paesaggi, le sue tradizioni, la
sua agricoltura.
Grazie a molisani come i
presidenti delle due provincie e delle due Camere di Commercio, Chieffo e
Preziosi, Colavita e Angelaccio, a personaggi come Pellegrino e Conti di
Isernia e, principalmente, ai venti sindaci e più, Larino ha visto nascere, con
Carlo Antonini, sindaco di Trevi, primo presidente, l’Associazione Nazionale
delle Città dell’Olio, e diventare, anche se per un periodo breve di tempo, la
sua prima sede.
Nel corso di poco tempo,
la sede è passata a Siena con il sogno che ha cominciato a camminare, prima con
Carlo Antonini e, poi, con Enrico Lupi, che da oltre quindici anni presiede l’associazione
con grande capacità e dignità, tanto da renderla, non solo strumento di quella
crescita culturale che sta portando allo scoperto un mondo complesso e
affascinante come quello dell’olio, ma punto di riferimento delle politiche
nazionali, europee e mediterranee. Quelle politiche che servono per dare all’olio, proveniente solo
da una semplice spremitura di olive, la
qualità dell’origine, il valore aggiunto della storia, dell’ambiente, del
paesaggio, delle tradizioni e, soprattutto della biodiversità, quella
olivicola, che dà all’Italia un primato mondiale.
Un patrimonio enorme la
biodiversità, essenziale per l’olio
italiano se vuol vincere la competizione sempre più agguerrita sul mercato
globale e, così, superare i rischi che corre l’olivicoltura italiana in mancanza
di un piano e di una strategia di marketing, un vuoto che diventa ancor più profondo
dopo la tremenda annata 2014.
La diversità
dall’Oliveto Italia, con la possibilità
di un’offerta di una vasta gamma di tipologie di olio dalle ricche e preziose
peculiarità, è la sola vera grande risposta al processo crescente di quell’appiattimento
del gusto promosso dalle industrie. È la
carta vincente che l’Italia ha in mano, tutta da giocare e senza perdere altro
tempo.
L’associazione Nazionale Città dell’Olio, frutto
di un sogno e, soprattutto forte di una storia di venti anni ricca di
straordinari risultati, ha quanto è necessario per dare a questa carta vincente,
che io indico nell’Olivoteca d’Italia, lo
strumento e l’opportunità che permette di comunicare un mondo, quello
dell’olivo, con la sua biodiversità.
Grazie Città dell’Olio e
lunga vita a te, ai nostri meravigliosi territori più ricchi di bontà; ai
nostri bravi olivicoltori e trasformatori; ai nostri deliziosi oli che, con le
peculiarità dei differenti caratteri, sono in grado di confezionare le risposte
che servono al consumatore, in particolare quello più esigente, di oggi e di
domani.
pasqualedilena@gmail.com
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