UNITA’ E DIALOGO PER PROGRAMMARE IL DOMANI DELL’OLIVICOLTURA MOLISANA E NAZIONALE
Trasformare in
opportunità le difficoltà della raccolta 2014 che, nel Molise, sta per finire. Una raccolta segnata da
una pesante perdita di produzione con la
qualità che non riesce a toccate i livelli di eccellenza. Sono, questi ultimi
due elementi, le ragioni di una situazione molto delicata per il futuro del
comparto e l’immagine stessa degli oli molisani. Non più rinviabile un piano
del comparto e una strategia di marketing da mettere nelle mani di persone
capaci e non improvvisatori.
Anche il Molise paga a caro prezzo la perdita di raccolta
delle olive che, si può pensare, sarà pari al 50% della produzione dell’altro
anno.
Davvero un “anno nero” per la più importante coltivazione
arborea regionale e quella fascia collinare che nell’olivo ha un alleato sicuro.
Un alleato, sia per ciò che riguarda la presenza di piccole e medie aziende, impegnate
a mantenere viva l’agricoltura e a dare una parte del reddito ai coltivatori,
che per la salvaguardia e tutela ambientale e paesaggistica e il mantenimento
di attività legate alla trasformazione, promozione e commercializzazione
dell’olio.
Sono molti gli olivicoltori, piccoli e grandi, che, in mancanza
di una produzione minima per organizzare il raccolto, non l’hanno neanche
iniziato.
Le ragioni di una annata molto scarsa di quantità e, per
fortuna, sufficiente per qualità, trova le sue ragioni nelle avversità
atmosferiche e andamento climatico con le piogge, l’umidità e, anche, il freddo
nel momento della fioritura e nella prima parte dell’estate, seguito poi da un
lungo periodo di caldo. Un andamento che ha dato spazio a generazioni ripetute
della mosca olearia, con attacchi continui difficili da gestire.
Una situazione non facile quella che si è venuta a creare,
che sarebbe un grave errore sottovalutare, proprio perché molto delicata per il
futuro del comparto e l’immagine stessa degli oli molisani, con la possibilità
di esporli a fenomeni fraudolenti e a speculazioni che non hanno alcun
significato se non quello di punire il valore di un prodotto. Una qualità -
nella generalità dei casi - buona, anche se non eccelsa, per i mille territori
molisani che, da secoli, la sanno esprimere insieme con la tipicità, grazie a una
diversità di oli ricca di ben 18 varietà di olive, con la “Gentile di Larino”
rappresentativa di un terzo dell’oliveto Molise.
Una situazione ancor più delicata e difficile per la mancanza
di un piano olivicolo nazionale e regionale e, con esso, di una strategia di marketing
capace di mettere a disposizione dei produttori quel valore aggiunto che serve
a fare nuovi investimenti, e, dare così continuità e futuro all’olivicoltura
italiana e, in particolare, a quella molisana.
Certo, la frammentazione aziendale e l’individualismo esasperato degli olivicoltori, non sostenuti da unità di azione dei piccoli come dei grandi produttori, completano e aggravano il vuoto di una programmazione che, per l’olivicoltura, è ancor più necessaria di altri comparti. Basti pensare alla difficile e complessa situazione della produzione mondiale di olio e del mercato dello stesso, con la Spagna che, grazie all’acquisizione delle nostre più grandi e più conosciute aziende, sempre più padrona di un mercato che, in fatto di qualità, è sempre stato sotto il controllo dell’olio italiano.
Certo, la frammentazione aziendale e l’individualismo esasperato degli olivicoltori, non sostenuti da unità di azione dei piccoli come dei grandi produttori, completano e aggravano il vuoto di una programmazione che, per l’olivicoltura, è ancor più necessaria di altri comparti. Basti pensare alla difficile e complessa situazione della produzione mondiale di olio e del mercato dello stesso, con la Spagna che, grazie all’acquisizione delle nostre più grandi e più conosciute aziende, sempre più padrona di un mercato che, in fatto di qualità, è sempre stato sotto il controllo dell’olio italiano.
C’è bisogno, parlando del Molise, di una visione strategica
chiara e puntuale da parte della Regione e di un maggior coinvolgimento dei
produttori e degli operatori del comparto, per sbloccare l’olivicoltura e renderla protagonista di quell’effetto
trascinamento che serve a mettere in buona luce anche gli altri prodotti
dell’agricoltura regionale.
C’è urgente bisogno di una forte unità d’azione e di dialogo
tra produttori e trasformatori e tra questi due soggetti e le istituzioni, in
primo luogo la Regione. In pratica, c’è la necessità di cogliere questa
sfortunata annata e, se si ha la forza
di agire prontamente e la voglia e la capacità di pensare al domani, trasformarla
in opportunità.
pasqualedilena@gmail.com
INVITO
Venerdì 31 Ottobre 2014 sala consiliare del Comune di Termoli
Incontro - dibattito
INVITO
Venerdì 31 Ottobre 2014 sala consiliare del Comune di Termoli
Incontro - dibattito
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