LARINO HA BISOGNO DI METTERE INSIEME LE SUE ANIME PER NON MORIRE
Una Banca, soprattutto in questa fase di crisi, ha il polso della situazione di una realtà e, quindi, è da credere che sa che non ha più senso, oggi e ancor più domani, spendersi per Larino, una città che muore ogni giorno.
Muore con la chiusura
dell’ospedale, decisa da tempo e accelerata dalla scelta di una sanità privata
a scapito di quella pubblica; la perdita del Tribunale, grazie a Renzi e ad un
suo Ministro che usa le forbici al posto del cervello; il declassamento del
polo scolastico per giochi di potere locale e scelte politiche provinciali e
regionali; l’annunciata chiusura della Riveco per mancanza di commesse; la
crisi dell’agricoltura.
Una crisi, quella del settore primario dell’economia, per la
verità non di finanziamenti, ma di uso errato degli stessi, che, mentre
affamano i coltivatori e li costringono ad abbandonare la terra in modo da
facilitare un uso diverso da quello di produrre cibo, favoriscono le politiche
assistenziali sempre più funzionali a chi, senza soluzioni di continuità, vuole
controllare politicamente ed economicamente il mondo agricolo e renderlo, così,
oggetto di scambio di voti con chi governa, oggi come ieri, la regione e
l’agricoltura.
C’è, a mio parere, una sola soluzione per porre riparo a
questo precipitare di Larino ed è quella che il sistema fallito continua a
negare con tutte le sue forze, la partecipazione.
Solo la partecipazione, le idee, il sogno, sono in grado di
trovare la soluzione adatta a bloccare questo precipitare di una situazione
che, se passa ancora tempo, sarà difficile se non impossibile bloccare. Solo la
voglia di sapere, conoscere e fare, può dare quella risposta positiva che serve
anche al Molise, nel rispetto della sua autonomia e della sua identità. Sono
sempre più, purtroppo, quelli che parlano di questa nostra Regione per sentito
dire, o, anche, per mancanza di tempo e voglia di piegarsi per raccogliere in
un pugno la terra e degustarne i sapori e stare lì, per un attimo, fermi ad
aspettare il vento che porta in giro i suoi profumi.
Soluzioni che devono impegnare la politica e la classe
dirigente (locale, regionale e nazionale) a metterle in atto per salvare una
città che serve al Molise, alla sua autonomia e identità, al suo futuro.
pasqualedilena@gmail.com
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