La scomparsa di Giuseppe Politi

piango la perdita del presidente Giuseppe Politi, da me molto stimato e amato. Un grande dolore la notizia della scomparsa di un caro amico che ho avuto modo di frequentare negli ultimi anni grazie a due progetti da lui condivisi: l'Olivoteca d'Italia (il nome è suo), che stavo per realizzare alla Di Vaira con un primo contributo del Ministero delle politiche agricole poi rimandato indietro dall'attuale presidente della fondazione; la Maratona del Gusto e delle Bellezze d'Italia, il progetto dato a Casa Italia Atletica e che ha visto la Cia partner principale grazie proprio all'entusiasmo del suo presidente. Poi la profonda gratitudine per la presentazione, da lui voluta a Roma nella sede della Cia, del mio libro "Agricoltura e Territorio". Il mondo contadino ha bisogno di vedere realizzato il sogno di Politi, l'unità, e il Paese ha bisogno dei suoi insegnamenti per riportare l'agricoltura al centro dello sviluppo economico. Allego il messaggio  di cordoglio della Cia-Confederazione italiana agricoltori nelle parole dell'attuale Presidente nazionale dell’organizzazione Dino Scanavino

“Con Giuseppe Politi perdiamo un uomo che ha segnato in maniera tangibile l’agricoltura italiana ed europea degli ultimi dieci anni. Aveva un sogno, realizzare l’unità della rappresentanza agricola nel nostro Paese. La Confederazione tutta, dirigenti, funzionari ed iscritti, piange una grande persona, un grande Presidente e per me un grande amico”. Con queste parole, l’attuale presidente nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, dà notizia della prematura scomparsa di Giuseppe Politi. Nato a San Pietro in Lama nel 1950, Politi è stato Presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori dal 2004 al febbraio del 2014. “Il suo è stato un impegno costante e incisivo teso a tutelare i redditi degli agricoltori, a valorizzare il ruolo dell’impresa agricola nel contesto economico e produttivo, ma anche far crescere il settore e con esso l’intero sistema agroalimentare.

            A Politi vanno riconosciuti, in particolare, due grandi meriti: l’autoriforma della Confederazione italiana agricoltori, che ha portato gli imprenditori agricoli alla guida dell’Organizzazione e la nascita di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane dell’agroalimentare.

Sono stati due obiettivi che ha sempre ricercato con fermezza e ostinazione. Su essi, negli ultimi anni, aveva accentrato tutta la sua azione sindacale. Il loro conseguimento ha rappresentato, per Politi, motivo di grande soddisfazione, che non ha mancato di sottolineare, nella VI Assemblea elettiva del 2014 della Cia che lo ha visto lasciare la presidenza proprio a me.

L’autoriforma della Cia ha rappresentato per Politi un traguardo indispensabile fin dal suo insediamento alla presidenza confederale nel luglio del 2004. Da allora ha costruito tassello dopo tassello il cambiamento. Nel febbraio del 2010, con la V Assemblea elettiva, si è realizzata la svolta storica per l’Organizzazione che ha avuto l’ultimo atto finale proprio con l’Assemblea del febbraio 2014.

Anche Agrinsieme è stato un obiettivo che Politi ha avuto sempre nella mente. Per lui l’unità del mondo agricolo era un’esigenza fondamentale per gli agricoltori e per l’agricoltura. Raccogliendo l’insegnamento dello storico presidente della Cia Giuseppe Avolio, battutosi con energia per l’avvio di un concreto processo unitario, si è mosso in un’ottica ben precisa: quella delle convergenze e dell’azione comune. Un primo deciso passo in questo senso è stata la grande manifestazione del novembre 2005 a Bologna, dove più sigle sindacali agricole scesero in piazza per reclamare più attenzione nei confronti del settore primario. Lo stesso slogan (“Con l’agricoltura per lo sviluppo del Paese. Insieme per le imprese agricole italiane”) dimostrava che la scelta di Politi aveva chiare finalità: aggregare il mondo agricolo e cooperativo per rafforzare il potere contrattuale del comparto e dare prospettive certe agli agricoltori del nostro Paese.

L’impegno di Giuseppe Politi per l’unità del mondo agricolo è stato chiaro nella quarta Assemblea elettiva della Cia del 2006 (dove viene eletto per acclamazione) che si svolse, appunto, sotto la parola d’ordine “Patto, Unità, Reddito”. E gli anni che seguirono sono stati segnati da tappe importanti, ma anche da insuccessi. Ma Politi è andato avanti imperterrito, sempre alla ricerca dei traguardi prefissati. La nascita nel gennaio 2013 di Agrinsieme, di cui è stato coordinatore per un anno, è stata la sua sfida vinta.

            Giuseppe, ovviamente, non si è limitato solo a questi due pur importanti obiettivi. La sua azione è stata a trecentosessanta gradi. Ha tessuto importanti relazioni a livello europeo e internazionale. Soprattutto nell’Ue ha svolto un impegno di spessore e si è battuto con tenacia per tutelare gli interessi degli agricoltori. Nell’ultimo anno, pur colpito dalla malattia, ha cercato con determinazione di contribuire alla costruzione di una riforma della Politica agricola comune (Pac) adeguata ai cambiamenti e alle necessità delle imprese. Non si è fermato davanti a nessun ostacolo. Si è attirato anche critiche, ma ha proseguito con tenacia e con coraggio. La Cia esprime commozione e vicinanza alla moglie Vittoria, ai figli Enrica e Luca, alla amata nipotina Bianca e a tutte le persone a lui vicine”. 

           

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