DAL MOLISE UNA RIFLESSIONE SUI RISULTATI DEL XIX BIOL, IL CONCORSO INTERNAZIONALE OLI BIOLOGICI
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Quattro oli biologici sui 425 oli in gara (record di
partecipazione) di 17 Paesi diversi, di cui 13 con oli premiati; Italia (185,
di cui 35 medaglie ExtragolGold e 7 SIlver); Israele (1 Gold); Libano (1 Gold);
Portogallo (6, di cui 3 Extravergine, 1 Gold, 2 Silver); Slovenia (4, di cui 3
Extragold e 1 Gold); Spagna (12, di cui 4 Extragold, 6 Gold e 2 Silver);
Tunisia ( 2 Silver); Turchia (1 Silver); Usa/California (4, di cui 1 Extragold,
1 Gold e 2 Silver).
Ma c’è di più, stiamo parlando di un Premio internazionale,
Biol, che riguarda un’ulteriore specificità, il metodo di coltivazione
biologico che sta ottenendo un’attenzione sempre più crescente e un mercato
sempre più florido che riguarda più importanti paesi del mondo.
Per l’olivicoltura italiana, soprattutto per il Molise,
l’olio biologico è un fatto naturale, visto che è diffuso ovunque, molto di più
di quanto risulta dalle statistiche ufficiali.
Per il Molise, ma non solo, anche per il resto delle Regioni,
questo successo dell’olio biologico apre a una riflessione se si vuole
affermarlo in modo deciso sul mercato, convincere il consumatore ed avere dal
mercato, insieme con il successo, quelle risposte di reddito che si aspettano i
produttori.
C’è bisogno di coinvolgere sempre più gli olivicoltori per
ampliare il quadro degli oliveti riconosciuti a coltivazione biologica e di
farlo per dar vita a una squadra, in modo da esprimere tutta la forza che serve
alla comunicazione e alla commercializzazione di questo prodotto. C’è da
credere che il mercato dell’olio extravergine, quello delle scansie alte
riservate a prodotti di prestigio, darà sempre più spazio all’olio biologico,
come pure all’origine della qualità e alla specificità degli oli mono varietali,
che noi abbiamo.
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