Città dell’Olio, da 20 anni l’impegno nella tutela dell'extravergine italiano

 da ITALIAATAVOLA
L’associazione nazionale Città dell’Olio ha celebrato alla Camera dei Deputati i suoi 20 anni di impegno nella valorizzazione del patrimonio olivicolo italiano e nella promozione delle cultura dell’olio extravergine

ROMA - L’associazione nazionale Città dell’Olio celebra i suoi vent’anni di attività di promozione nella valorizzazione dell’olivicoltura italiana e della cultura dell’extravergine, prodotto principe dell’agroalimentare di qualità. Lo ha fatto alla Camera dei Deputati proprio mentre nella sede istituzionale si svolgevano le consultazioni per il nuovo governo. Una circostanza significativa perché ci si attende dal nuovo esecutivo una particolare attenzione per i problemi del mondo agricolo che chiedono centralità. Il successo del nostro agroalimentare nel mondo è in continua crescita e in particolare lo è quello dell’extravergine, che paga la sua eccellenza con i più numerosi tentativi di imitazione e di contraffazione.

da sinistra: Maria Antezza, Enrico Lupi, Massimo Sani, Susanna Cenni e Colomba Mongiello
Nella foto, da sinistra: Maria Antezza, Enrico Lupi, Luca Sani, Susanna Cenni e Colomba Mongiello.

A fare gli auguri per il ventennale dell’Associazione e al suo presidente, Enrico Lupi, c’erano il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Luca Sani, e le parlamentari Susanna Cenni, Maria Antezza e Colomba Mongiello, promotrice della cosiddetta legge “salva olio”, che ha portato all’inasprimento delle sanzioni per frodi e contraffazioni e nuove norme su etichettatura e marchi ingannevoli. A coordinare gli interventi è stata la giornalista enogastronomica Marzia Morganti Tempestini.

Il presidente Enrico Lupi ha illustrato gli obiettivi raggiunti ma anche i tanti impegni futuri che uniscono in una comune progettualità i 350 soci. L’ultimo che ha appena aderito è il comune di Lucca. L’associazione Città dell’Olio è nata nel 1984 a Larino, nel Molise, per iniziativa di pochi che avevano compreso il valore culturale ed economico dell’olio, tra cui Pasquale di Lena (a cui è stato tributato un calorosissimo applauso). Oggi opera in 18 regioni dedicandosi alla formazione di una coscienza collettiva che sconfina in temi come la crescita sociale ed economica dei territori, la tutela dell’ambiente e della conservazione del paesaggio fino ai benefici della dieta mediterranea e alla gastronomia.

«Questo anniversario - ha detto Lupi - è l’occasione per fare il punto sulle politiche regionali in materia di olivicoltura in un’ottica di programmazione futura. Ma anche per comunicare e raggiungere gli obiettivi e le finalità di valorizzazione dei territori olivicoli, nonché offrire momenti di riflessione sulle sfide che ci aspettano. Una di queste è l’Expo 2015, al quale ci avvicineremo con un’edizione speciale di “Girolio d’Italia”, dilatata da marzo a ottobre. Tra i temi su cui ci concentreremo quello strategico del riconoscimento del Paesaggio Olivicolo a Patrimonio dell’Umanità, perché un olivo monumentale o un territorio possono diventare un valore aggiunto per l’agricoltore ed evitare l’abbandono dei territori per scarsa redditività». Le conseguenze sono l’offesa al paesaggio e il rischio di dissesti idrogeologici di cui l’incuria è la prima causa.

Sono 56 i siti olivicoli italiani nella Tentative List dell’Unesco e molti produttori ricevono ogni anno il Premio per il Miglior Oliveto come realtà più virtuose. Auspicata anche la realizzazione di un piano olivicolo nazionale di cui si parla da anni per consolidare e migliorare il settore in un’ottica di competitività e nel rispetto della sostenibilità ambientale. Tra gli obiettivi già realizzati, le 14 edizioni di “Bimboil”, in collaborazione con il ministero delle Politiche agricole, che hanno coinvolto 75mila bambini di 800 scuole italiane, e il Turismo dell’olio innescato dalle 4 edizioni di Girolio ha interessato 1.500 produttori nelle 59 tappe.

Un altro progetto dell’associazione delle Città dell’Olio è il “Forum Dieta Mediterranea” che si svolge a Imperia in collaborazione con Promimperia e che coinvolge ReCOMed, la rete delle Città dell’Olio del Mediterraneo a cui fanno capo 12 Paesi: un network che ha permesso all’Associazione di vincere il bando comunitario del Progetto ENPI MedDiet. Molti gli altri progetti intrapresi o realizzati con partners: Degustolio, Sirena d’Oro, Andar per Frantoi, Olio Capitale di Trieste, Fiera dei Siti Unesco di Assisi, Premio Montiferru ed Ercole Olivario ed altri.

Se poi nei ristoranti si sta diffondendo la carta degli oli Dop è anche merito dell’Associazione, pronta a vincere anche la battaglia della “bottiglietta antirabbocco” per scoraggiare le sofisticazioni anche a tavola. Tra gli impegni del ventennale è anche quello di diffondere ancor più la comunicazione sul web e attraverso i social network.

Il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani, ha esaltato la centralità dell’olivicoltura di qualità nel nostro agroalimentare tanto apprezzato nel mondo. «La nostra produzione caratterizzata dalla grande varietà di cultivar è un patrimonio che va custodito e promosso - ha detto - e l’Associazione Città dell’Olio che promuove gli extravergini a marchio Dop rappresenta un presidio insostituibile a garanzia della qualità».

Anche per l’on. Susanna Cenni l’olio è un prodotto prezioso che va ben oltre il settore l’agroalimentare, ha valenza paesaggistica e contribuisce alla crescita dell’economia. «La sua tutela - ha detto - e la difesa da forme pesantissime di contraffazione, nonché il sostegno ai produttori sono stati un impegno forte nei venti anni di attività dei vostri soci. Usciremo dalla crisi anche dando nuova centralità ai nostri alimenti di qualità, ad un paesaggio che resiste di fronte ai mutamenti climatici garantito da corrette pratiche agricole, ad attività economiche e ambientali capaci di investire sulle nostre peculiarità certamente non delocalizzabili. Difendere l’olio è tutto questo».

Nella crisi attuale, per l’on. Maria Antezza l’agricoltura può essere volano di sviluppo economico più che in passato e offrire la presenza imprenditoriale di giovani e di donne come nuova opportunità, compreso il significativo ruolo della cooperazione.

Infine, per l’on. Colomba Mongiello valorizzare l’olio è una missione istituzionale: «Dobbiamo tutelare questo bene - ha detto - per evitare l’abbandono degli oliveti e per produrre di più. Nel 2013 abbiamo importato oltre 400mila tonnellate di chissà quale olio, contro le 880mila prodotte da noi. L’Italia può proporsi al mondo come patria della sicurezza alimentare».

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