VOGLIONO AIUTARE IL MOLISE DISTRUGGENDO IL SUO TERRITORIO

da Greenreport - pasquale di lena
 

Un progetto industriale della Granarolo, l’azienda bolognese impegnata nella produzione e distribuzione del latte, importato da un parlamentare molisano, Sen. Roberto Ruta e fatto proprio dal centro sinistra che governa la regione Molise, se realizzato cancella di fatto il Molise, la più giovane regione italiana grande poco più di 4.000 Km², di cui il 54% montano e il 46% collina,

 

Si tratta di una "stalla/asilo" per 12.000 (dodicimila!) capi bovini da realizzare tra Larino e San Martino in Pensilis, cioè in quella fascia di territorio di pianura che le statistiche non riportano  ma che esprime l’agricoltura della Regione, irrigata, la più ricca di vigne e oliveti, con cantine e frantoi moderni, multifunzionali, che sono immagine del Molise in Italia e nel mondo.

In pratica 100ettari di territorio (1% della superficie totale ma 10% della superficie agricola) sottratti all’uso agricolo, cioè alla produzione di cibo di qualità riconosciuta, per realizzare una stalla di 1 Km2 di superficie, che va a distruggere il bel paesaggio che, da sempre, porta lo sguardo alle isole Tremiti ed al Gargano, con il blocco del turismo che l’agricoltura e la diffusa ruralità può animare.

Una cosa strasmisurata che non ha senso, soprattutto oggi che si parla e si sente la necessità di un diverso modello di sviluppo che, è tale, se chiude con le megalomanie e gli sprechi del passato, in Europa, figuriamoci  in un Molise piccolo che il tempo ha modellato, mettendo a sua disposizione tutto anche se poco, però abbondante di bellezze e di bontà. Una farfalla colorata dai colori dell’arcobaleno - così è se estratto dalla cartina geografica -  che ha tanta voglia di volare proprio ora che l’”arretratezza” è sviluppo; l’agricoltura si va riconquistando la sua centralità e chiama la zootecnia a tornare a svolgere il suo ruolo per dare nuove possibilità all’azienda coltivatrice; la ruralità è un importante valore al pari della biodiversità, e, il turismo ha tutto per diventare il valore aggiunto del Molise.

L’iniziativa della Granarolo, veicolata tramite una società fantasma (una Srl con 10mila euro di capitale che dovrà gestire un progetto del valore di 24milioni di euro), che vuole realizzare questo asilo per 12.000 manze che, dopo 14/20 giorni dalla nascita vengono tolte dalle mammelle delle mamme e fatte partire, con un viaggio, di 500/600 Km. lungo l’Adriatico, per raggiungere il Molise. Le manze saranno oggetto di una sperimentazione che le porta al parto due o tre mesi prima del periodo naturale e questo con l’uso di semi e medicinali prodotti da una ditta socio della Srl di cui la Granarolo ha solo una quota del 10%, cioè del valore di  mille euro.

Restano, dopo essere state ingravidate,  in questo grande asilo per 22 mesi prima di rientrare nelle stalle di origine dell’Emilia Romagna e della Lombardia per partorire e, se manze, destinate alla colonia in Molise. Un modo per guadagnare mesi nella produzione di latte che, anche alla luce dell’abbattimento delle quote,  alla Granarolo serve come il pane per affermare la sua leadership nel campo e governare il mercato, in particolare dopo l’abbattimento delle quote latte.

Come si può capire alla Granarolo latte e al Molise, che ha terreni senza nitrati e acqua, merda, puzza, antibiotici, e quanto necessario per far chiudere le aziende;  limitare l’agricoltura; azzerare le stalle, quelle poche rimaste sulle montagne; distruggere l’ambiente e il paesaggio, in poche parole togliere ogni speranza di quel futuro che oggi ha con la sua agricoltura, la qualità dei suoi prodotti e della sua cucina, le sue tradizioni, elementi decisivi per una programmazione vincente del turismo e, con esso, ripopolamento dei suoi 136 paesi, una vera ricchezza paesaggistico - architettonica di questa Regione .     

 

Danno ambientale e paesaggistico, ma anche irrazionale dal punto di vista economico e energetico, con tanti TIR che s’incrociano lungo l’autostrada per trasportare le manze, i mangimi , le medicine e, poi, tanti spandiletame tra Molise e Puglia per coprire 3mila ettari di terreno, operazione che la Granarolo nega, perché parla di compostaggio. In verità, nega anche l’uso eccessivo di medicinali di cui hanno bisogno 12.000 manze in un asilo così affollato.

Una colonizzazione del Molise per liberarsi degli animali nella fase in cui non sono produttivi spostandoli a centinaia e centinaia di chilometri! Costi energetici, infrastrutturali, di smaltimento... enormi.

In Molise, specialmente nel Basso Molise interessato dall'intervento, è nata una mobilitazione, alcuni Comuni si stanno dichiarando contrari con atti ufficiali, ma la Regione pare abbia già espresso un parere favorevole e il progetto è diventato oggetto di scontro politico.

Il Molise, con i suoi 313.000 abitanti, non è in grado di contrastare una multinazionale come la Granarolo, che trova, a livello nazionale e locale, anche l’appoggio delle forze politiche di centro sinistra, in particolare il Pd, che rappresentano e governano la Regione. Sta qui il suo bisogno di solidarietà di chi sa che permettere questo scempio, proprio della mentalità delle multinazionali che non si fermano di fronte a niente pur di cogliere il profitto, vuol dire dare spazio ad altri scempi tutti tesi ad appropriarsi delle aree poste ai margini dello sviluppo portato avanti da un sistema che ha finito la sua corsa. Una solidarietà che mobilita il Paese e fa sentire forte il grido “No Stalla, Sì Molise Bene comune”, che è anche la sigla del Comitato, sapendo che se vince il Molise vince l’Italia. Un Paese che vuole uscire dalla pesante crisi, tagliare l’attuale rapporto di sottomissione della politica dalle concentrazioni finanziarie, avviare quel tipo di sviluppo, il solo possibile, che ha al centro il territorio con la sua agricoltura, la sua zootecnia, le sue potenzialità nel turismo, all’insegna tutto della sostenibilità.

Solidarizziamo per far sentire forte il nostro “No Stalla, Sì Molise Bene Comune” alla Granarolo, al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali,  alla Commissione Agricoltura del Senato della Repubblica, al Governo e Consiglio regionale del Molise.

pasqualedilena@gmail

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