OTTOBRE LARINESE E LA SUA FIERA


Sta per arrivare ottobre, il mese degli ultimi fichi, delle grandi raccolte e, per quanto riguarda Larino, della Fiera di Ottobre che non racconta, per colpa di qualche terremoto, pestilenza,o, anche, dimenticanza di qualche burocrate, tutt’i suoi anni che sono millenni, cioè tanti quanti hanno accompagnato la transumanza.
Un evento importante quello che ha portato Larino ad essere una capitale e, comunque, un punto di riferimento grazie alla sua campagna segnata da tratturi o utile al grande Regio tratturo, l’Aquila- Foggia che passava poco lontano.
Un tempo, e fino agli anni ’50 del secolo scorso, la grande fiera degli animali, una delle più importanti,  in Italia, per questi scambi commerciali e per il rinnovo delle attrezzature in campagna e dell’abbigliamento invernale.
La Fiera di Ottobre dei miei ricordi da bambino e da ragazzo, quella sul Piano della Fiera, che la memoria mi rimanda come lontana, molto lontana nel tempo, con le edizioni recenti all’interno del Campo sportivo che l’hanno ridotta a poca cosa, un mercato settimanale poco più grande che dura quattro o cinque giorni e si anima di incontri.
Nessuno è riuscito a trovare un sito diverso dal campo sportivo essenziale per innovare uno schema legato fortemente all’agricoltura e alla ruralità e, se ricordo bene, l’unica volta che è stato preso in considerazione il centro storico, la Fiera di Ottobre ha mostrato tutte le sue potenzialità.
E il centro storico – ripeto quanto ho già detto in altre occasioni – è il naturale palcoscenico che permette, con le sue piazze, i suoi vicoli e le sue strade, di esprimere la migliore delle sceneggiature, tutte legate al tema dell’agricoltura, della ruralità e del turismo.
Manca un parcheggio che, però, si potrebbe realizzare, multipiano, dietro al vecchio carcere con il piano alto tutto a disposizione delle tecnologie che servono all’agricoltura che, per me, non può che essere sempre più biologica e sostenibile, all’insegna dell’ambiente e del paesaggio, della biodiversità, della qualità per un’alimentazione sana.
Siamo di fronte all’evento più importante di un Ottobre interamente dedicato alla ruralità e all’agricoltura con la vendemmia e la raccolta delle olive punti di riferimento nonché occasioni di richiamo di un consumatore che può arrivare dalle regioni italiane, a partire da quelle che circondano il Molise, con quattro città (Bari, Napoli, Pescara e Roma) da privilegiare con la comunicazione.
La Fiera come tassello centrale di un mosaico che rappresenta ottobre con la impostazione di un programma di iniziative capaci di rendere Larino (non solo il centro storico) e il territorio circostante, con tutti i suoi preziosi valori e risorse, protagonisti assoluti di quel richiamo turistico strettamente legato alla ruralità e alla sua agricoltura.
L’olio e il vino, il rito e la favola, la pampanella e la ventricina, il caciocavallo e i latticini, il tartufo e i funghi, il ballo e il canto, le conserve e i sottoli, il pane e le paste fatte in casa, l’artigianato, i monumenti e i centri storici, il brodetto e i singolari piatti di una deliziosa cucina marinara, diventano così gli animatori di iniziative  lungo il percorso che porta alla Fiera di Ottobre e che, dalla Fiera di Ottobre, riparte per andare sul territorio alla ricerca di questi tesori.
Un mese, Ottobre, con la sua Fiera al centro di tante iniziative possibili in ogni angolo di quel palcoscenico naturale che è il centro storico, per presentare e far degustare l’olio nuovo, i vini e gli altri prodotti coinvolgendo i produttori e i trasformatori, i panel test, le associazioni dei degustatori e dei sommelier; parlare della Dieta mediterranea e, con essa, di alimentazione e nutrizione, salute con l’Università del Molise e la nascente Università frentana; far vivere il piacere della tavola e il gusto dell’ospitalità con i ristoratori  e gli albergatori; animare percorsi formativi e informativi con l’Istituto Agrario e le altre scuole che operano sul territorio; organizzare itinerari alla scoperta del territorio e visite ai frantoi, alle cantine ed alle altre aziende con Itinerari frentani e altre associazioni o l’aiuto di guide esperte dei prodotti e dei luoghi; raccontare storie, proverbi, favole o leggere poesie con Afra e altre associazioni culturali; organizzare mostre di pittura, scultura, artigianato o fotografie con gli artisti e le loro organizzazioni.
A pensarci bene, un pari discorso si può ripetere con le Carresi e la Festa di San Pardo a maggio, sapendo che, per ottenere risultati importanti nel campo della comunicazione e commercializzazione del territorio, diventa fondamentale, nel pieno rispetto dell’autonomia di ognuno, l’unione delle forze protagonoste.
Con la messa in campo di tutte le sinergie è possibile pensare anche a un richiamo di un consumatore dell’Europa e dal mondo.
pasqualedilena@gmail.com

 

 

Commenti

  1. Sante parole. Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.

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  2. Pasquale, ci sono tutti gli attori e tutti gli scenari ma occorre un grande regista..... e dovresti essere tu per uno spettacolo autentico e vero!

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  3. Ciao Enrica, come sempre sei molto gentile ed io ti sono molto grato di questa tua stima. Non ci sono le premesse per un mio coinvolgimento in questa fase e in una realtà dove dominano i battitori liberi e non si sa cos'è il senso e il valore di fare squadra. Peccato!

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  4. Caro Pasquale, anche noi molisani che non viviamo più in Molise, ma continuiamo ad amarlo, non possiamo che esserti profondamente grati per la passione, l'impegno, le energie che dedichi alla preservazione di questo bellissimo pezzo d'Italia, e anche per le informazioni veritiere e corrette che ci fornisci costantemente, senza delle quali non sapremmo nulla di ciò che fanno i mascalzoni, politici e non, ai danni della gran parte dei cittadini per inseguire i propri interessi personali mascherati da "bene comune".Dire che sono indignata è dir poco ...

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    1. Sono io grato a te Silvana di questo tuo scritto che mi carica ancor di più a fare quello che ritengo giusto fare per questa nostra amata terra in mano a sprovveduti e non da oggi.

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