I PATRIARCHI E I GIGANTI DEL MOLISE TESTIMONI DEL TEMPO E DEL TERRITORIO
Solo rispettando i
nostri patriarchi e i nostri giganti possiamo costruire il futuro della nostra
olivicoltura. Anche nel Molise è uno straordinario patrimonio quello degli
olivi secolari, con Venafro, Pozzilli, Portocannone, i territori più
rappresentativi di questo spettacolo del tempo, dell’ambiente e del paesaggio.
Solo rispettando i nostri patriarchi e i nostri giganti,
straordinari testimoni del tempo e del territorio, possiamo costruire il futuro
dell’olivicoltura molisana e nazionale. È questo il messaggio che, anche in
rappresentanza dell’Associazione Nazionale delle Città dell’Olio, ho voluto
lanciare in occasione della bella iniziativa di Portocannone promossa e
perfettamente organizzata da Giovanni Muricchio per conto della locale
cooperativa olivicoltori e dell’Arsiam.
E’ giunto il tempo di individuare e catalogare organizzare
questo straordinario patrimonio di olivi secolari per organizzarlo e evitare,
così, l’estirpazione selvaggia di questi monumenti, soprattutto oggi che
incalza una campagna di promozione, voluta e sostenuta dalle multinazionali
spagnole, della coltivazione superintensiva dell’oliveto con due sole o tre
varietà, tutte spagnole. Una campagna
che mette a rischio la nostra olivicoltura, in particolare quella delle aree
interne, e, ancor più, la sua ricca biodiversità con le 18 varietà autoctone registrate
nel nostro Molise e più di 500 nella nostra Italia.
Olivi secolari veri e propri monumenti diffusi nella nostra
Regione che, se salvaguardati, tutelati e valorizzati sono in grado di :
1. ridare
dignità e vigore a una coltivazione che si estende per oltre 6 mila ettari di
superficie e raccoglie, soprattutto nel Basso Molise, più di 2 milioni di
piante, di cui 1/3 varietà “Gentile di Larino”, una varietà che, non da oggi,
fa onore al Molise con la qualità e le peculiarità del suo olio;
2. significare
il primato e la centralità nel Molise di questo albero che, nel corso di millenni, ha segnato l’ambiente e il paesaggio
della nostra terra e le civiltà nate intorno al Mediterraneo;
3. dare
all’olivicoltura molisana e ai suoi oli ricavati dalle 18 varietà autoctone
nuove opportunità di valore aggiunto attraverso la qualità; la possibilità di esprimere
la civiltà dell’olivo e dell’olio mediante l’arte culinaria, riti e usanze; la
valorizzazione non solo dei paesaggi e degli ambienti unici espressi da questa
pianta ma, anche, del tempo che i giganti, i patriarchi esprimono;
4. offrire
una motivazione in più alla richiesta di una strategia di mercato che ha
possibilità di risultare vincente solo se l’olivicoltore trova rispetto all’interno
della filiera;
5. salvaguardare
e sfruttare il valore della biodiversità. Un valore inestimabile che è una
certezza di vita nel futuro.
Le città dell’olio, che con gli
altri paesi del Mediterraneo, sta portando avanti la richiesta del
riconoscimento del paesaggio olivicolo quale patrimonio dell’umanità, si
sentono impegnate -a fianco delle istituzioni e dei produttori e delle loro
organizzazioni professionali e cooperative – a presentare le candidature di
questi paesaggi e, anche, un progetto per la difesa, tutela e valorizzazione
del ricco patrimonio di olivi secolari dal Molise.
C’è bisogno di una legge
regionale che prevede: un “registro degli olivi secolari e monumentali” nel
quale riportare gli olivi che, anche in esemplari isolati, per età, forma,
dimensioni, rarità, valenza varietale, culturale, storica e geografica, sono
tanta parte del patrimonio di biodiversità
olivicola e, quindi, del paesaggio, dell’ambiente, testimoni importanti
del territorio regionale; le forme di
salvaguardia, tutela e valorizzazione di questi monumenti anche
attraverso forme di incentivazioni per i possessori e i coltivatori degli
stessi.
C’è bisogno di predisporre un
programma di iniziative teso a far conoscere e vivere questo patrimonio
storico-culturale oltre che paesaggistico-ambientale. Un programma da gestire
insieme con gli olivicoltori, creando un movimento che punta non solo a
tutelare un patrimonio, che altrimenti rischia di sparire, ma a organizzare e
spendere questo patrimonio per dare all’olivicoltore un’opportunità di attività
e di reddito.
Un valore aggiunto ottenuto con la
risorsa “tempo”, un bene che, proprio nel momento in cui è poco considerato,
più che mai appartiene a noi e, soprattutto, alle nuove generazioni che hanno
la possibilità di viverlo più di noi che continuiamo a trattare il tempo come un
prodotto qualsiasi da consumare e sprecare.
I patriarchi e i giganti di
Portocannone potrebbero raccontare le novità portate dai pastori nel loro
andare e tornare (trac-tur) lungo i tratturi; i suoni dei diversi campanelli al
collo degli animali; le speranze degli uomini dal monte al piano e viceversa;
l’arrivo, secoli fa, di uomini e donne in fuga dall’altra sponda dell’Adriatico
e, poi, i canti delle donne e degli uomini sulle scale al momento della
raccolta; il profumo dei frantoi e, soprattutto, dei camini davanti ai quali si
raccontavano storie mentre si consumavano coppette, peperoni fritti, pezzi di
salsicce o di ventricina, tocchi di pampanella e pane unto.
Piante senza tempo che – ci piace
ripeterlo - è ricchezza produttiva, ambientale, paesaggistica, e, anche,
storica e culturale, fortemente legata alle tradizioni e, come tale, testimone autorevole di un
territorio e del tempo.
pasqualedilena@gmail.com
sono, anzi siamo come Accademia delle 5T pronti a dare supporto e divulgare il progetto censimento ulivi secolari, sono appena stato in Campania a Tremonti per lanciare il censimento delle viti secolari (prefilossera), quindi fai pure il nome dell'Accademia delle 5T tra i sostenitori e tienimi aggiornato! Francesco Donadini
RispondiEliminaho dimenticato il mio indirizzo:
RispondiEliminafrancesco@a5t.it
grazie Francesco. Verifico la tua email visto che invio a te molto di quello che produco. Ti informo se non te l'hanno detto gli amici di Tremonti che l'idea e il progetto dei "Viticoltori del tempo" l'ho dato io alla Regione Campania e poi accompagnato fino a qualche tempo. In cambio di questo mio impegno sono stato nominato presidente onorario. Un caro saluto
RispondiEliminap.