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Caro
Pasquale,
è evidente il riferimento che fai a San Martino in Pensilis ed
alla sua amministrazione che ha governato anche con il mio consenso di
Sammartinese.
Paese che ha sul suo territorio 20 generatori eolici. Li vedo
da casa mia a un paio di km in linea d'aria.
Lo stesso ampissimo consenso
che ha consentito al suo sindaco di venire rieletto per un secondo mandato (75%
dei consensi) e addirittura eletto con un pienone di consensi anche in regione e
da ieri assessore all'agricoltura.
"La cultura che fa riconoscere il peso
e l'importanza del territorio" non si valuta semplicemente e semplicisticamente
considerando l'aspetto esteriore e romantico del paesaggio ma anche attraverso
una lungimirante cultura amministrativa, economica, produttiva e sociale.
Il paesaggio è un concetto relativo.
Gli studi del dottorato
internazionale di ricerca sulla progettazione e gestione del paesaggio
dell'Università Sapienza, Tuscia e Unimol, considerano il "miglior paesaggio"
non fanno mai riferimento al più "bel paesaggio".
Ovvio e semplicistico
dire che se non ci fossero le pale eoliche il paesaggio sarebbe più
bello.
Ma sarebbe più bello anche se non ci fossero tralicci dell'alta
tensione (che bello sarebbe se tutti i cavidotti fossero interrati..) e i pali
del telefono o se non ci fossero imbarazzanti cunette riempite da
rifiuti.
La morte dei paesaggi che canta Celentano (creando
nell'immaginario di chi ascolta e non conosce il Molise, un ambiente da cui
stare lontani) è la morte dell'economia agricola che non riesce a sopravvivere,
la lenta agonia dei comuni che rischiano tutti il dissesto finanziario e non
riescono a programmare nulla per la difesa e la promozione dei
territori.
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La morte dei paesaggi è figlia dell'acutezza di una talpa che
ha contraddistinto le amministrazioni regionali degli anni scorsi che non hanno
regolamentato la "distribuzione" degli impianti eolici sul territorio.
Il
Piano Energia 2020 della UE non consiglia ma obbliga le amministrazioni europee
a procurarsi energia da fonti rinnovabili.
Altro che pale che infilzano
il terreno molisano come la groviera di Celentano.
Il Molise ed i
molisani hanno bisogno di recuperare la "vista dell'orizzonte" lontano non del
profilo della collina di fronte.
Con
stima.
Francesco
p.s.
Solo per comprendere perchè il sindaco di San
Martino in P. raccoglie consensi
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Da francesco
travaglini |
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Carissimo Francesco,
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anche oggi ho postato sul mio diario di
facebook i miei tramonti e
i miei paesaggi il cui concetto è sicuramente
relativo, ma, per quanto
mi riguarda, solo alla cultura ed alla sensibilità di ognuno.
Ho la fortuna di spaziare non solo sulle mie colline “di fronte” ma anche
più lontano della punta del mio naso, in particolare le Mainarde, Agnone,
Capracotta, Monte Mauro, la Maiella, le cime del Gran Sasso, e poi il mare di
Vasto, Petacciato, Termoli, le Tremiti, il Gargano, le Puglie assolate per
chiudere con Montorio nei Frentani, lo Sticco e la Quarenza.
E’ per questo che mi permetto di dire che non ho bisogno di recuperare,
come tu scrivi, “la vista dell’orizzonte” lontano, ma solo di sistemare
quello che ho prima descritto, anche perché mi riporta a mondi lontani ricchi di
altri paesaggi e altre culture.
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Devo a questi orizzonti e, soprattutto, alla fortuna, molti dei risultati
ottenuti nei campi che mi hanno visto impegnato, anche in quello politico –
amministrativo, con vari incarichi in enti e istituzioni, sia toscane che
molisane, e di ciò sono profondamente grato a quanti mi hanno dato fiducia, in
particolare il popolo di Larino.
Potrei parlare anche di tanti progetti di successo, non ultimo
l’associazione MolisExtra che, come ben sai, ho ideato, progettato e realizzato
per metterla poi nelle tue mani e subito dopo dimettermi da socio per una
diversità di vedute che questa tua lettera conferma.
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E’ una vita che mi sforzo di parlare di territorio di cui mi sono sempre
occupato, anche in questo caso, con la fortuna di avere incontrato maestri
illustri dai quali ho appreso il valore e il significato del paesaggio, che, a
mio modesto parere, le pale eoliche - non solo di quel “paese del gusto” che è
San Martino in Pensilis con la sua “
Pampanella”, i suoi vini e
i suoi oli – deturpano, proprio perché del tutto gratuite e sconsiderate.
Ricordo che un giorno, più di dieci anni fa, parlando di sviluppo del
Molise a un gruppo dirigente e di governo di questo nostro Molise, ho dichiarato
la “Pampanella” non solo “boccone divino” ma la
più grande fabbrica del Molise. Dalle risate scaturite mi sono reso conto
che i presenti non erano d’accordo e che la “Pampanella” non
pagava in quanto a consensi. E’ tanto vero questo che quando poi i consensi non
sono più arrivati, sono tornato al mio lavoro per raccogliere importanti
riconoscimenti che mi onorano e onorano questa mia terra.
Posso solo dire che neanche la delusione del momento, mista a rabbia, mi ha
fatto dire che la colpa è di Celentano!
E la colpa, credimi, non è di Celentano.
Contraccambio i segni di profonda stima e invio i miei migliori
saluti
Chi non ha capito il ragionamento di Celentano o non c'e' arrivato o e' in malafede. Celentano ha messo in evidenza come l'Italia abbia perso gli ultimi paesaggi veri e incontaminati come quelli del Molise rovinati da scelte fatte da politici non troppo attenti o per meglio dire sensibili al rispetto del territorio. Gli arresti avvenuti di recente in Calabria ci fanno riflettere. Come un elettricista sia diventato il re dell'eolico e che ha impiantato finno alle nostre porte arricchendosi e ritengono gli inquirenti in modo non trasparente legandosi ad amicizie discutibili.
RispondiEliminahttp://www.oml2010.blogspot.it/2013/04/2-allalba-tutti-orvieto.html
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