RURALITA’, UN VALORE DI GRANDE ATTUALITA’

 
Uno dei tre principali itinerari del libro “Patrimonio industriale in Molise”, a cura di  Ilaria Zilli e Roberto Parisi sarà quello riferito alle “aree rurali”, descritto da Rossano Pazzagli, professore anche lui dell’Università degli studi del Molise, presidente del corso di laurea in scienze turistiche presso la sede di Termoli.

La lettura di una realtà con l’agricoltura attività dominante che, a cavallo tra Otto e Novecento, accompagna il processo di industrializzazione e di crescita dei centri urbani, ne diventa la base e, non solo, un contenitore di attività industriali.
Soprattutto nel Molise, con una miriade di attività che hanno il merito di non stravolgere il paesaggio fino a renderlo ancor più bello con  gli stimoli nuovi offerti all’agricoltura; non limitare il patrimonio di biodiversità; non rendere l’ambiente irrespirabile e fonte di preoccupazioni per la salute umana.
L’Agricoltura, qui, resta l’attività primaria e si pone al centro di uno sviluppo che alimenta l’artigianato, il commercio e  la nascente industria. Un rapporto stretto, naturale, lontano dai processi avviati dopo gli anni cinquanta con la nascita del triangolo industriale, che ha posto sempre più ai margini  l’agricoltura e lo stesso artigianato,  con il territorio che ha pagato il prezzo più alto nel momento in cui solo nel nostro Paese, negli ultimi cento anni,  sono stati sacrificati ben 10 milioni di ettari di superficie, di cui ben due milioni negli ultimi dieci anni.
Le testimonianze sparse sul territorio molisano, oggetto degli “itinerari per un censimento in corso” raccolti nel libro che verrà presentato a Larino giovedi 24 p.v., nella sala della Casina Nazionale Frentana sono lì a raccontarci non solo un passato ma quale identità ci rimane e quale paesaggio  e quale ambiente ancora ci appartengono.
Beni che sono in grado di raccontare i processi produttivi, i rapporti sociali ed umani e, così scoprire, la grande attualità dell’agroalimentare con la storia del grano, della farina, della pasta, del pane; quella dell’olivo, dell’olio, dei frantoi, dei contenitori in acciaio al posto dei ziri e degli stai, delle bottiglie che riguarda anche la vite e il vino; la storia di tre generazioni di fotografi nella città di Larino e altre ancora.  
Beni da salvare e valorizzare perché ci permettono di pensare e capire quale futuro è possibile se si riparte dal territorio, con le sue risorse e i suoi valori; si ripone al centro l’agricoltura e, con essa, l’artigianato e l’industria per ridare vita ai 130 piccoli centri che sono l’immagine della ruralità, la sola che può dare quella riconoscibilità che oggi manca al nostro Molise.
Una riflessione necessaria, urgente, di grande attualità che il libro “Il patrimonio industriale in Molise” aiuta a fare con l’aiuto di relatori che il libro hanno curato e scritto e di altri ricercatori che hanno raccolto e salvato documenti importanti che servono ad arricchire la storia di questi beni.
L’appuntamento è per Giovedì 24 p.v. alle ore 17.30 a Larino nella Sala della Casina Nazionale Frentana.
pasqualedilena@gmail.com

Commenti

  1. Ci sarò sicuramente, dopo la lezione del corso.

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  2. C'E' ANCHE IL MULINO A ACQUA POSTO TRA IL TERRITORIO DI ROTELLO E SANTA CROCE DI MAGLIANO? DI CUI TEMPO FA' TI HO MANDATO LE FOTO.
    P. GIANQUITTO

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  3. Faro' di tutto per esserci

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  4. rICORDO L'INVIO DI QUESTA FOTO CHE CERCHERò DI UTILIZZARE ALLA PRIMA OCCASIONE. GRAZIE

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