MOLISE FUTURO PROSSIMO
Alla “tre giorni” promossa dalla
rivista “il bene Comune” nella Sala della Costituzione della Provincia di
Campobasso, è stato sottolineato da più parti il valore ed il significato del
Territorio e la necessità di ripartire da esso se si vuole assicurare un futuro
al Molise.
C’è da dire che, pur trovando molto
interessante l’iniziativa per il Molise e per la situazione di pesante crisi
che solo uno sforzo d’idee e di sogni può risolvere, una tre giorni non basta,
ce ne vorrebbe una ogni settimana.
Uno sforzo di riflessione di
gruppo sulla condizione di questa nostra piccola grande regione che, per le sue
dimensioni e la sua fragilità politico-amministrativa corre rischi maggiori di
altre, e, che più di altre ha bisogno di tracciare un suo percorso
completamente opposto a quello attuale. Se la sovrastruttura di questo percorso
ha bisogno, come ho già detto, d’idee e sogni, la struttura non può che essere
il territorio molisano.
Un territorio, per fortuna,
ancora ricco di ruralità e di agricoltura, di ambienti e paesaggi, storia e
cultura, antiche tradizioni, che possono, tenendo conto anche delle modeste
dimensioni dello stesso, far pensare a una crescita innovativa, ecosostenibile,
in grado di dare occupazione; a una razionalizzazione e modernizzazione dei
servizi; a una informazione come bene comune al servizio dei cittadini e della
partecipazione democratica.
Una “tre giorni” d’intenso
dibattito con personaggi di rilievo, ricercatori ed esperti, che hanno dato un
contributo notevole al raggiungimento degli obiettivi di questo primo incontro
e mostrato il valore di una scelta, che ha la necessità di ripetersi per
diventare un vero e proprio laboratorio d’idee, un momento di creatività che
serve per costruire il futuro, da domani.
Idee e creatività che, salvo encomiabili eccezioni, non
fanno parte del patrimonio politico-culturale di una classe dirigente (non solo
politica) che ha pensato allo sfruttamento delle risorse, arrivate copiosamente
da Roma o da Bruxelles, più per sistemare il bilancio personale e familiare, quasi
mai per contribuire a costruire il futuro di questa nostra regione, e, nel caso
della politica, per spartire queste risorse e distribuirle al solo fine di
accaparrarsi i consensi per la propria sopravvivenza politica.
Una cultura radicata da tempo che
non riguarda solo una parte ma la sua totalità, per niente facile estirpare se
non attraverso un’attenta analisi della realtà e la ricerca di soluzioni alternative.
Per un “Molise futuro prossimo” c’è bisogno di una classe
dirigente all’altezza del compito, cioè capace di sviluppare con passione e
professionalità il suo ruolo nella ricerca, certo, di un utile personale ma,
prima ancora, di quello della collettività; progettare e programmare il futuro
di questa nostra regione dove i giovani hanno smesso di pensarlo, visto che
sono costretti a partire per non rimanere disoccupati per tutta la vita.
Una classe politica soffocata dalla logica del favoritismo
in cambio del voto non ha niente da dare –come l’esperienza di questi anni
dimostra - al futuro prossimo del Molise, se non quello di far crescere i
rischi di svuotamento delle potenzialità che questa nostra regione ha.
Ieri, venerdì, la chiusura di questo “brainstorming” che ha
bisogno di un’attenta valutazione per definire e assicurare la sua continuità
perché possa diventare uno (spero di tanti) strumento di stimolo per un
rinnovamento reale della classe dirigente che è così nel Molise, come altrove,
frutto dei tempi che viviamo e di un sistema che è fallito e, come tale,
impossibile da aggiustare.
C’è da pensare subito a dare le basi a un altro sistema, che,
forte dell’esperienza maturata, tenga conto dei limiti imposti dalla natura e
dal rispetto che essa merita. Una necessità se vogliamo continuare a respirare
aria sana; a bere acqua pulita; ad avere cibo di qualità legata al territorio,
cioè all’origine; godere il paesaggio e la ricchezza della sua biodiversità;
avere la cognizione del tempo; vivere la diversità e contrastare l’idea di un
livellamento, soprattutto culturale delle genti, dei popoli; conservare il
nostro dialetto, la nostra lingua e tutti gli altri segni della nostra
identità.
Queste e altre riflessioni che meritano il confronto,
l’approfondimento; di essere comunicate perché la loro diffusione semini
cultura. Essa è indispensabile per governare una realtà come il Molise che ha
tutto per essere uno straordinario laboratorio e, soprattutto, un esempio per
altre regioni, altre realtà, nel momento in cui il percorso di un “Molise
futuro prossimo” è iniziato.
pasqualedilena@gmail.com
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