NOTE DI VINI DALLA SICILIA
Dalla
viticoltura estrema di Favignana, reintrodotta dopo cento anni, un vino bianco
firmato Firriato
Lo
storico marchio del vino siciliano, esce con la prima etichetta, il Favinia La
Muciara: un bianco vibrante dove respira il mare. Una produzione limitata che
crea grande attesa.
E' già un successo
senza precedenti, il nuovo vino Firriato. Chiamano in azienda, si informano,
vogliono sapere dove sarà possibile acquistarlo. La notizia della prima
vendemmia a Favignana, dopo 100 anni, ha incuriosito in tanti. Numerosi contatti
e richieste pervengono, dal nord come dal Sud, per assicurarsi alcune bottiglie,
o per avere - in anteprima - l'etichetta da collezionare. Sarà distribuito solo
su prenotazione e con un limite massimo di bottiglie. A Favignana, in
particolare, c’è grande attesa per l'unico vino prodotto sull'isola, di cui è
facile immaginare l’attrattiva soprattutto sui turisti. Il Favinia
La Muciara
finalmente esce. Un vino bianco che sa di mare, che esalta la natura forte e
selvaggia dell'isola, figlio di una viticoltura estrema per condizioni
climatiche e per il lavoro duro richiesto in vigna. Ottenuto da uve autoctone
(Grillo, Catarratto e Zibibbo) il Favinia La Muciara si distingue per la forte impronta marina,
con una sapidità di fondo che unisce al minerale un prezioso scrigno di frutta
bianca e fiori di campo. Essenziale per eleganza ed unico per identità.
"Volevamo un vino che esprimesse l'anima di Favignana - spiega la produttrice
Vinzia Novara Di Gaetano - e che fosse
la prova riuscita di un disegno produttivo che premia i territori, unici ed
irripetibili, come sono le isole minori della Sicilia o l'Etna. Con questo vino la nostra azienda compie un altro
passo importante in questa direzione. Il “Progetto Insulae” di Firriato a
Favignana si completerà con un vino
passito, elegante e intenso, e un rosso, importante ma fresco, dedicato alle
grandi varietà autoctone della Sicilia."
La viticoltura marina praticata
nell’isola più grande dell’Egadi conferma, ancora una volta, per Firriato quella
spiccata sensibilità che l’azienda nutre verso
i territori di frontiera. Tra i grandi marchi del vino siciliano di
qualità, ha compreso in anticipo l'importanza dei territori dell’Etna, dando
vita alla Tenuta e alla
Cantina di Cavanera, nel territorio di Castiglione di Sicilia.
Con Favignana la sfida è ancora più forte: reintrodurre la vite in un contesto
di assoluto valore ambientale e in condizioni davvero uniche e particolari, per
ottenere dei vini da memoria. Favinia
la Muciara
nasce dai cinque ettari di vigneti messi a dimora a Favignana, a pochi metri
dalla scogliera di Calamoni, in un quadro pedoclimatico davvero particolare. I
suoli sono sabbiosi, di natura calcarea e caratterizzati da rocce affioranti di
tufo e sabbia rossa. Le viti sono allevate ad alberello, il sistema tradizionale
della viticoltura delle isole minori della Sicilia, più resistente alle difficili condizioni di
questo particolare contesto ambientale. I vigneti richiedono cura e costante attenzione, un
lavoro condotto a mano, sia nelle lavorazioni dei terreni che nella gestione
della vigna. La vendemmia è tutta manuale: i grappoli vengono selezionati e
posti in cassette di legno che, dall'isola, vengono poi trasportate via mare
alla terra ferma, dove verranno vinificati. I tempi di raccolta cambiano per
varietà e per andamento climatico. La vendemmia 2011 di Firriato a Favignana ha
seguito l’andamento delle maturazioni delle differenti varietà impiantate: è
iniziata il 18 di agosto e si è conclusa, per le uve nere, nella seconda
settimana di settembre. Favinia
La Muciara ,
sarà disponibile, prima in Sicilia e successivamente nel resto d'Italia, a
partire dalla terza settimana di giugno, ovviamente per quanti hanno provveduto
a prenotare il prodotto. Il prezzo medio in enoteca è di 22 euro circa.
L’Ufficio stampa
Firriato
Andrea Terenghi – (+39) 348- 3115953
– terenghi@granviasc.it
OBIETTIVO
BRASILE
LA SICILIA DEL VINO
DI QUALITA' A SAN PAOLO
Palermo, 19 giugno
2012 - Il processo di internazionalizzazione del vino siciliano di qualità ha
nei paesi dell'area BRIC un punto qualificante e, proprio in Brasile, sviluppa
uno dei suoi assi strategici più importanti. Dal 20 al 22 giugno un folto gruppo
di aziende vitivinicole della Sicilia sarà impegnato a San Paolo - la città più
importante per il commercio del vino nel grande paese sud-americano - in una
serie di incontri, workshop e degustazioni riservate ad una platea brasiliana di
buyer, giornalisti e operatori dell'alta ristorazione.
Il progetto, firmato
da Michele Shah ed inserito nella programmazione OCM Sicilia della Regione
Siciliana, è stato promosso dall'Istituto regionale Vini ed Oli di Sicilia e
vede la compartecipazione di una selezione di aziende aderenti alle maggiori
Associazioni di categoria dell'isola: Assovini e Pro.Vi.di.
Il momento
clou della missione IRVOS in Brasile si concentra nelle giornate del 20 e
21 giugno, nella splendida cornice dell'Hotel UNIQUE di San Paolo, coinvolgendo
due dei nomi più importanti del sistema vino del Brasile: il direttore
dell'Associazione brasiliana dei Sommelier Arthur Azevedo e Giovanni Bacigalupo,
noto professionista specializzato nella consulenza alle aziende importatrici
brasiliane per la selezione dei vini italiani da importare.
Diciassette aziende
vitivinicole di qualità, in rappresentanza dei territori di produzione più
vocati alla viticoltura della Sicilia, avranno modo di confrontarsi con un
mercato, quello brasiliano, nuovo e in forte espansione, aperto a nuove
iniziative commerciali sul food e beverage del made in Italy e che dimostra
interesse verso i vini di fascia solare e di territorio. La Sicilia enologica è
un brand che attrae, soprattutto per i vini ottenuti da vitigni autoctoni, sia
rossi che bianchi. Le aziende coinvolte sono: Alessandro di Camporeale, Baglio
dei Fenicotteri, Corbera Vini, Nicosia, Cambria Vini, Abraxas, Baglio di
Pianetto, Planeta, Benanti, Tasca d'Almerita, Feudo Maccari, Poggio Graffella,
Valle dell'Acate, Geraci, Cusumano, Morgante ed Enologica Cassarà. Espressioni
di una produzione che tocca tanti territori, dall'Etna alle isole minori di
Pantelleria e Salina, senza dimenticare l'area del ragusano con il Cerasuolo di
Vittoria, i Nero d'Avola prodotti nella Sicilia centro-meridionale patria
d'elezione di questo vitigno principe, sino al territorio del Mamertino nel
Messinese e del Belice con un ventaglio di tipologie e varietà che possono
interpretare al meglio l'enologia dell'isola.
"Il mercato
brasiliano è in crescita e guarda ai vini italiani con rinnovato interesse -
commenta Dario Cartabellotta - Direttore dell'Assessorato Regionale alle
Politiche Agricole - la Sicilia può intercettare questa domanda qualificata di
vini a forte identità e con grande immagine. Non è un mercato per solo Prosecco
e Lambrusco quello del brasile: il consumatore attento e preparato, ma anche il
neofita incuriosito e alla ricerca di novità, trova nei vini siciliani una
risposta enologicamente moderna e differenziata, sia per i territori di
produzione che per vitigni". Anche Michele Shah sottolinea l'importanza
strategica del mercato brasiliano:"il livello raggiunto dalle scuole sommelier è
altissimo e la Sicilia deve poter investire in Brasile investendo su queste
professioni del mondo del vino e della ristorazione che sono a diretto contatto
con il consumatore finale. Anche la comunicazione specializzata è notevolmente
cresciuta, soprattutto quella del WEB, ma anche nell'editoria specializzata che
ha nelle riviste ADEGA, GOSTO, Prazeres da Mesa e MENU le migliori
espressioni".
L’Ufficio
Stampa
Ferdinando Calaciura –
calaciura@granviasc.it – 338
3229837
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