Meglio l'Alba del tramonto, ma serve più Europa e non meno per superare la crisi del modello di sviluppo
Come sempre puntuale Farulli nelle sue analisi. Bello il ricordo del bambino che si riprendeva la palla quando non riceveva il passaggio dal compagno o stava perdendo. E' un ricordo che mi porto dentro da sempre come segno di stupidità oltre che di egoismo e prepotenza. Buona lettura
[ 30 aprile 2012 ] da Greenreport
Alessandro Farulli
Tornando alla metafora calcistica, per vincere la partita bisogna migliorare sia in difesa, sia in attacco. Dietro dobbiamo tenere botta e impedire che i mercati finanziari dribblino i centrali difensivi che sono il welfare state e il lavoro. Ma per farlo è il centrocampo che deve ragionare e concorrere alla difesa facendo sì intanto che i tempi non siano più quelli dei clic dei pc di Wall Street, ma quelli "umani" del pensiero critico e della democrazia. E poi riportando la finanza al suo ruolo di subalternità rispetto ai governi pur restando in un'economia di mercato, l'unica in grado (per fare un esempio) di poter - come sostiene il Wuppertal Institute - "individuare i prodotti ecologici ed equi e le vie della loro distribuzione". Poi, siccome al gioco del calcio si vince segnando più gol degli avversari, servono due attaccanti almeno in grado di farlo. E per questo servono sempre dal centrocampo passaggi di grande classe ed efficacia. La tassa sulle transazioni finanziarie avrebbe intanto il merito di indebolire gli avversari, un lavoro dalle fasce insomma, per poi colpire con gli eurobond e la Bce come prestatore di ultima istanza, fino all'europizzazione del debito. Basterà? Forse no. Certamente la partita non durerà i canonici 90 minuti, ma anni tuttavia avresti una strategia da portare avanti e da variare a seconda anche delle contromosse avversarie. Servirebbe anche, se non fosse una parola del tutto sputtanata soprattutto in politica, anche di un po' di amore. Un po' di amore e generosità per gli altri, sottoforma di solidarietà. Di cancellazione di idee balorde per le quali vince sempre il più forte perché tanto il più debole può mangiare le briciole di chi sta al banchetto reale. Servirebbe l'amore per credere che idee come quella presentata, la più concreta e la più condivisibile, dal nuovo soggetto politico che si è dato il nome di Alba, ovvero la creazione di un'Agenzia per l'occupazione nata dalla fervida mente di Luciano Gallino, possa essere attuata. Perché non c'è niente di pessimo nell'impiego pubblico se questo è meritato e funzionale alla causa e allora sono un bene-comune un milione di lavoratori che si occupano della messa in sicurezza degli edifici scolastici; del risanamento idrogeologico di aree particolarmente dissestate; della ristrutturazione degli ospedali e magari, aggiungiamo noi, dei servizi alle persone. L'"amore per",e il "desiderio di" una società migliore sono ancora il nostro Sole e se non ride più, ma si riaffaccia dalle tenebre, è sempre meglio di un suo tramonto. Inoltre se, nonostante qualche semplificazione in un impianto che legge la complessità, la nuova Alba diventerà quella speranza per i progressisti italiani senza casa da tempo, per uscire dalla nottata del berlusconismo e dell'automoderatismo, saremo i primi ad essene contenti.
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