LA MELA- SEDUZIONI E RICERCA
Nel mondo della mitologia la mela la ritroviamo in due circostanze come oggetto del desiderio o, per meglio dire, simbolo di seduzione estetica o intellettiva e, come tale, elemento suscitatore di ire divine, gravido di conseguenze nefaste per gli uomini. Nefaste furono, infatti, le conseguenze di quella mela (della Discordia) che, lasciata cadere nel bel mezzo di un convito di divinità olimpiche, generò la disastrosa guerra di Troia, finita, dopo decennali lutti, con le rovine fumanti della città iliaca; ma ancor più nefaste lo furono quelle della mela adamitica, il cui potere seduttivo, come sappiamo, è all’origine di tutti i dolori e le sofferenza che affliggono noi umani.
Nel mondo della realtà la mela conserva ancora il suo valore di simbolo seduttivo, senza che la seduzione, però, sia generatrice di effetti perniciosi.
Ad esempio, l’espressione Grande Mela utilizzata per definire New York non può che rinviare al simbolismo seduttivo di questo frutto. In proposito conservo il vago ricordo di un tale che per spiegare la definizione, diceva: perché New York si lascia addentare come una mela ed inoltre come la mela è oggetto del desiderio, avendone tutto il carattere seduttivo, dove quel “seduttivo” faceva allusione alla primordialità adamitica.
Ma il valore simbolico non è un capriccio, nasce invece dalle qualità seduttive che il frutto possiede in quanto tale.
Sui banchi dei mercati ne vediamo diverse tipologie, tutte belle rubiconde o dorate, oppure di un verde acerbo solitario o con venature rugginose, oppure, ancora, di un verde che sfuma nel dorato o di un dorato sovrastato dal rubigno, e tutte con le loro integre pezzature quasi uniformi, come modellate da una mano esperta nell’arte del dosaggio. L’occhio ne viene catturato e, qualora ne intuisca una croccante compattezza, allora ancor più la mano si fa più lesta, nei mercati fai da te, a infilarle nel sacchetto.
Naturalmente, tipologie, integrità, pezzature non sono frutto dello spontaneismo naturale, sono bensì il risultato di sperimentazioni, cure e trattamenti agronomici eseguiti nel corso tempo con perizia, peccato che nel processo l’olfatto non abbia trovato la giusta protezione.
Ma quali le proprietà nutrizionali della mela?
L’opinione corrente le riconosce proprietà di prevenzione sotto il profilo della sanità fisica, come documenta il detto “Una mela al giorno leva il medico di torno”.
Ma l’interrogativo è stato posto al centro di un progetto di ricerca che sarà realizzato dalla Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso e dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (Trento), in collaborazione tra di loro.
Il progetto è stato illustrato nel corso del convegno che si è svolto a Campobasso, nella sede della Fondazione molisana, a fine febbraio di quest’anno.
Partendo dai dati di uno studio epidemiologico condotto dai Laboratori di Ricerca della fondazione Giovanni Paolo II, nell’ambito del Progetto Moli-sani che ha raccolto informazioni su 25mila persone residenti in Molise, il nuovo progetto si propone di studiare come le caratteristiche individuali delle persone possano influenzare gli effetti benefici del consumo di differenti tipi di mele.
“Finora, ha dichiarato Licia Iacoviello, responsabile del progetto Moli-sani, sappiamo che mangiare mele aiuta a ridurre alcuni parametri di rischio, come il colesterolo e i trigliceridi. Quello che però ancora è poco chiaro è se gli effetti benefici di un consumo regolare di mele sia di fatto uguale per tutti o se invece ci sono delle differenze individuali di cui tenere conto. Ed è proprio ciò che faremo con i nostri colleghi di San Michele all’Adige grazie ad uno studio su volontari umani, reclutati nella popolazione del progetto Moli-sani. Dalle osservazioni passeremo ad un livello ancora più complesso che consiste nello studio del background genetico e della microflora intestinale per vedere come questi ultimi regolano in qualche modo le proprietà salutari delle mele”.
In buona sostanza, il nuovo progetto si propone di individuare la mela più adatta per ciascuno.
Non a caso “A ciascuno la sua mela” era il titolo del convegno.
In altre parole, il progetto si propone di verificare se, attraverso una conoscenza più approfondita degli effetti benefici delle mele, sia possibile che quella funzione preventiva, già riconosciuta dalla comune opinione, possa essere addirittura resa più efficace modellandola sui bisogni propri di ciascuno.
In attesa dei risultati, ci auguriamo che la sperimentazione venga effettuata con mele prive di mono o multi residuo chimici e auspichiamo che comunque questo problema dei residui non venga sottovalutato, considerato che nel 2010 il 18,1% dei campioni di mele analizzati in Italia dalle Arpa presentavano tracce di mono residuo e ben il 45,7%, di multi residuo.
Vorremmo che il bello aspetto col quale la mela esercita nei nostri confronti il suo potere di seduzione risultasse immune, oltre ogni sospetto, di ogni sia pur larvata insidia per la salute umana; vorremmo inoltre che la produzione recuperasse le seduzioni olfattive di quando il frutto maturava più spontaneo sulle piante.
Un giorno, finito casualmente nel deposito di mele “bio” di un’azienda molisana, più che sedotto da quei profumi che sembravano effluvi di ambrosia, ne sono stato letteralmente inebriato.
Riportiamo quei profumi sulle nostre tavole.
Nicolino Civitella
Caro zio che belle le tue foto e grazie per avermi pensata. Che bello il tuo post sulla mela. Ti mando un grande bacio, Alice, anche da mamma e babbo.
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