I GIORNI DELLA MERLA
Sono giorni che le notizie del gelo in arrivo vengono tenute calde dagli organi di informazione e mettono paura, creando uno scontro tra l’individuo e la natura. Nonostante sia Il periodo segnato dalla merla, quello più naturale per il gelo, che dovrebbe essere atteso con emozione e quando arriva essere ricevuto con un saluto caloroso “Benvenuto inverno” e, aggiungere, “Finalmente !”.
Non se ne può più di un’informazione forzata o tutta tesa a raccontare le stupidità, il niente, il gossip, a esagerare per essere ascoltata. Non sa fare altro, eppure c’è dell’altro da raccontare.
Pensiamo al disastro all’Isola del Giglio, giorni e giorni di chiacchiere e di racconti di mille particolari, come a volersi far male nel mondo. Dimenticando di dire che la compagnia Costa è di proprietà inglese e che questa proprietà ha preso tutte le decisioni, compresa la scelta del capitano e del personale; non spendendo più di una parola per quella gente stupenda, per dignità e ospitalità, che abita la piccola, incantevole isola dell’arcipelago toscano.
Niente solo a far male a questo Paese che ancora paga immagini per niente belle di un recente passato.
Tornando all’ossessione del gelo, se uno ci pensa c’è da preoccuparsi non del suo arrivo, che è fonte di vita, ma che succeda l’incontrario, ciò che porterebbe a far saltare un incontro, quello tra Nord e Sud. Un incontro fondamentale che porta la terra, e l’uomo con essa, a respirare, non importa se è giorno o notte, c’è il sole o la luna, fa freddo o caldo, nevica o piove e, se permettete, grazie a noi, tira vento.
Un concetto, per esempio, da spiegare ai seguaci della Lega Nord che, per mancanza di spazi o per i troppi vuoti nel cervello, non riescono a capire che il Nord ha del Sud un bisogno vitale, e viceversa.
Una verità che, invece, è dentro il cervello e l’anima di voi del Sud che spesso, ma solo per dimostrare l’innata disponibilità alla sopportazione ed al sorriso, vi trasferite al Nord. Una disponibilità che c’è grazie ai colori, profumi e sapori di una terra ricca di storia e di cultura, oggi raccolti in una dieta, cioè in uno stile di vita segnato dal Mediterraneo che, il mondo, si sforza di adottare.
Noi venti siamo felici di questo incontro permanente, anche quelle volte che diventa scontro, perché così continuiamo a sognare il domani senza le preoccupazioni che ci hanno dato questi mesi senza neve e senza pioggia, con un autunno e un inizio inverno che facevano pensare alla primavera.
Una grande tristezza vedere i due laghi artificiali, restringersi giorno dopo giorno e pensare che le falde freatiche subissero lo stesso sport, con il rischio per le sorgenti di rimanere a secco.
Una situazione drammatica, se si pensa alla prossima estate quando la natura ha ancor più bisogno di acqua.
È di questo bisogno che dovrebbe preoccuparsi l’informazione per far capire a ognuno la preziosità dell’acqua, soprattutto quella potabile, e la necessità di programmare il suo futuro, non solo trovando il modo di conservarla, ma anche di utilizzarla e non sprecarla come avviene da tempo.
Lo diciamo pensando agli enormi quantitativi sprecati a causa delle perdite per le condotte obsolete; l’estensione dei seminativi a scapito dei boschi; le richieste ingenti della Turbogas e del nucleo industriale; lo stesso abuso che ne fanno molti produttori nel momento in cui non c’è il contatore, provocando due danni insieme: quello dello spreco di questa risorsa e l’altro di una perdita di fertilità del terreno.
Lo diciamo, anche, pensando che siamo stravolti da cambiamento di programma che ci vede bloccati come in una stazione dal vento di levante, nel momento in cui spetta a noi soffiare il gelo dal Nord per il grande incontro con il caldo del Sud, con il rischio che invece di nevicare esca il sole e, con il sole, vedere riaffiorare la preoccupazione di cui prima parlavamo.
Non sappiamo più cosa dire. Aspettiamo di esprimere il nostro pensiero solo dopo aver ascoltato il telegiornale.
A Varie (la Bora)
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