OSPEDALE: RIBELLARSI A QUANTI HANNO PRESO IN GIRO IL POPOLO DI LARINO
Non è la storia dell’ospedale che non è chiara. Una storia lineare che parte da lontano, molto lontano, quando a decidere le sue sorti erano i democristiani e, allora come oggi, erano le promesse e le raccomandazioni che decidevano i risultati della politica. E l’ospedale, allora nelle mani di abili manovratori, oggi nelle mani di abili lecchini, continua ad essere, nonostante sia in fase di smobilitazione per la definitiva chiusura, uno straordinario contenitore di voti, capace di inventare amministratori e politici, che sanno solo infamare e ricattare. Quei politici di oggi, di ieri e dell’altro ieri, che devono la loro fortuna di amministratori alla capacità di strumentalizzazione dell’ospedale “G. Vietri”. C’è da dire, però, che hanno mostrato di essere davvero bravi in questa attività.
Una storia lineare per la parte - senza andare lontano nel tempo - che merita di essere raccontata e che vede, la seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso, Iorio protagonista dell’inizio e poi anche della fine dell’ospedale, con il suo “ribaltone” del governo Veneziale, che i molisani avevano eletto nelle elezioni regionali del 1995.
È la sanità, con la riforma Astore da contrastare, la ragione principale di quel ribaltone politico promosso da Iorio con il consenso della destra molisana guidata da Patriciello e Di Giandomenico. Il primo per i forti interessi suoi e della sua famiglia nel campo sanitario e il secondo per giustificare l’eredità (spesa male se uno guarda ai risultati), ricevuta da La Penna, riguardante il controllo della sanità bassomolisana, in pratica dei due ospedali di Termoli e Larino, che, oggi, pagano a caro prezzo questa svolta.
L’ospedale “S. Timoteo”, perché messo nelle condizioni di soffocare e di non essere capace di dare le risposte di cui ha bisogno questo vasto e importante territorio. Un territorio, si badi bene, spogliato delle sue fondamentali risorse ed invaso, senza una programmazione, di pale eoliche, pannelli solari, biomasse, turbogas, chimica, e, quello che è ancora peggio, di rifiuti gestiti dalla criminalità, che fanno male alla tranquillità di questa nostra terra e, soprattutto, alla salute dei molisani del Basso Molise.
Mentre l’ospedale “Vietri”, già smontato da tempo, ha, in questa fase di campagna elettorale, il portone appena socchiuso, che Iorio, sempre che vinca, sbatterà e chiuderà definitivamente subito dopo le elezioni. E l’ospedale, anche senza Iorio governatore, comunque chiuderà per colpa sua e di chi ha sostenuto questa sua ostinazione, gli amici di Larino, la sua maggioranza e l’intera opposizione che non ha alzato un dito, ma solo proferito qualche sillaba di circostanza.
Però, solo se c’è la discontinuità e un nuovo governatore scelto dai larinesi e dai molisani, torna la speranza di riaprirlo, purchè, se vuole essere votato lui e la sua maggioranza,.impegnato a farlo in questa campagna elettorale.
Tornando alla storia dell’ospedale, è proprio il periodo del dopo ribaltone con Iorio neo governatore, che permette a Di Giandomenico di fare quello che vuole, grazie al direttore Verrecchia ed all’aiuto della consigliera regionale, De Camillis, che passa subito con Iorio, dando, così, avvio alla sua fortuna politica che la porta ad essere attualmente parlamentare.
È la De Camillis che, con l’attuale sindaco di Termoli e l’attuale presidente della Provincia, si presta a consegnare al boia l’istituzione Maugeri che, nel breve tempo di attività, aveva mostrato due cose importanti: eccellenza di prestazioni e di risposte; richiamo di utenza da fuori regione con soldi incassati e non spesi dalla sanità molisana.
La chiusura della Maugeri passa sulla testa dei larinesi, però non di quella del Vescovo Mons. Valentinetti, che scrive una lettera bellissima a difesa della permanenza a Larino di questa primaria istituzione nel campo della riabilitazione; dell’avv. Beppe Bucci, ricoverato in gravi condizioni e rimesso in vita da questa struttura, e di alcuni familiari di persone ricoverate presenti al momento della chiusura. Una chiusura che, è bene ricordarlo, ha fatto anche, purtroppo, stappare bottiglie di champagne per la felicità. Sono i soliti medici, infermieri, tecnici, buoni per tutte le stagioni e fra questi soggetti anche quelli che, nel frattempo, sono stati eletti amministratori di Larino proprio grazie alla strumentalizzazione della vicenda ospedale ed alla massa di non verità raccontate alla gente, più come tromboni che come vecchi banditori.
Parte da qui la fine dell’ospedale di Larino. Un danno di enorme gravità, voluto da quelli che oggi governano la Regione ed hanno l’appoggio di quelli che governano Larino, che spiana la strada a Iorio per la chiusura nonostante il giuramento solenne fatto ai larinesi, nel giorno di chiusura della campagna elettorale di tre anni fa, che non avrebbe mai e poi mai fatto chiudere l’ospedale.
La storia vera è questa, tutto il resto fa parte del folklore per niente bello, qual’è stato ed è quello degli amministratori di comodo e dei sostenitori occulti dei governi Iorio, che, come i cani che abbaiano e non mordono, sono solo fedeli amici.
Non è la storia dell’ospedale “G. Vietri” di Larino, quindi, che non è chiara, nemmeno quella del ruolo svolto da Iorio, ma la storia di quelli (pochi per fortuna) che, soprattutto in questi ultimi anni, per un innato senso di servilismo, di invidia e di capacità a non ragionare e far ragionare, hanno ridotto a poca cosa l’antica capitale dei Frentani.
Una presa in giro continua, ultima l’annuncio, a gennaio, da parte di Iorio e del suo fido vicesindaco di Larino, del “Bambin Gesù”, che, a maggio, subito dopo la campagna elettorale per le provinciali, viene smentito con la sospensione dei lavori di adattamento degli ambienti.
Una presa in giro che questa nostra città non meritava e non merita, ed alla quale è tempo di ribellarsi.
pasqualedilena@gmail.com
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