LA FINE LENTA DELLA GLOBALIZZAZIONE
Leggendo qua e là per i lettori di Larinoviva.it ho trovato molto interessante e di grande attualità l’articolo “Dopo il picco del petrolio andrà a picco la globalizzazione” di Gunter Pauli, imprenditore e autore di The blue economy .
Pauli, rifacendo il percorso della globalizzazione dell’economia mondiale negli ultimi decenni, con la speranza, mai appagata, di una “crescita che portasse ricchezza dagli strati sociali più alti fino ai più bassi” e il risultato, invece, che “nell’econmia globalizzata, la povertà è l’unico fenomeno sostenibile”, afferma che “l’azione più decisiva necessaria – e la meno dibattuta- è cambiare il modello di business” visto che tutto “è stato organizzato per la efficienza e nessuno ha mai considerato la sufficienza, con l’avidità che, nella dinamica imprenditoriale, ha preso il sopravvento sulla necessità”.
Si tratta, ora, secondo blue economy, di “soddisfare le necessità di base con quel che abbiamo” in modo da utilizzare la capacità di dare del pianeta e così prendere coscienza del concetto della sufficienza, che vale per ogni essere vivente e non solo per l’uomo. Da qui la necessità di trovare nutrienti e energia in grado di riprodursi come qualsiasi ecosistema, nel momento in cui è un dato “il picco più alto del petrolio (2007), cioè della sua massima estrazione, che ha messo in luce l’impoverimento delle riserve, è diventato il picco più alto della globalizzazione e, con essa, della espansione delle imprese e della loro trasformazione in multinazionali”.
Da ora in poi il risultato sarà un ridimensionamento di queste imprese e si tornerà alle piccole e medie imprese che saranno capaci di utilizzare le risorse disponibili, ciò che fa pensare che salta l’importanza degli investimenti stranieri e la ricerca di materiali lontani dal luogo di produzione.
“Il successo – afferma Pauli- è nelle imprese locali che saranno capaci di creare un’ampia alleanza di attività economiche e sociali con molteplici guadagni e benefici……….ciò permetterà che David vince un’altra volta Golia…. E, a differenza delle 500 corporazioni più grandi che elenca la rivista Fortune, pochi imprenditori aspirano a rimpiazzare questi giganti e saranno soddisfatti se ognuno riuscirà a mordere una porzione del 2 o 3% del mercato dei loro formidabili avversari …..Così – conclude Pauli- nascerà una nuova società nella quale si creeranno posti di lavoro sufficienti, dove i migliori prodotti per la salute e l'ambiente saranno meno costosi e si creerà capitale sociale con la semplice dinamica di essere più produttivi e competitivi. In definitiva, questo è quello che spera l'economia umana: realizzare molto di più con molto meno”.
Torna, così, quella mia vecchia fissazione dello sviluppo locale e, oggi, più che mai dell’importanza delle risorse del territorio che – come fa pensare il ragionamento di Pauli – dovrebbe essere considerato una ricchezza ancor più straordinaria e preziosa sul quale pensare e investire tutta la nostra intelligenza e tutte le nostre energie.
Chi prima riesce a convincersi e ad avviare questo nuovo processo, prima arriverà a dare quelle risposte che da tempo, soprattutto i giovani, aspettano e che la crisi sembra loro negare. Sempre leggendo qua e là, come mi capita di fare dalla mattina alla sera, la mia sensazione, ormai certezza, è che la classe politica e dirigente, non solo di questo nostro Molise, è preso da altri pensieri.
pasqualedilena@gmail.com
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