“VERSI DI VINI” A LARINO



Una serata all’insegna della cultura più vera qual è quella che dà voce alla poesia, alla musica, al vino, allo stare insieme e vivere la gioia della semplicità e della sobrietà.

Una serata bella quella di AFRA, un’associazione nata per ricordare Antonella Franceschini che alla cultura ha dedicato tutta la sua breve ma intensa vita, organizzata in via Marconi, una strada adiacente a piazza Vittoria Emanuele quella che raccoglie il Monumento ai Caduti e il Palazzo Ducale della Città frentana.

A fare gli onori di casa la sorella di Antonella, Caterina e il nipote Gianluca Venditti, davvero sorprendente per la profonda conoscenza, nonostante la sua giovane età, della vite e del vino, questo dono che Dioniso ha voluto consegnare all’uomo e che da millenni lo accompagna nella buona e nella cattiva sorte.

Una profonda conoscenza, dicevamo, testimoniata dalla capacità di condurre la serata e di legare con un filo del discorso, che scorreva liscio come l’olio, nel racconto del vino, questo dono, dicevamo, di Dioniso e, anche, di una terra generosa di colline e di ambienti, di territori particolari che il vino testimonia e rappresenta alla grande, con le tante e importanti denominazioni di origine controllate (Doc e Docg) diffuse ovunque in questo nostro Paese, non a caso noto, sin dall’antichità, “Enotria Tellus”, la Terra del Vino. Il Molise è un piccola importante parte di questa leggenda visto che con i suoi reperti vive da qualche settimana una stupenda mostra, “il Dono di Dioniso”, a Salonicco, in Macedonia.


Un amore vero, quello di Gianluca, per questo prodotto con un retrogusto – visto che parliamo di vino – di dosata e contenuta emozione, come sempre accade a chi tocca o parla di un bene amato. Un pubblico attento e partecipato, soprattutto di giovani, in un momento in cui il bisogno di vino in quanto moderazione e piacere di bere, “bere poco per bene”, come abbiamo avuto modo di dire con un progetto “Vino e Giovani”, diffuso dall’Enoteca Italiana di Siena, a migliaia di giovani di tutte le Regioni italiane. Riflettevamo, mentre pensavamo a mettere giù qualche appunto da raccontare, sulle straordinarie potenzialità che la cultura ha e può esprimere in questo nostro Paese e in questa nostra città, caduto nelle mani di persone che sono convinte che la cultura non serve perché, credono, non si mangia. Potenzialità, come abbiamo avuto modo di sottolineare in altre occasioni, a Larino sono nella passione dei giovani per la Festa di S. Pardo e i Carri di Carnevale e che fanno ben sperare, soprattutto alla luce della serata di ieri sera, in un domani nuovo per questa nostra città che tanto può continuare a dare al Molise che ha forte bisogno di rinascere.

Le note del gruppo “Alberi sonori” con la bella voce di Cinzia Minotti; i versi che grandi poeti hanno dedicato al vino, letti da giovanissimi cantori e dalla bravissima poetessa larinese, Carolina Mastrogiuseppe; i versi in dialetto del larinese De Santis e di un poeta termolese, quest’ultimi letti da Chiara che ha anche cantato e entusiasmato, lasciando a un ricordo del passato i vecchi e, spesso, antipatici, campanilismi. E, non per ultimi, i profumi ed i sapori di due importanti vini di D’Uva Angelo, vignaiolo in Larino, versati in bellissimi calici di cristallo.

Parliamo del Kantharos, un bianco che lascia esprimere il meglio dei caratteri del vitigno più diffuso in Italia, il “trebbiano”, e, poi, la Tintilia, nella sua veste nuova di 4 a Doc del Molise, dopo “Biferno”, “Pentro”, “Molise” e, appunto, “Tintilia”, questo vino rosso, “tinto”, frutto di un vitigno autoctono, che abbiamo avuto la fortuna di salvare dall’estinzione tanti anni fa.

Chiudiamo questa nostra nota con un grazie e un invito all’associazione Afra a dar vita ad altre di queste belle serate.


pasqualedilena@gmail.com




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