NON E' IL SOLO

È assessore in carica della Regione Molise ed è l’ultimo a sapere dei disastri della sanità molisana, tant’è che se la prende con l’atto aziendale che riorganizza i servizi e scarica di ogni responsabilità Iorio, se stesso e la giunta di cui fa parte.

Solo chi non ha il senso della vergogna può raccontare quello che ha raccontato Velardi e, se lo ha fatto, è perchè lui è convinto che la gente del Basso Molise può essere presa per il culo.

Noi vènti, che sfioriamo il bene e il male, il serio e il ridicolo, la bontà e l’avarizia, l’intelligenza e la stupidità, non possiamo non dire “ma questo amministratore regionale, di mestiere assessore ai trasporti, così attento oggi, dove è stato in tutti questi anni in cui si smontava a pezzi la sanità molisana, a cominciare dagli ospedali più deboli, per colpa di chi ha amministrato ed amministra la Regione, di Larino, Venafro e Agnone?”.

Evidentemente non ha dato peso alla questione delle questioni, la sanità, che dovrebbe essere nell’agenda di ogni politico ed amministratore molisano, forse perché era convinto che Termoli non avrebbe avuto alcun problema, nel momento in cui sarebbe stata Larino la vittima sacrificale.

Però, è da sottolinearlo, ha capito che Termoli e l’intero Basso Molise, sempre – sia chiaro- per colpa dell’Atto aziendale e mai di Michele Iorio, sua e della giunta della quale fa parte, è un “territorio inascoltato e bistrattato”, come se a governare la Regione non ci sono loro, ma altri. Uno, che se crede a quello che afferma, non perderebbe neanche un secondo a stare ancora insieme a chi ha reso il Basso Molise, territorio inascoltato e bistrattato. Uno, ma non Velardi, che, senza arrossire, continua a stare inchiodato alla sedia di assessore della giunta Iorio.

Non conosciamo, se non di sfuggita, l’assessore ai trasporti, Velardi, che si è appena svegliato di soprassalto, ma a leggere le sue preoccupazioni, dev’essere una persona serena e tranquilla in mancanza di pensieri, se non quando capita di fare brutti sogni per il caldo esagerato di questi giorni, che noi vènti, che soffiamo da nord in direzione sud, non ci siamo permessi di contrastare.

Tutta colpa delle scelte di Iorio e dei suoi Velardi, dei consiglieri di opposizione, che, quando non mangiano o vanno a fare ambasciate per i loro elettori, dormono e, prima di dormire, durante il dormiveglia, pensano alle prossime elezioni. Colpa anche di questo Atto aziendale che ha il merito, però, di aver svegliato chi dormiva, salvo la tanto on. Sabrina De Camillis, che vive nel silenzio più assoluto per come ha collaborato alla fine dell’ospedale di Larino.


Lei sa e non da ora e, nonostante la capacità di far capire lucciole per lanterne, non può dire con Velardi, “Toh! Che sta succedendo! Vuoi vedere che se la prendono con Larino e il Basso Molise?” Diciamo, se ci è permesso, che Velardi è una persona senza ansie, né apprensioni, fondamentalmente uno un po’ distratto per avere dimostrato di avere spesso la testa tra le nuvole, curioso di stelle e di firmamento, attento a non disturbare il manovratore per non rischiare la poltrona di assessore.

C’è da pensare al prossimo assessore o, anche, dopo l’urlo straziante di Totaro di qualche giorno fa, a un altro consigliere del Basso Molise che avrà da ridire delle scelte dell’Atto aziendale, più volte prima citato, come a far capire che tutto è successo a sua insaputa e che la colpa non è certamente sua, neanche dei suoi colleghi e, meno che mai, di Iorio. La colpa è di chi, pur non essendo stato eletto, si permette di decidere le sorti di questa Regione, fino ad oggi, magnificamente amministrata da Michele Iorio, così bene da paralizzare ogni minima azione delle forze di opposizione.
Piccoli o grandi di statura, anche esagerati, muti o ciarloni, questi oppositori silenti li puoi trovare lì a dormire come bambini che hanno appena finito di allattare direttamente alla mammella della mamma Regione.

Da ora in poi di urla di gente che si è di colpo svegliata se ne sentiranno a ripetizione, perché nessuno, soprattutto i Velardi, vuole arrivare impreparato alla prossima campagna elettorale.

Mentre soffiamo nella parte alta, da Monte Arcano al Monte Arone, incrociamo la macchina che chiede alla gente di protestare lasciando la tessera elettorale, tanto una copia, nel momento in cui vuoi andare a votare, nessuno te la può negare.

Altra storia, questa, tutta da raccontare!

A voreie

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