SERVE L’AGRICOLTURA PER USCIRE DALLA CRISI
Riportare l’agricoltura al centro del dibattito politico e culturale serve anche per affermare le peculiarità delle nostre eccellenze agroalimentari, il significato e i valori dei territori che le esprimono, soprattutto l’origine della qualità, fondamentale per dare fiducia ad un consumatore che ha sempre più bisogno di essere garantito nella scelta del cibo. L’abbinamento “spor t- alimentazione”, creato dalla Fidal, è una straordinaria opportunità per la valorizzazione e affermazione di nostri prodotti sul mercato globale.
Un grande quadro senza la cornice perde di valore e la stessa cosa succede se la cornice non è adeguata al valore ed alla bellezza del quadro.
Cerco di spiegarmi. In questi anni di lento e costante abbandono della agricoltura, bisogna ringraziare il vino ed altri prodotti testimoni dei nostri territori, se dell’agricoltura si è continuato a parlare, lasciando accesa una piccola fiammella nel campo della cultura di questo nostro Paese, che, dispiace dirlo, si è andata restringendo sempre più da qualche anno a questa parte.
Anzi, mentre questo campo riduceva la sua sperficie e registrava una perdita netta di attenzione per la nostra Agricoltura ed il mondo rurale, questi prodotti hanno svolto un’azione di recupero di questa perdita, riuscendo, perfino, a diventare testimoni , “genius loci”, dei territori che li esprimono, in quanto origine della qualità.
E’ il tempo in cui si affermano le denominazioni di origine, sia quelle controllate e/o garantite, riguardanti i vini, soprattutto dopo l’approvazione della legge 164, che apporta modifiche al Dpr 930 del 1963, quello che apre alla grande qualità i nostri vini, e le denominazioni si estendono, con le Dop, e Igp regolamentate dall’Ue, agli altri prodotti dell’agroalimentare italiano. Il risultato è, nel corso di qualche decennio, la creazione di un quadro delle eccellenze, davvero straordinario, che, oggi, dà al nostro Paese un primato, in Europa e nel mondo, significativo in quanto a qualità dei prodotti ed alla tracciabilità della stessa. E non solo, primati anche nel campo del biologico e della biodiversità, che, nell’insieme, anticipano temi che sono, oggi, di grande attualità, quali la garanzia richiesta dal consumatore; la sostenibilità ambientale; la corretta e sana alimentazione; il significato ed il valore del territorio; la scelta del destinatario dei nostri prodotti, cioè quale consumatore privilegiare nella prospettiva, non lontana, di un mondo che deve conciliare la perdita di terreno agricolo con la crescita della popolazione.
Per fortuna, grazie alle istituzioni, e, soprattutto, ai dirigenti e burocrati di queste istituzioni, a partire dal Mipaaf e dalle Regioni; ai produttori lungimiranti ed ai loro consorzi; ai tecnici ed alle organizzazioni professionali e cooperative, il quadro che abbiamo di fronte oggi è rappresentativo di risultati, in molti casi esaltanti, che, sicuramente, avrebbero avuto maggiore attenzione se il quadro avesse trovato la sua naturale cornice, l’agricoltura e il mondo rurale, già attrezzato di politiche e strategie adeguate a trainare e velocizzare questo processo.
Non sono bastati, quindi, questi risultati né i tanti proclami, di questa o quella organizzazione, a riportare l’agricoltura e lo sviluppo rurale al centro del dibattito economico. C’è voluta la crisi, globale e locale, per far riflettere - se si vuole fare della situazione attuale una necessità da trasformare in virtù - sulla centralità dell’agricoltura, per renderla fattore strategico, quindi decisivo del cambiamento di cui il mondo e l’Italia hanno bisogno.
Tant’è che, ultimamente, il settore primario è tornato a interessare l’agenda politica, con iniziative di grande interesse. Prima fra tutte il vertice dei Ministri dell’Agricoltura del G8, tenutosi qualche settimana fa in provincia di Treviso, voluto dal nostro Ministro, On. Zaia, con la dichiarazione finale che farà parte dell’agenda del prossimo G 8.
Seguendo il recente G8 Agricoltura e, soprattutto, leggendo la Dichiarazione finale di questo importante vertice, posso dire che c’è la volontà di ridare al quadro una cornice, ancora più preziosa del passato, nel momento in cui l’agricoltura e lo sviluppo rurale, con la sicurezza alimentare, vengono posti al centro del dibattito politico internazionale e della crescita economica sostenibile. In pratica torna l’agricoltura quella attività produttiva nobile ed importante e, come tale, di grande attualità con la sua capacità, unica per la verità, di mettere a disposizione dell’uomo il cibo di cui ha bisogno.
Personalmente ho colto, in questa dichiarazione, la necessità e, insieme, il significato di una nuova cultura che, voglio augurarmi, sia la base di una rinascita di un settore che serve al nostro Paese per programmare il suo futuro, e dare, attraverso i suoi primati nel campo della qualità e biodiversità, quel ruolo che le spetta nel panorama internazionale, di punto di riferimento del consumatore. Un consumatore che ha sempre più bisogno di essere garantito nelle scelte, sapendo che una corretta alimentazione è tanta parte del suo stato di salute e di benessere.
Far conoscere i risultati che sono alla base dei primati che offre la nostra agricoltura, così come sta facendo la Federazione dell’Atletica leggera italiana – lo sottolineavo nel precedente articolo - con la sua scesa in campo con la organizzazione della “Maratona del Gusto e delle Bellezze d’Italia”, vuol dire far crescere e le azioni di marketing. Soprattutto se si pensa che la Fidal, con questa sua iniiativa, ha aperto le porte ad altre realtà del mondo dello sport, dando risalto ad un abbinamento “alimentazione e sport”, che vive da sempre ed, ora, può dare risposte nuove ad un mondo, quello agricolo, che ha bisogno di amici, prima ancora che di programmi e sostegni.
p.di.lena@alice.it
Pubblicato sul mensile "Chianti - le Terre del vino
Un grande quadro senza la cornice perde di valore e la stessa cosa succede se la cornice non è adeguata al valore ed alla bellezza del quadro.
Cerco di spiegarmi. In questi anni di lento e costante abbandono della agricoltura, bisogna ringraziare il vino ed altri prodotti testimoni dei nostri territori, se dell’agricoltura si è continuato a parlare, lasciando accesa una piccola fiammella nel campo della cultura di questo nostro Paese, che, dispiace dirlo, si è andata restringendo sempre più da qualche anno a questa parte.
Anzi, mentre questo campo riduceva la sua sperficie e registrava una perdita netta di attenzione per la nostra Agricoltura ed il mondo rurale, questi prodotti hanno svolto un’azione di recupero di questa perdita, riuscendo, perfino, a diventare testimoni , “genius loci”, dei territori che li esprimono, in quanto origine della qualità.
E’ il tempo in cui si affermano le denominazioni di origine, sia quelle controllate e/o garantite, riguardanti i vini, soprattutto dopo l’approvazione della legge 164, che apporta modifiche al Dpr 930 del 1963, quello che apre alla grande qualità i nostri vini, e le denominazioni si estendono, con le Dop, e Igp regolamentate dall’Ue, agli altri prodotti dell’agroalimentare italiano. Il risultato è, nel corso di qualche decennio, la creazione di un quadro delle eccellenze, davvero straordinario, che, oggi, dà al nostro Paese un primato, in Europa e nel mondo, significativo in quanto a qualità dei prodotti ed alla tracciabilità della stessa. E non solo, primati anche nel campo del biologico e della biodiversità, che, nell’insieme, anticipano temi che sono, oggi, di grande attualità, quali la garanzia richiesta dal consumatore; la sostenibilità ambientale; la corretta e sana alimentazione; il significato ed il valore del territorio; la scelta del destinatario dei nostri prodotti, cioè quale consumatore privilegiare nella prospettiva, non lontana, di un mondo che deve conciliare la perdita di terreno agricolo con la crescita della popolazione.
Per fortuna, grazie alle istituzioni, e, soprattutto, ai dirigenti e burocrati di queste istituzioni, a partire dal Mipaaf e dalle Regioni; ai produttori lungimiranti ed ai loro consorzi; ai tecnici ed alle organizzazioni professionali e cooperative, il quadro che abbiamo di fronte oggi è rappresentativo di risultati, in molti casi esaltanti, che, sicuramente, avrebbero avuto maggiore attenzione se il quadro avesse trovato la sua naturale cornice, l’agricoltura e il mondo rurale, già attrezzato di politiche e strategie adeguate a trainare e velocizzare questo processo.
Non sono bastati, quindi, questi risultati né i tanti proclami, di questa o quella organizzazione, a riportare l’agricoltura e lo sviluppo rurale al centro del dibattito economico. C’è voluta la crisi, globale e locale, per far riflettere - se si vuole fare della situazione attuale una necessità da trasformare in virtù - sulla centralità dell’agricoltura, per renderla fattore strategico, quindi decisivo del cambiamento di cui il mondo e l’Italia hanno bisogno.
Tant’è che, ultimamente, il settore primario è tornato a interessare l’agenda politica, con iniziative di grande interesse. Prima fra tutte il vertice dei Ministri dell’Agricoltura del G8, tenutosi qualche settimana fa in provincia di Treviso, voluto dal nostro Ministro, On. Zaia, con la dichiarazione finale che farà parte dell’agenda del prossimo G 8.
Seguendo il recente G8 Agricoltura e, soprattutto, leggendo la Dichiarazione finale di questo importante vertice, posso dire che c’è la volontà di ridare al quadro una cornice, ancora più preziosa del passato, nel momento in cui l’agricoltura e lo sviluppo rurale, con la sicurezza alimentare, vengono posti al centro del dibattito politico internazionale e della crescita economica sostenibile. In pratica torna l’agricoltura quella attività produttiva nobile ed importante e, come tale, di grande attualità con la sua capacità, unica per la verità, di mettere a disposizione dell’uomo il cibo di cui ha bisogno.
Personalmente ho colto, in questa dichiarazione, la necessità e, insieme, il significato di una nuova cultura che, voglio augurarmi, sia la base di una rinascita di un settore che serve al nostro Paese per programmare il suo futuro, e dare, attraverso i suoi primati nel campo della qualità e biodiversità, quel ruolo che le spetta nel panorama internazionale, di punto di riferimento del consumatore. Un consumatore che ha sempre più bisogno di essere garantito nelle scelte, sapendo che una corretta alimentazione è tanta parte del suo stato di salute e di benessere.
Far conoscere i risultati che sono alla base dei primati che offre la nostra agricoltura, così come sta facendo la Federazione dell’Atletica leggera italiana – lo sottolineavo nel precedente articolo - con la sua scesa in campo con la organizzazione della “Maratona del Gusto e delle Bellezze d’Italia”, vuol dire far crescere e le azioni di marketing. Soprattutto se si pensa che la Fidal, con questa sua iniiativa, ha aperto le porte ad altre realtà del mondo dello sport, dando risalto ad un abbinamento “alimentazione e sport”, che vive da sempre ed, ora, può dare risposte nuove ad un mondo, quello agricolo, che ha bisogno di amici, prima ancora che di programmi e sostegni.
p.di.lena@alice.it
Pubblicato sul mensile "Chianti - le Terre del vino
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