articolo x il Chianti - 1°semestre 2003
Le celebrazioni per i 70 anni dell'Ente Mostra Vini - Enoteca Italiana, tra gli splendidi affreschi della Sala del Mappamondo del Palazzo comunale di Siena, sotto lo “sguardo” della Maestà di Simone Martini, da un alto, e del Guidoriccio da Fogliano del Lorenzetti, dall’altro, hanno visto protagonisti molta parte degli “attori” di una vicenda storica iniziata nel 1933 a Siena, e proseguita fino ad oggi con grande passione, professionalità, voglia di rinnovamento e di apertura al nuovo. Una volontà testimoniata dai progetti speciali "Vino è", rivolto ai consumatori per vivere meglio il rapporto con il vino, “Vino e giovani”, vera e propria scommessa che riguarda le nuove generazioni ed il futuro del nostro Paese e "Il Sole nei Calici", con la Regione Campania, che offre ad un pubblico scelto di operatori e comunicatori, la possibilità di conoscere la ricchezza dei "Vigneti del Sud", con una selezione dei vini che possono diventare una risorsa fondamentale per vincere la competizione del mercato, che si fa sempre più agguerrita.
L’uno accanto all’altro, il sen. Riccardo Margheriti, presidente di un passato prestigioso, agli esordi della diffusione della cultura del vino in Italia e l’on, Flavio Tattarini, attualmente alla guida dell'Ente Vini - Enoteca Italiana ed al timone, ormai da molti anni, insieme nella Sala del Mappamondo, hanno rappresentato la sintesi di un settantennio di lotte e conquiste, che hanno segnato la storia ed il ruolo di questa istituzione: l’unico Ente pubblico a carattere nazionale del nostro Paese (un decreto del Presidente della Repubblica del 1950, tuttora vigente, lo definisce strumento economico a carattere pubblico), creato allo scopo specifico di promuovere, valorizzare e tutelare il vino italiano in Italia e nel mondo.
Un ruolo che ha segnato profondamente la storia del vino italiano.
Vicende che abbracciano un arco di tempo lungo 70 anni, ricostruito con paziente opera di ricerca storica da Giuliano Catoni e diventato per l’occasione un libro, “Ad usum dei vini”: una pubblicazione speciale edita per i 70 anni dell’Ente Vini - Enoteca Italiana, illustrata da Emilio Giannelli e che si avvale dei contributi di Roberto Barzanti, Alessandro Falassi, Omar Calabrese e delle testimonianze dei protagonisti degli ultimi trent’anni.
In 120 pagine è narrata la storia dell’Ente, ad iniziare dal 1933, quando negli ambienti interni ed esterni della Fortezza Medicea, viene organizzata la prima Mostra - Mercato dei Vini Tipici e di Pregio, fino al 1960, data alla quale risale, ad opera di un piemontese, il prof. Giovanni Dalmasso, la trasformazione di questa biennale in una mostra chiamata Enoteca Italica Permanente, che, alla fine degli Anni '80, ha preso il nome di Enoteca Italiana.
La denominazione di Enoteca Italiana si identificò allora con quella dell’Ente: l’Enoteca, intesa come strumento operativo di un Ente che ha contribuito a segnare i tempi della vitivinicoltura italiana, spesso ad anticiparli, perché privilegiato dal suo carattere pubblico; oltre che osservatorio nazionale e centro di cultura in grado di vivere il mercato, con le sue azioni nel campo della promozione e della valorizzazione dei nostri grandi vini.
Epoche ed avvenimenti si succedono nel libro e richiamano alla memoria momenti “chiave”, anche più recenti, della vita dell’Ente Vini. Come ad esempio, la prima grande avventura all’estero, nell’agosto del 1986, quando l’Enoteca si recò in Canada, nella bellissima città di Vancouver, che doveva ancora festeggiare i primi suoi 100 anni di vita.
Varcare i confini nazionali consentì, in pochissimo tempo, di acquisire notevole esperienza sui più importanti mercati del mondo: Francia, Stati Uniti, Singapore, Giappone, Germania, e più di recente Finlandia, Cina, India, Australia.
Ma la storia dell'Ente Vini - Enoteca Italiana, al pari di tutte le vicende umane, ha vissuto alti e bassi. Agli inizi degli Anni ’80, in particolare, l’Ente e la sua Enoteca attraversarono un momento di crisi che aveva le sue origini nel passaggio delle competenze sugli Enti Fiera, a fine Anni ’70, dallo Stato alle Regioni.
Si scopre così che fu merito dell’allora presidente, Sen. Luciano Mencaraglia, della sua esperienza di politico e di esperto amministratore, da poco nominato (nel rispetto del nuovo statuto) dalla Regione Toscana, se l'Ente non chiuse i battenti e trovò nella centralità della cultura del vino le sue nuove basi per rilanciare un ruolo, che ha dato idee e progetti innovativi alla vitivinicoltura italiana.
In quegli anni, era forte lo scontro con una cultura ancora lontana dal comprendere la indispensabile centralità del mercato ed il ruolo strategico dell’Ente e della sua Enoteca nel campo del marketing, tanto più in una fase che cominciava a dare i primi segni della globalizzazione.
In questo quadro, la mostra "Arte e vini di Toscana" del 1979 è forse stato il primo grande segnale dei cambiamenti che toccheranno in profondità il mondo del vino italiano, a partire dagli Anni ’80.
C’è da dire, tuttavia, che l’idea di un Ente e di una struttura di promozione permanente, a carattere pubblico e, quindi, in dovere di darsi regole, - si pensi alla selezione della qualità -, e di farle rispettare a tutti, è stata sempre percepita, a seconda dei momenti e delle situazioni, un fastidio da eliminare o uno strumento utile da tenere sotto costante controllo, o, ancora, com’è successo di recente, da mettere in difficoltà per non farle esprimere tutte le grandi potenzialità.
Seguendo il filo della storia, intanto, si scopre che se la crisi segnò ancora l’edizione 1982 della “Settimana dei Vini”, già la situazione è ribaltata in occasione dell’edizione successiva, grazie al forte impegno del Comitato Nazionale ed all'avvio di una storia di rapporti umani e di amicizia che ha contrassegnato fortemente le vicende di Enoteca Italiana. Un patrimonio, fatto di volti e uomini che meriterebbero tutti di essere citati, perché tutti hanno dato le piccole o grandi attenzioni di cui l'Ente aveva bisogno.
Dopo la tempesta, quindi, la calma e la rinascita. La “risalita” è testimoniata ancora una volta dal libro “Ad usum dei vini”, e sottolineato dal contributo di Paolo Maccherini, segretario generale dell’Ente fino al 1980 ed ora addetto stampa, e dal sottoscritto che l’Ente lo dirige dal 1982.
Si apre così un periodo di sfide importanti, influenzate dalla “rivoluzione” degli Anni ’80 che ha cambiato il mondo del vino, dando avvio ad una trasformazione che ha toccato tutti, dalle aziende ai distributori, ai consumatori, modificando in profondità il modo stesso di vivere il prodotto, di acquistarlo e di consumarlo.
La qualità, ecco il vessillo di quel "Rinascimento del vino italiano", che, grazie anche alla diffusione delle denominazioni di origine, prende corpo e si diffonde, prima timidamente e, poi, per porre riparo alla vicenda tragica del metanolo del 1986, con grande energia; la necessità di rinnovare vigneti e cantine, per trasformarli in luoghi di ospitalità e di cultura enogastronomica, ha messo in luce tutto il valore del territorio, nel suo significato più pieno di risorsa delle risorse: culturali, storiche, oltre che produttive e paesaggistico - ambientali.
Tutto questo, mentre la vitivinicoltura si dibatteva ancora, tra crisi e sviluppo, con un milione e mezzo di famiglie di coltivatori coinvolte, ed oltre un milione di ettari coltivati in ogni angolo di questa nostra Italia che, anni dopo, l'Enoteca ribattezzerà “Il Paese del Vino”. Ed il nostro è davvero il paese del vino, perché è il solo che può vantarsi di avere almeno una vite per ogni campanile e per ogni piazza.
Il 1986 rappresenta comunque l’anno di svolta. E’ a partire da questa data che il Mipaf sceglie l'Enoteca Italiana come strumento di attuazione delle azioni nel campo della promozione e della valorizzazione dei vini Doc e Docg, sia in Italia che nel mondo.
Da marzo di quell’anno, si allacciano rapporti con realtà importanti e significative per l'immagine del nostro vino, come l’Ice, l'Associazione della Stampa Estera in Italia; gli addetti agricoli delle Ambasciate accreditate a Roma; il Coni e la sua Scuola dello Sport; la Compagnia di bandiera, l'Alitalia; le Regioni, i Consorzi e il mondo della produzione vitivinicola.
E’ da quella prima missione all’estero, nel 1986 in Canada, che sono poi seguite nel tempo tutte le altre manifestazioni oltre confine, fino a quelle più recenti in Cina, India, ed ora in Australia.
L’86 è inoltre l’anno del progetto "Vino e turismo", che dà il via ad una serie di iniziative di successo che promuovono i nostri vini e i nostri territori.
Ma anche dei progetti “Vino e Sport”, “Vino e Moda”, "Vino e arte”, con i quali inizia una serie di fortunati abbinamenti con i mondi più disparati: dalla cultura alla moda; dalla scienza all’arte; dal cinema alla musica; dalla danza alla comunicazione; dalla ristorazione alle donne, ai giovani. Senza contare premi prestigiosi come il “Dioniso d’Oro”, il “Torchio d’Oro”, il “Paolo Desana” e l’ “Ampolla d’Oro”, grazie ai quali si riesce a coinvolgere un gran numero di personalità di fama mondiale: da Carla Fracci a Rita Levi Montalcini, a Pavarotti, Accardo, Dalla, Nannini, Guccini; da Sara Simeoni, Masala, ai fratelli Abbagnale a Yuri Chechi e Gianfranco Rosi, fino alla Ferrari di Luca di Montezemolo, e, perfino, un cavallo, il mitico Varenne.
I protagonisti di questi anni hanno nomi che sono diventati un “simbolo” per l’Enoteca Italiana.
Ma sono state numerose le personalità, da Mencaraglia a Margheriti (al quale si deve per primo la firma della legge 164 approvata nel 1982, ancora vigente, che va a sostituire la 930 del ’63), fino a Tattarini, che hanno fatto grande l’Enoteca, spinte dalla grande passione per la politica e, inoltre, amministratori capaci, attenti, parsimoniosi, che avevano sempre fatto dei valori dell’onestà, dell’impegno, del rispetto del bene pubblico, la loro bandiera.
Valori che, tutt’e tre, hanno saputo trasmettere a tutti i collaboratori e fare dell’Ente un esempio di sano utilizzo delle risorse, e di ciò ne sono testimoni i dirigenti ed i funzionari del Ministero dell’Agricoltura, oggi delle Politiche Agricole e Forestali, che, ormai da vent’anni, istruiscono le domande dell’Ente e ne controllano i risultati; la Regione Toscana e le Istituzioni senesi che hanno dato vita all’Ente e, da sempre, lo sostengono; le Regioni e gli enti pubblici e privati che hanno dato il proprio contributo alle iniziative dell’Enoteca; il Monte dei Paschi e la sua Fondazione, e, infine, la Banca Verde.
Dopo 70 anni, quindi, l’Enoteca Italiana si riscopre giovane e con tanta voglia di proseguire il proprio compito.
E lo fa oggi, in particolare, con “Vino e Giovani”, e "Vino è", due progetti che stanno ottenendo un significativo successo.
La campagna "Vino e giovani", che viene portata nelle maggiori università italiane, spiega molto bene la capacità dell'Enoteca di anticipare i tempi e il contributo che riesce a dare al mondo del vino con l'attenzione per i consumatori di oggi e di domani. Lo slogan "Per Bacco, Ragazzi!" ne contiene un altro che è: "Bevi poco per bere bene".
In pratica l'Ente e la sua Enoteca sostengono che questo sia l'unico modo per avere un rapporto sano con il vino: fornire ai giovani gli strumenti per imparare a conoscere questa bevanda naturale antichissima, per imparare a sceglierla, a degustarla e ad abbinarla con i piatti tradizionali, perché si è convinti che saper bere bene significa anche saper mangiare bene, in modo da condurre la propria vita in modo salutare e consapevole:
Il vino è infatti veicolo di tradizione, storia, paesaggio, cultura, ma anche di proprietà benefiche per l’uomo: un patrimonio immenso che non va disperso e che si intende trasmettere alle nuove generazioni.
E si vuole fare questo in modo divertente, allegro, festoso come si addice ai giovani, che oggi hanno tra i 18 e i 30 anni di età, che sono stati coinvolti anche con le “Viniadi”, il Primo Campionato Nazionale Degustatori non Professionisti, una sorta di Olimpiade del vino che ha avuto grande seguito e partecipazione in tutte le 20 regioni del nostro Paese.
E poi la musica di Edoardo Bennato, il testimonial che ha accompagnato l'Enoteca in tutte le tappe nelle università d'italia, a conferma della ricerca di un contatto diretto con le nuove generazioni, spesso esposte a suggestioni e richiami diversi che rischiano di allontanarli da un modo di essere sano e propositivo.
Oggi Bennato, che piace molto anche ai giovani, ha preso il posto di Sara Simeoni, la leggenda dell’Atletica italiana, nel suo ruolo, per anni, di testimonial dell’Enoteca.
Musica, poesia, arte: elementi che nella nuova visione globale rappresentano inevitabili strumenti comunicativi di immagine e contenuto.
Ed è proprio alla poesia ed ai giovani che è stato affidato il compito di chiudere la tre giorni di festeggiamenti (28-29 novembre e 7 dicembre) per i 70 anni dell’Enoteca Italiana, con il Premio Rabelais, concorso per scrittori di versi dedicati al vino ed aperto anche alla categoria “Giovani poeti del vino”, premiati nel corso di una serata di letture e cena di gala al Park Hotel di Siena.
Un omaggio al vino, alla sua forza e bellezza, e all’Enoteca Italiana, baluardo estremo nel nuovo mondo senza frontiere, della unicità di un prodotto ed un territorio senza pari nel mondo, che assieme alla splendida pubblicazione, illustrata da Emilio Giannelli ed al catalogo “Brindisi”, raccolta di disegni dei più noti umoristi italiani dedicati ai 70 anni dell’Ente, cesellano questo “scrigno” prezioso, custodito presso la Fortezza Medicea a Siena, fatto di conoscenze, esperienza, professionalità, tradizione, storia, nobiltà, sapienza che porta il nome di Enoteca Italiana.
Pasquale
L’uno accanto all’altro, il sen. Riccardo Margheriti, presidente di un passato prestigioso, agli esordi della diffusione della cultura del vino in Italia e l’on, Flavio Tattarini, attualmente alla guida dell'Ente Vini - Enoteca Italiana ed al timone, ormai da molti anni, insieme nella Sala del Mappamondo, hanno rappresentato la sintesi di un settantennio di lotte e conquiste, che hanno segnato la storia ed il ruolo di questa istituzione: l’unico Ente pubblico a carattere nazionale del nostro Paese (un decreto del Presidente della Repubblica del 1950, tuttora vigente, lo definisce strumento economico a carattere pubblico), creato allo scopo specifico di promuovere, valorizzare e tutelare il vino italiano in Italia e nel mondo.
Un ruolo che ha segnato profondamente la storia del vino italiano.
Vicende che abbracciano un arco di tempo lungo 70 anni, ricostruito con paziente opera di ricerca storica da Giuliano Catoni e diventato per l’occasione un libro, “Ad usum dei vini”: una pubblicazione speciale edita per i 70 anni dell’Ente Vini - Enoteca Italiana, illustrata da Emilio Giannelli e che si avvale dei contributi di Roberto Barzanti, Alessandro Falassi, Omar Calabrese e delle testimonianze dei protagonisti degli ultimi trent’anni.
In 120 pagine è narrata la storia dell’Ente, ad iniziare dal 1933, quando negli ambienti interni ed esterni della Fortezza Medicea, viene organizzata la prima Mostra - Mercato dei Vini Tipici e di Pregio, fino al 1960, data alla quale risale, ad opera di un piemontese, il prof. Giovanni Dalmasso, la trasformazione di questa biennale in una mostra chiamata Enoteca Italica Permanente, che, alla fine degli Anni '80, ha preso il nome di Enoteca Italiana.
La denominazione di Enoteca Italiana si identificò allora con quella dell’Ente: l’Enoteca, intesa come strumento operativo di un Ente che ha contribuito a segnare i tempi della vitivinicoltura italiana, spesso ad anticiparli, perché privilegiato dal suo carattere pubblico; oltre che osservatorio nazionale e centro di cultura in grado di vivere il mercato, con le sue azioni nel campo della promozione e della valorizzazione dei nostri grandi vini.
Epoche ed avvenimenti si succedono nel libro e richiamano alla memoria momenti “chiave”, anche più recenti, della vita dell’Ente Vini. Come ad esempio, la prima grande avventura all’estero, nell’agosto del 1986, quando l’Enoteca si recò in Canada, nella bellissima città di Vancouver, che doveva ancora festeggiare i primi suoi 100 anni di vita.
Varcare i confini nazionali consentì, in pochissimo tempo, di acquisire notevole esperienza sui più importanti mercati del mondo: Francia, Stati Uniti, Singapore, Giappone, Germania, e più di recente Finlandia, Cina, India, Australia.
Ma la storia dell'Ente Vini - Enoteca Italiana, al pari di tutte le vicende umane, ha vissuto alti e bassi. Agli inizi degli Anni ’80, in particolare, l’Ente e la sua Enoteca attraversarono un momento di crisi che aveva le sue origini nel passaggio delle competenze sugli Enti Fiera, a fine Anni ’70, dallo Stato alle Regioni.
Si scopre così che fu merito dell’allora presidente, Sen. Luciano Mencaraglia, della sua esperienza di politico e di esperto amministratore, da poco nominato (nel rispetto del nuovo statuto) dalla Regione Toscana, se l'Ente non chiuse i battenti e trovò nella centralità della cultura del vino le sue nuove basi per rilanciare un ruolo, che ha dato idee e progetti innovativi alla vitivinicoltura italiana.
In quegli anni, era forte lo scontro con una cultura ancora lontana dal comprendere la indispensabile centralità del mercato ed il ruolo strategico dell’Ente e della sua Enoteca nel campo del marketing, tanto più in una fase che cominciava a dare i primi segni della globalizzazione.
In questo quadro, la mostra "Arte e vini di Toscana" del 1979 è forse stato il primo grande segnale dei cambiamenti che toccheranno in profondità il mondo del vino italiano, a partire dagli Anni ’80.
C’è da dire, tuttavia, che l’idea di un Ente e di una struttura di promozione permanente, a carattere pubblico e, quindi, in dovere di darsi regole, - si pensi alla selezione della qualità -, e di farle rispettare a tutti, è stata sempre percepita, a seconda dei momenti e delle situazioni, un fastidio da eliminare o uno strumento utile da tenere sotto costante controllo, o, ancora, com’è successo di recente, da mettere in difficoltà per non farle esprimere tutte le grandi potenzialità.
Seguendo il filo della storia, intanto, si scopre che se la crisi segnò ancora l’edizione 1982 della “Settimana dei Vini”, già la situazione è ribaltata in occasione dell’edizione successiva, grazie al forte impegno del Comitato Nazionale ed all'avvio di una storia di rapporti umani e di amicizia che ha contrassegnato fortemente le vicende di Enoteca Italiana. Un patrimonio, fatto di volti e uomini che meriterebbero tutti di essere citati, perché tutti hanno dato le piccole o grandi attenzioni di cui l'Ente aveva bisogno.
Dopo la tempesta, quindi, la calma e la rinascita. La “risalita” è testimoniata ancora una volta dal libro “Ad usum dei vini”, e sottolineato dal contributo di Paolo Maccherini, segretario generale dell’Ente fino al 1980 ed ora addetto stampa, e dal sottoscritto che l’Ente lo dirige dal 1982.
Si apre così un periodo di sfide importanti, influenzate dalla “rivoluzione” degli Anni ’80 che ha cambiato il mondo del vino, dando avvio ad una trasformazione che ha toccato tutti, dalle aziende ai distributori, ai consumatori, modificando in profondità il modo stesso di vivere il prodotto, di acquistarlo e di consumarlo.
La qualità, ecco il vessillo di quel "Rinascimento del vino italiano", che, grazie anche alla diffusione delle denominazioni di origine, prende corpo e si diffonde, prima timidamente e, poi, per porre riparo alla vicenda tragica del metanolo del 1986, con grande energia; la necessità di rinnovare vigneti e cantine, per trasformarli in luoghi di ospitalità e di cultura enogastronomica, ha messo in luce tutto il valore del territorio, nel suo significato più pieno di risorsa delle risorse: culturali, storiche, oltre che produttive e paesaggistico - ambientali.
Tutto questo, mentre la vitivinicoltura si dibatteva ancora, tra crisi e sviluppo, con un milione e mezzo di famiglie di coltivatori coinvolte, ed oltre un milione di ettari coltivati in ogni angolo di questa nostra Italia che, anni dopo, l'Enoteca ribattezzerà “Il Paese del Vino”. Ed il nostro è davvero il paese del vino, perché è il solo che può vantarsi di avere almeno una vite per ogni campanile e per ogni piazza.
Il 1986 rappresenta comunque l’anno di svolta. E’ a partire da questa data che il Mipaf sceglie l'Enoteca Italiana come strumento di attuazione delle azioni nel campo della promozione e della valorizzazione dei vini Doc e Docg, sia in Italia che nel mondo.
Da marzo di quell’anno, si allacciano rapporti con realtà importanti e significative per l'immagine del nostro vino, come l’Ice, l'Associazione della Stampa Estera in Italia; gli addetti agricoli delle Ambasciate accreditate a Roma; il Coni e la sua Scuola dello Sport; la Compagnia di bandiera, l'Alitalia; le Regioni, i Consorzi e il mondo della produzione vitivinicola.
E’ da quella prima missione all’estero, nel 1986 in Canada, che sono poi seguite nel tempo tutte le altre manifestazioni oltre confine, fino a quelle più recenti in Cina, India, ed ora in Australia.
L’86 è inoltre l’anno del progetto "Vino e turismo", che dà il via ad una serie di iniziative di successo che promuovono i nostri vini e i nostri territori.
Ma anche dei progetti “Vino e Sport”, “Vino e Moda”, "Vino e arte”, con i quali inizia una serie di fortunati abbinamenti con i mondi più disparati: dalla cultura alla moda; dalla scienza all’arte; dal cinema alla musica; dalla danza alla comunicazione; dalla ristorazione alle donne, ai giovani. Senza contare premi prestigiosi come il “Dioniso d’Oro”, il “Torchio d’Oro”, il “Paolo Desana” e l’ “Ampolla d’Oro”, grazie ai quali si riesce a coinvolgere un gran numero di personalità di fama mondiale: da Carla Fracci a Rita Levi Montalcini, a Pavarotti, Accardo, Dalla, Nannini, Guccini; da Sara Simeoni, Masala, ai fratelli Abbagnale a Yuri Chechi e Gianfranco Rosi, fino alla Ferrari di Luca di Montezemolo, e, perfino, un cavallo, il mitico Varenne.
I protagonisti di questi anni hanno nomi che sono diventati un “simbolo” per l’Enoteca Italiana.
Ma sono state numerose le personalità, da Mencaraglia a Margheriti (al quale si deve per primo la firma della legge 164 approvata nel 1982, ancora vigente, che va a sostituire la 930 del ’63), fino a Tattarini, che hanno fatto grande l’Enoteca, spinte dalla grande passione per la politica e, inoltre, amministratori capaci, attenti, parsimoniosi, che avevano sempre fatto dei valori dell’onestà, dell’impegno, del rispetto del bene pubblico, la loro bandiera.
Valori che, tutt’e tre, hanno saputo trasmettere a tutti i collaboratori e fare dell’Ente un esempio di sano utilizzo delle risorse, e di ciò ne sono testimoni i dirigenti ed i funzionari del Ministero dell’Agricoltura, oggi delle Politiche Agricole e Forestali, che, ormai da vent’anni, istruiscono le domande dell’Ente e ne controllano i risultati; la Regione Toscana e le Istituzioni senesi che hanno dato vita all’Ente e, da sempre, lo sostengono; le Regioni e gli enti pubblici e privati che hanno dato il proprio contributo alle iniziative dell’Enoteca; il Monte dei Paschi e la sua Fondazione, e, infine, la Banca Verde.
Dopo 70 anni, quindi, l’Enoteca Italiana si riscopre giovane e con tanta voglia di proseguire il proprio compito.
E lo fa oggi, in particolare, con “Vino e Giovani”, e "Vino è", due progetti che stanno ottenendo un significativo successo.
La campagna "Vino e giovani", che viene portata nelle maggiori università italiane, spiega molto bene la capacità dell'Enoteca di anticipare i tempi e il contributo che riesce a dare al mondo del vino con l'attenzione per i consumatori di oggi e di domani. Lo slogan "Per Bacco, Ragazzi!" ne contiene un altro che è: "Bevi poco per bere bene".
In pratica l'Ente e la sua Enoteca sostengono che questo sia l'unico modo per avere un rapporto sano con il vino: fornire ai giovani gli strumenti per imparare a conoscere questa bevanda naturale antichissima, per imparare a sceglierla, a degustarla e ad abbinarla con i piatti tradizionali, perché si è convinti che saper bere bene significa anche saper mangiare bene, in modo da condurre la propria vita in modo salutare e consapevole:
Il vino è infatti veicolo di tradizione, storia, paesaggio, cultura, ma anche di proprietà benefiche per l’uomo: un patrimonio immenso che non va disperso e che si intende trasmettere alle nuove generazioni.
E si vuole fare questo in modo divertente, allegro, festoso come si addice ai giovani, che oggi hanno tra i 18 e i 30 anni di età, che sono stati coinvolti anche con le “Viniadi”, il Primo Campionato Nazionale Degustatori non Professionisti, una sorta di Olimpiade del vino che ha avuto grande seguito e partecipazione in tutte le 20 regioni del nostro Paese.
E poi la musica di Edoardo Bennato, il testimonial che ha accompagnato l'Enoteca in tutte le tappe nelle università d'italia, a conferma della ricerca di un contatto diretto con le nuove generazioni, spesso esposte a suggestioni e richiami diversi che rischiano di allontanarli da un modo di essere sano e propositivo.
Oggi Bennato, che piace molto anche ai giovani, ha preso il posto di Sara Simeoni, la leggenda dell’Atletica italiana, nel suo ruolo, per anni, di testimonial dell’Enoteca.
Musica, poesia, arte: elementi che nella nuova visione globale rappresentano inevitabili strumenti comunicativi di immagine e contenuto.
Ed è proprio alla poesia ed ai giovani che è stato affidato il compito di chiudere la tre giorni di festeggiamenti (28-29 novembre e 7 dicembre) per i 70 anni dell’Enoteca Italiana, con il Premio Rabelais, concorso per scrittori di versi dedicati al vino ed aperto anche alla categoria “Giovani poeti del vino”, premiati nel corso di una serata di letture e cena di gala al Park Hotel di Siena.
Un omaggio al vino, alla sua forza e bellezza, e all’Enoteca Italiana, baluardo estremo nel nuovo mondo senza frontiere, della unicità di un prodotto ed un territorio senza pari nel mondo, che assieme alla splendida pubblicazione, illustrata da Emilio Giannelli ed al catalogo “Brindisi”, raccolta di disegni dei più noti umoristi italiani dedicati ai 70 anni dell’Ente, cesellano questo “scrigno” prezioso, custodito presso la Fortezza Medicea a Siena, fatto di conoscenze, esperienza, professionalità, tradizione, storia, nobiltà, sapienza che porta il nome di Enoteca Italiana.
Pasquale
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