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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

“Piccolo Grande Molise” 1

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 prima parte del mio intervento scritto consegnato alla presidenza dell'incontro di questa mattina al Mario Pagano di Campobasso promosso dall'Associazione ex consiglieri regionali e dall'Associazione stampa del Molise.      Il Molise, anche se con un territorio limitato sotto l’aspetto della superficie (4.438 Km², di cui più della metà (54%) montagne, il resto fondamentalmente colline, visto che le pianure sono tre e molto limitate), è, però, ricco di valori e di risorse. Un vero e proprio scrigno che merita ogni considerazione per le potenzialità che esso può esprimere e, nel momento in cui questo accade, diventare occasione di cambiamento e di affermazione della molisanità, proprio quando essa viene messa in discussione da attacchi provenienti da più parti, la gran parte sconsiderati e puramente propagandistici, alla sua autonomia. Cosa fare per affermare la molisanita’ Sono convinto che il Molise, con la sua autonomia, ha dato quello che poteva dare n

Un Molise di eccellenze

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Sono solo sei i riconoscimenti dop e Igp che vedono protagonista il territorio molisano, di cui solo la Dop “ Molise” Olio extravergine è tutta molisana, le altre cinque sono in comproprietà con altre regioni: il “ Caciocavallo silano ” Dop , con le regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria; la “ Mozzarella ” e la “ Ricotta di Bufala Campana ”Dop , con Lazio, Campania, Puglia; il “ Salamino italiano alla cacciatora ” dop , con Emilia Romagna; Marche, Umbria e   Abruzzo; una Igp “ Vitellone bianco dell’Appennino centrale ” con Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. In pratica il Molise è terz’ultimo nella classifica delle Regioni, in quanto a riconoscimenti delle nostre eccellenze, pur avendo un paniere abbondante di prodotti tradizionali, cioè di prodotti conosciuti e classificati   da oltre 25 anni, (159 sui 4.813 ad oggi riconosciuti) che lo inseriscono al 12° posto nella classifica delle regioni. C’è un potenziale che è tutto da sfruttare,

OSSERVAZIONI DELLA RETE FATTORIE SOCIALI

AI PSR REGIONALI 2014-2020  OSSERVAZIONI GENERALI     La Rete Fattorie Sociali alle Regioni: più attenzione all’Agricoltura Sociale nei PSR La Rete Fattorie Sociali ha inviato agli Assessori all’Agricoltura delle Regioni le proprie osservazioni e proposte riguardanti i Programmi di Sviluppo Rurale 2014-2020. Le Regioni stanno, infatti, negoziando coi Servizi della Commissione Europea i documenti di programmazione e dovranno apportare modifiche e integrazioni agli schemi iniziali. “Da un esame compiuto dalla nostra Rete – è scritto nella missiva - emerge che il ruolo assegnato all'Agricoltura Sociale nei PSR sembra essere sostanzialmente inferiore a quanto reso possibile dalla normativa UE e dall'Accordo di Partenariato. Sporadiche le misure in cui essa è esplicitamente contemplata ed è del tutto assente una visione organica del ruolo che può essere svolto dall'agricoltura sociale nell'ambito dei PSR”. La Rete Fattorie Sociali ha sollecitato l

Non basta curare la terra bisogna anche conservarla

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Queste sacrosante parole di Papa Francesco ci danno la possibilità di fare qualche riflessione su un incontro, quello di ieri   pomeriggio, che si è tenuto nell’aula magna dell’Istituto Agrario San Pardo di Larino, dei coltivatori molisani con la Syngenta, una delle principali aziende dell’agroindustria mondiale, nata nel 2000 dalla fusione con la Novartis. Multinazionale svizzera impegnata nella produzione degli agro farmaci, che, da poco, ha acquisito anche una società italiana impegnata nel campo delle sementi di cereali, la PSB di Bologna. Ieri, com’è già successo altre volte nel passato, la Syngenta era all’Istituto Agrario a presentare i suoi nuovi prodotti ai coltivatori , giunti numerosi all’appuntamento. Vista l’ora tarda non c’erano gli studenti. Questa multinazionale rientra nella logica di tutte le altre multinazionali dell’agroindustria che,   nel corso degli anni e sull’onda della propaganda della modernizzazione dell’agricoltura, sono riuscite, con la compli

Biogas in arrivo, altro problema per l'agricoltura molisana

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di Giorgio Scarlato Non è l’agricoltura che guarda al biogas, ma quanti sperano di ricavare lauti profitti da questa fonte di energia che produce il “digestato”, per ora, considerato un rifiuto e, come tale, va trattato. Giorgio Scarlato, il coltivatore di Palata, dopo il suo intervento “L’agricoltura muore per mancanza di scelte politiche non di risorse”, che ha ricevuto particolare attenzione, torna, con le sue puntuali riflessioni, a mettere in evidenza un problema che riguarda l’agricoltura italiana non solo molisana. Giorni addietro ho letto l’intervista fatta dal giornale telematico regionale “Termolionline” all’agronomo dott. Donato Occhionero : “ L’agricoltura guarda al biogas, in arrivo due impianti a Campomarino”. Il settore del biogas, da sempre, ha acceso aspri dibattiti tra favorevoli e contrari ad una tecnica di produzione di gas ed energia che, se non opportunamente regolamentata, può rivoltarsi contro i suoi stessi principi di sostenibilità ambientale. Come ogn

prime da néve e dope

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Prime da néve e dòpe Fin’è mo’ ce s’teve èncòre u sòle pù de colpe tutt’u ciele z’è fatte grigie come u chelòre da cenere senza carvòne.   I fòie di uelive e de tutte chill’ate i chiante, s’tonghe (g)uardanne da èrréte i vrite, de colpe, sènza viente, ze sò bloccate remanènne ferme com’émbambàlite Ne vòle manche nu ciélle N’èbbaie manche nu cane Nze sènte manche na vòce eé manche nu remòre S’ta cueiéte pure u selenzie che soletamènte i parole émmante pure se sule de tante in tante. Uh, mo’ èrrive a néve e com’èma fa! Niénte, t’ida s’ta férme e zitte pure tu ida spettà ca scenniéne liente liente in mode ca ogne s’tuppele z’èppoie ngòppe e cuill’ate che prime a calate Tutte, mo' che è ghiancheiate, te vé da penzà eé nu ‘hie’hhiafuoche che sfotte i carevòne sotte u callare che volle, i lure,   a palétte chiéne de cenisce, na mènnele, na nòce, duie fave, duie cice escecàte, na pizze de grandineie che n’eie chiù

da Agricultura.it

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Non c’è futuro senza la centralità dell’agricoltura News in daiCAMPI del [07/02/2015] Il saluto che l’altro giorno Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti della Coldiretti, in udienza per i 70anni di vita di quest’organizzazione che ha segnato la politica agricola di questo nostro Paese, è un documento da diffondere, non solo in tutte le parrocchie ma anche nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, per la forza della verità che il messaggio esprime. Un documento che dovrebbero far proprio, insieme con la Coldiretti, tutte le altre organizzazioni rappresentanti del mondo contadino, sia dei produttori singoli sia associati, e renderlo occasione d’incontro e di approfondimento per alzare barriere contro i venti di crisi che continuano a soffiare sulle campagne e, così, rimboccarsi le maniche per tracciare nuovi percorsi che portano a segnare i traguardi che si vogliono raggiungere domani. Un documento che mette in grande evidenza il vu

IO STO CON LA GRECIA

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Certo che sto anch'io con questa fonte della nostra civiltà contro la Troika, i parlamenti, i governi e i governatori suoi servi. Contro chi vuole distruggere l'Europa nel momento in cui non sanno che la sua forza è nella solidarietà e reciprocità. Senza questi valori che senso ha?. Questi signori della Troika e quelli che rappresentano hanno, come ripete Papa Francesco, un solo dio, il denaro e, per me, i peli sullo stomaco, chiusi come sono nei loro templi a raccontarsi la vita che non vivono, visto che la negano agli altri. Solo il giorno in cui il popolo imparerà a conoscere e riconoscere i loro volti si sveglierà per ridare voce alla democrazia e porre fine alla dittatura del denaro IO STO CON LA GRECIA CONTRO LA TROIKA CHE VUOLE DISTRUGGERE L'EUROPA COME FOSSE UN SUO GIOCATTOLO

Non c’è futuro senza la centralità dell’agricoltura.

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Il saluto che l’altro giorno Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti della Coldiretti, in udienza per i 70anni di vita di quest’organizzazione che ha segnato la politica agricola di questo nostro Paese, è un documento da diffondere, non solo in tutte le parrocchie ma anche nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, per la forza della verità che il messaggio esprime. Un documento che dovrebbero far proprio, insieme con la Coldiretti, tutte le altre organizzazioni rappresentanti del mondo contadino, sia dei produttori singoli sia associati, e renderlo occasione d’incontro e di approfondimento per alzare barriere contro i venti di crisi che continuano a soffiare sulle campagne e, così, rimboccarsi le maniche per tracciare nuovi percorsi che portano a segnare i traguardi che si vogliono raggiungere domani. Un documento che mette in grande evidenza il vuoto culturale e politico, che dura da oltre cinquant’anni in questo nostro Paese, più che in altri, abbagliato, ancora ogg