DAL MOLISE UNA RIFLESSIONE SUI RISULTATI DEL XIX BIOL, IL CONCORSO INTERNAZIONALE OLI BIOLOGICI
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Allargare il
riconoscimento degli oliveti a coltivazione biologica e stimolare gli
olivicoltori a creare una squadra vincente per rispondere alla domanda
crescente di questa tipologia di olio e ottenere così quei risultati che
meritano, soprattutto in quanto a reddito, che servono per rilanciare
l’olivicoltura e con essa l’agricoltura e il territorio. Il Molise, terra di
olivi e di oli, festeggia così le quattro medaglie d’oro vinte a Andria la
settimana scorsa.
Sono quattro gli oli biologici molisani premiati con la medaglia
d’oro dal Concorso Biol: l’olio Spenny molisano(
primo classificato per il Molise) dell’azienda Olio Spenny di Sant’Elia a
Pianisi,; l’olio Dop Molise “Principe
Pignatelli”, dell’azienda agricola Principe Pignatelli di Monteroduni;
l’olio Masseria Casolani,
dell’azienda Pietropaolo Aantonietta di Casacalenda e L’Olio
di Flora, de La Casa del Vento di Larino.
Quattro oli biologici sui 425 oli in gara (record di
partecipazione) di 17 Paesi diversi, di cui 13 con oli premiati; Italia (185,
di cui 35 medaglie ExtragolGold e 7 SIlver); Israele (1 Gold); Libano (1 Gold);
Portogallo (6, di cui 3 Extravergine, 1 Gold, 2 Silver); Slovenia (4, di cui 3
Extragold e 1 Gold); Spagna (12, di cui 4 Extragold, 6 Gold e 2 Silver);
Tunisia ( 2 Silver); Turchia (1 Silver); Usa/California (4, di cui 1 Extragold,
1 Gold e 2 Silver).
Un confronto ampio, quello prima riportato, che ci permette
di capire il quadro dei vecchi e nuovi concorrenti su un mercato sempre più
globale, che, lo ripetiamo da tempo, avrà sempre più attenzioni per la qualità,
e, della qualità, la diversità. Una peculiarità tutta italiana, grazie al
primato che il nostro Paese vanta in quanto a biodiversità (oltre 500 varietà
autoctone sparse su 18 Regioni, escluse il Piemonte e la Val d’Aosta), che
bisogna cominciare a spendere per vincere sul mercato globale.
Ma c’è di più, stiamo parlando di un Premio internazionale,
Biol, che riguarda un’ulteriore specificità, il metodo di coltivazione
biologico che sta ottenendo un’attenzione sempre più crescente e un mercato
sempre più florido che riguarda più importanti paesi del mondo.
Per l’olivicoltura italiana, soprattutto per il Molise,
l’olio biologico è un fatto naturale, visto che è diffuso ovunque, molto di più
di quanto risulta dalle statistiche ufficiali.
Questo risultato di 4
medaglie d’oro sulle 96 assegnate ai 185 oli italiani premiati, provenienti da
16 regioni (mancavano la Val d’Aosta, Il Piemonte, l’Emilia-Romagna e le
Marche) e le 115 medaglie d’oro in totale, premia l’olivicoltura molisana con
il riconoscimento della qualità e della specificità.
Per il Molise, ma non solo, anche per il resto delle Regioni,
questo successo dell’olio biologico apre a una riflessione se si vuole
affermarlo in modo deciso sul mercato, convincere il consumatore ed avere dal
mercato, insieme con il successo, quelle risposte di reddito che si aspettano i
produttori.
C’è bisogno di coinvolgere sempre più gli olivicoltori per
ampliare il quadro degli oliveti riconosciuti a coltivazione biologica e di
farlo per dar vita a una squadra, in modo da esprimere tutta la forza che serve
alla comunicazione e alla commercializzazione di questo prodotto. C’è da
credere che il mercato dell’olio extravergine, quello delle scansie alte
riservate a prodotti di prestigio, darà sempre più spazio all’olio biologico,
come pure all’origine della qualità e alla specificità degli oli mono varietali,
che noi abbiamo.
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