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TUTTI A LARINO

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TUTTI A LARINO A VIVERE IL CARNEVALE Il maltempo di ieri non ha scoraggiato i cento e più giovani larinesi che, da mesi, sono, notte e giorno, impegnati nella costruzione di carri per essere pronti alla grande sfilata sul Pian San Leonardo. La sfilata che vedrà protagonisti altre centinaia di giovani insieme a bambini e ragazzi mascherati. Tutti pronti a ballare e a far ballare, a fare e ricevere scherzi come succede sempre a carnevale quando ogni scherzo vale. Al ritmo di musiche sfrenate che coinvolgono anche i più compassati Un giorno bello per loro, ma anche per i grandi. Vieni anche tu, non perdere questa bella occasione che è il frutto della passione.

LARINO E IL SUO CARNEVALE

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Grande festa sabato e domenica p.v. con i giovani protagonisti Saranno sei i carri che sfileranno per le vie della parte alta di Larino, il Piano San Leonardo. Sei carri ideati e realizzati da oltre un centinaio di giovani, da mesi impegnati nella costruzione di figure allegoriche che riportano alla realtà che viviamo o che immaginiamo. Come la festa di S. Pardo, il Carnevale è un simbolo della Capitale dei Frentani e, dalla fine del secolo scorso, anche dell’olivo e dell’olio. Entrambe le manifestazioni rappresentano l’anima di Larino. Sei carri, tanta musica e tanta allegria per la gioia dei bambini, la spensieratezza dei più grandi. Grazie giovani, a voi   l’applauso.

ATTENZIONE

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Franco Arminio da Bisaccia il poeta scrittore contemporaneo che più mi appartiene. Sarà perché è un meridionale della parte più a sud dell'Irpinia, poco lontano dalla Puglia e dalla Basilicata; un paesologo a cui piacciono i luoghi dove, come a Trevico, "diverse storie s'incontrano e si raccontano". E a Trevico, questo delizioso paese a nord di Bisaccia, posto su un monte alto poco meno di 1100, da dove si può spaziare su un panorama immenso, Franco ha aperto, due anni fa, la Casa della paesologia. io e i Venditti all'inaugurazione della Casa della paesologia con Franco Arminio C’ero anch’io all’inaugurazione di questo luogo d’incontro e, poi, alla visita della casa nativa, oggi centro culturale, di Ettore Scola. Il grande regista, che ho avuto la fortuna di conoscere anni fa e vivere, nel giardino di Villa Farnese, una bella serata con lui intorno a un tavolo, chiacchierando di vino e di cibo. L’occasione, un’edizione del Globo d’oro, la manifestazi

Giuseppe, Antonio, il vino e i bei ricordi

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Giuseppe e Antonio Sono passati a salutarmi Giuseppe L'Abbate della Trattoria "Nonna Rosa" di Campomarino e Antonio Mastrogiuseppe di Gustoloft di Larino. A riceverli due bottiglie di vino storiche: Aglianico 1987 della Masseria Di Majo Norante di Campomarino, l'azienda che ha dato il via alla vitivinicoltura molisana e lustro agli antichi vitigni; una bella bottiglia del Coltiva dedicata alla prima grande manifestazione dell'Enoteca italiana di Siena, presidenza Margheriti e mia direzione, organizzata (1986) a Roma al grande centro della Scuola dello Sport . La grande istituzione dello sport italiano, allora diretta dal maestro Gianfranco Carabelli con Domenico Vari responsabile dell'organizzazione. Il primo incontro del vino con lo sport ed il primo degli incontri del vino con il turismo, la moda, l'arte, la musica, la letteratura, l'umorismo, gli abbinamenti che hanno portato aria nuova nel mondo del vino e stimolato la sua Rinas

Emigrazione e migrazione

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di  Nicola Picchione I panni della sposa-foto di Nicola L’emigrazione iniziata a Bonefro nel dopoguerra ( seconda ondata) fu una vera emorragia che rese il paese anemico. Il bisogno muove le persone. Alcuni bonefrani erano andati “volontari” finanche nella guerra di Spagna e d’Africa per necessità. Si emigra, dunque, per bisogno. Occorre però anche un’altra molla: la voglia di migliorare. A parità di condizioni economiche c’è chi emigra e chi no. Il migrante è un insoddisfatto che cerca di progredire, anche a costo di sacrifici. Chi lasciava la terra o la bottega si avventurava in terre a lui sconosciute, non importava se fuori o dentro l’ Italia. Era insoddisfatto delle sue condizioni. Sapeva di andare incontro a difficoltà. Chi andò nel nostro Nord patì spesso gli stessi disagi e le stesse umiliazioni di chi andò all’estero, se non maggiori. Terroni disprezzati, considerati ignoranti anche quando non lo erano, considerati invadenti e rumorosi e fastidiosi anche quando no

GRUMI DI PRECARIETA'

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di Nicola Picchione                                                                                          E' una parola che spaventa. Poggi sulle sabbie mobili, sei portato via da una corrente che ti trascina via in un futuro che ti minaccia. Precario il lavoro: come puoi farti una famiglia? Precarie le unioni. Non è precario solo il lavoro, siamo passati da una società solida a una fluida anche per l'illusione di una libertà individuale assoluta allergica ai legami, alla stabilità. Cadono i vincoli della famiglia, ognuno vive per sé. Cadono anche i vincoli della fede, la religione si scioglie nella sociologia, dalla promessa della vita eterna e del paradiso scade nella promessa del pane quotidiano che non ti può dare: il benessere del corpo ha corrotto l'anima. Non più uno sciame compattato da una intelligenza collettiva che supera quella individuale. Non si marcia insieme, ognuno per proprio conto per la propria salvezza. Cadono gli ideali che rotolano

NIENTE E’ ANCORA PERSO, SE IL PARLAMENTO ITALIANO ESPRIME IL SUO NO AL CETA

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di Pasquale Di Lena Il trattato, Ceta, approvato lo scorso mercoledì e, in pratica, già operativo, può essere, però, cancellato dai 38 Parlamenti nazionali dei 28 stati membri dell’Unione europea. Questo passaggio, non previsto dall’Europa e imposto dalla rete con milioni di firme raccolte, è una vittoria della mobilitazione della società civile europea che, in questo modo, ha fatto sentire la propria voce, grazie a Avaaz in particolare. La stessa mobilitazione che deve servire per far dire No al Ceta al   Parlamento italiano e a quelli dei rimanenti 27 Paesi dell’Europa. Se l’approvazione del Ceta, il trattato Eruopa – Canada, per i suoi risvolti negativi riguardanti, il territorio, l’ambiente, i principi di solidarietà e di cooperazione, le disuguaglianze e i diritti, ha aperto una delle pagine più negative scritte dal Parlamento europeo, ci sono spiragli che fanno intravedere la luce e capire che niente è perduto. Si tratta del passaggio, per l’approvazione definitiva di ques