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IO STO CON LA GRECIA

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Certo che sto anch'io con questa fonte della nostra civiltà contro la Troika, i parlamenti, i governi e i governatori suoi servi. Contro chi vuole distruggere l'Europa nel momento in cui non sanno che la sua forza è nella solidarietà e reciprocità. Senza questi valori che senso ha?. Questi signori della Troika e quelli che rappresentano hanno, come ripete Papa Francesco, un solo dio, il denaro e, per me, i peli sullo stomaco, chiusi come sono nei loro templi a raccontarsi la vita che non vivono, visto che la negano agli altri. Solo il giorno in cui il popolo imparerà a conoscere e riconoscere i loro volti si sveglierà per ridare voce alla democrazia e porre fine alla dittatura del denaro IO STO CON LA GRECIA CONTRO LA TROIKA CHE VUOLE DISTRUGGERE L'EUROPA COME FOSSE UN SUO GIOCATTOLO

Non c’è futuro senza la centralità dell’agricoltura.

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Il saluto che l’altro giorno Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti della Coldiretti, in udienza per i 70anni di vita di quest’organizzazione che ha segnato la politica agricola di questo nostro Paese, è un documento da diffondere, non solo in tutte le parrocchie ma anche nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, per la forza della verità che il messaggio esprime. Un documento che dovrebbero far proprio, insieme con la Coldiretti, tutte le altre organizzazioni rappresentanti del mondo contadino, sia dei produttori singoli sia associati, e renderlo occasione d’incontro e di approfondimento per alzare barriere contro i venti di crisi che continuano a soffiare sulle campagne e, così, rimboccarsi le maniche per tracciare nuovi percorsi che portano a segnare i traguardi che si vogliono raggiungere domani. Un documento che mette in grande evidenza il vuoto culturale e politico, che dura da oltre cinquant’anni in questo nostro Paese, più che in altri, abbagliato, ancora ogg

Papa Francesco: "non c’è umanità senza coltivazione della terra"

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  Le riflessioni agricole del Papa in occasione dell'incontro con Coldiretti: "la sfida è: come realizzare un’agricoltura a basso impatto ambientale? Come fare in modo che il nostro coltivare la terra sia al tempo stesso anche un custodirla? Solo così, infatti, le future generazioni potranno continuare ad abitarla e a coltivarla."                 Cari fratelli e sorelle, buongiorno. Vi do il benvenuto in occasione del settantesimo anniversario di fondazione della Confederazione Nazionale dei Coltivatori Diretti. Ringrazio il vostro Presidente per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Estendo il mio saluto al Consigliere ecclesiastico nazionale e a quelli regionali qui presenti, segno della speciale attenzione che la Chiesa riserva alla vostra attività. Il nome “coltivatori diretti” fa riferimento al “coltivare”, che è un’attività tipicamente umana e fondamentale. Nel lavoro degli agricoltori c’è, infatti, l’accoglienza del prezioso dono della terr

Il confronto non è più sulla quantità ma sulla qualità di un’olivicoltura globalizzata

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di Pasquale Di Lena Bisogna guardare lontano se si vuole, con i nostri oli, essere i protagonisti di oggi e di domani del mercato. I nuovi concorrenti sono gli olivicoltori del mondo. Non partire da questa novità vuol dire far perdere opportunità agli oli italiani                 Di fronte a una realtà piena di problemi come quella olivicola, con molti, o la gran parte di essi, causati dal silenzio di un mondo complesso e contraddittorio come quello dell’olio oltre che dal sonno delle istituzioni, c’è chi pensa di darti lezioni con la semplificazione. Per esempio quello di far credere, volendo dare una svolta all’olivicoltura italiana, che il vino e l’olio, attualmente, sono due prodotti che camminano l’uno a fianco all’altro e come tali da considerare. Non è così, visto che sono due realtà che, avendo fatto percorsi diversi, non sono per ora paragonabili o, meglio, affiancabili. Con l’ editoriale che ha aperto l’ultimo numero di Teatro Naturale dell’altra settimana, Albert

Olives from the 20th century to the 21st

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  Un "convegno piuttosto atipico" che si è tenuto a Tel Aviv l'11 e il 12 di gennaio u.s. e raccontato dall'Accademico dell'olivo e dell'olio Andrea Fabbri. Un sesoconto che riporto volentieri per capire che c'è un mondo, quello olivicolo, che non dorme ma pensa al domani dell'olivo e dell'olio. Una realtà, questa, che, con i suoi paesaggi e le sue proprietà di alimento naturale e, come tale, sano per l'uomo, è bellezza e bontà. Quella bellezza e bontà propri dei territori italiani che, grazie a quel ricco patrimonio di biodiversità olivicola, hanno il merito di esprimere anche la diversità degli oli. Centinaia di varietà autoctone, sparse sulle 18 regioni italiane interessate dall'olivo, che danno un primato mondiale all'olivicoltura italiana.

Altri tagli alla sanità

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Ben 4 miliardi in meno con la legge di stabilità 2015 che, aggiunto il miliardo e sessantacinque milioni ereditato dal 2013, fanno oltre cinque miliardi e mezzo. Dicono che c’è ancora qualche altro miliardo da essere preso in considerazione. Si guardano bene dal toccare i privilegi, i patrimoni, e, così, si aggrappano alla salute dei cittadini, cioè ai più deboli e bisognosi se uno pensa ai tanti anziani, molti dei quali soli. Sta tutto nella logica neoliberale del sistema, quella che dice che solo chi ha i soldi può essere curato, nel momento in cui al centro del vivere civile non c’è più l’uomo ma i quattrini. Ecco perchè quando senti dire a gran voce la parola “riforma”, devi preoccuparti e capire che essa, in pratica, vuol dire taglio delle conquiste, democratiche e sociali, ottenute con le lotte dei cittadini, in particolare dei cittadini lavoratori che, per i renzini e i berlusconini, sulla base delle direttive emanate dai loro padroni,   devono essere sconfessati, maltrattat

L’agricoltura muore per mancanza di scelte politiche non di risorse.

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  d i Giorgio Scarlato - coltivatore di Palata in provincia di Campobasso sempre pronto a portare il suo contributo per spiegare il mondo di cui è un protagonista e per denunciare i limiti culturali e politici di una classe dirigente dell’Italia e del Molise che ricadono sull’agricoltura e sono tanta parte della crisi che vive il Paese.   Nell’attuale situazione di crisi nazionale, e questo da anni, c’è il settore agricolo colpito in modo grave e particolarmente  preoccupante che sempre più si affossa.    Non è facile fare il contadino oggi in Italia e in modo particolare in Molise.   Vessazioni fiscali (gli ultimi appesantimenti : l’IMU sui terreni e l’abbattimento delle agevolazioni sul gasolio agricolo); “credit crunch”, la stretta creditizia  (che ha colpito in modo particolare il Sud Italia ) che ha ridotto l’accesso al credito ( rating agricolo basso, ossia la classificazione del rischio finanziario) a causa del maggior costo sugli interessi e dalla assenza di mec