Ricordo che la notizia della tragedia provocata dallo scoppio di un reattore nucleare della centrale a qualche decina di chilometri da Chernobyl, nell’Ucraina settentrionale, in quel tempo ancora Russia, la lessi subito, quel mattino dell’aprile del 1986 sulla bacheca del giornalaio della porta accanto a dove abitavo a Firenze. Una tragedia che colpì tutti per il numero di vittime che aumentavano con il passare dei minuti e preoccupò subito per le conseguenze di quel disastro che, secondo Greenpeace, ha già provocato direttamente e indirettamente, la morte di oltre sei milioni di persone, molte delle quali dopo sofferenze atroci. Ero appena uscito per prendere la rapida per Siena e raggiunger gli uffici dell’Ente Mostra Vini, che avevo l’onore e l’onere di dirigere. Era ancora forte l’eco della grande tragedia del vino italiano, il metanolo (vino mescolato ad alcol etilico), scoppiata il 17 Marzo, cioè poco più di un mese prima, che aveva provocato, la morte di ben 26 pers...