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Tre chilometri di coraggio

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di Vincenzo Di Sabato Significativo fervore della Provincia di Campobasso a sollievo delle aree ienterne del basso Molise Non è il molto che si apprezza; è il buono. Non è la mole che conta; è la tenacia. Queste perline di sapienza abituale le hanno manovrate taluni tecnici, amministratori, intenditori della Provincia di Campobasso, quelli lontano dai rumori e alla ricerca di interessi collettivi. Costoro nel 2018 e 2019, formulando il programma di manutenzione o di risanamento di Strade Provinciali – forse anche per una dedizione lunga e per un esercizio di riflessione – hanno valutato e favorito una catena di interventi da arrecare a percorsi ricadenti nei territori di Castelbottaccio, Lupara, Guardialfiera, Morrone, Colletorto fino al Ponte Fortore. Ma anche per avvalersi di particolari finanziamenti ministeriali ed europei, erogabili proprio in quei momenti strategici. Alcune di queste provinciali hanno già mutato i connotati, altre li cambieranno fra breve, come la S.P. 73 in

Molise, città ideale in connessione

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di Carlo Infante E’ stato arduo arrivare a Sant’Angelo Limosano, molte strade sono franate e il GPS ignora queste criticità. E’ questo uno dei primi punti di cui tratta William Ciarallo, Sindaco di questo splendido borgo molisano, consapevole di come questo territorio soggetto agli smottamenti delle colline argillose meriti un’attenzione strategica. E’ il destino di tante aree interne del complesso appenninico che oltre a soffrire del rischio spopolamento possono subire addirittura l’isolamento. Eppure con un emblematico ottimismo di volontà Antonio Seibusi e Fridanna Maricchiolo curatori del festival Rocciamorgia. Il Molise di Mezzo rilanciano con un tema ispirato: “Molise, Città Ideale in Connessione”. Dopotutto il Molise è l’equivalente di una città di 300 mila abitanti, come tanti altri centri urbani del nostro Paese. Una città che non raggiunge la popolazione di un quartiere di Roma ma con enormi spazi in una natura incontaminata. Sono questi gli spunti di riflessione che nel di

la guerra, un crimine organizzato dai governi

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Il titolo è del blog che riporta quest'appello di GreenPeace. Vale la pena diffonderlo per far capire che la guerra è solo spreco di risorse ed umanità, follia pura di un sistema, il neoliberismo del dio denaro, cioè della depredazione e distruzione delle risorse e dei valori, del futuro. mentre tutto il mondo affronta la crisi sanitaria, sociale e ambientale più grande di tutti i tempi, mentre i nostri giornali si riempiono di notizie sulla guerra straziante e “inutile” (come se ci fossero guerre utili) in Afghanistan...un’industria ha continuato a proliferare e arricchirsi: è l’industria bellica. Proprio il 2020 è stato l’anno “migliore” per i venditori di armi, grazie ad un record di investimenti pluriennale da parte dell’Unione Europea. E la pace? Solo una bella parola. La guerra invece conviene, forse è per questo che -come rivela il Global Peace Index- i livelli di pace nel mondo sono in costante calo dal 2008. Mentre l’industria bellica guadagna, noi cittadini

La strage degli alberi: una specie su tre rischia l’estinzione

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Agricoltura, disboscamento e cambiamenti climatici le cause. Uno studio britannico lancia l’allarme: una sciagura per l’uomo--------- di Carlo Grande (La Stampa, 02/08/2021) Anche il mondo vegetale, alla base della vita sul pianeta, è al collasso: da un terzo alla metà delle specie arboree mondiali rischia l’estinzione in natura, dice un drammatico report del celebre Royal Botanic Kew Gardens di Londra, tempio della botanica e della ricerca internazionale. E lancia un appello per un’azione urgente, che inverta il declino. Lo studio si intitola «State of the World's Trees»: secondo i ricercatori almeno il 30% delle 60.000 specie di alberi conosciute rischia di scomparire (il doppio del numero di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili minacciati messi insieme); 142 specie sono già scomparse allo stato selvatico mentre 442 sono sull'orlo dell’estinzione, con meno di 50 alberi rimasti. Il Madagascar conta il numero di specie arboree più minacciate (sono 1.842), il Brasil

LA NATURA

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di Nicola Picchione Il tuo tema preferito, quasi assillante (ma lo dico in senso positivo) è la Natura e il rapporto con l’uomo che la sfrutta dominato dalla ossessione del danaro sino a ritorcere i danni conseguenti anche contro se stesso, in questo molto simile ai virus che finiscono per uccidere l’ospite che li mantiene in vita determinando così anche la loro stessa fine. Il tuo articolo, però, non è monotematico come potrebbe apparire a una prima lettura: almeno in me ha suscitato varie riflessioni solo apparentemente diverse, come anelli di una stessa catena che è l’umanità come specie particolare e anche pericolosa dove l’individuo non riesce ad amalgamarsi non solo con la Natura ma neanche con la società. Rifletto spesso su questi temi sui quali accennerò, credo con qualche considerazione diversa dalle tue che pure condivido nella sostanza. Forse la diversità sta nella diversa natura: io troppo razionale, tu più sentimentale. Ad esempio credo che un problema e

Il vanto e la beffa dei successi del cibo italiano

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Le indicazioni geografiche nazionali, arrivate a 876 sui 3358 dell’insieme dei Paesi dell’Unione europea, rappresentano un primato che è tanta bella immagine dell’agroalimentare italiano, ma siamo sicuri di valorizzarle davvero? ---------------------------di Pasquale Di Lena TEATRO NATURALE Editoriali 03/09/2021 - anteprima. ------------------------------------------------------ Non c’è un territorio comunale del Bel Paese che non sia inserito dentro un disciplinare di produzione Dop o Igp, Docg o Doc e Igt, le indicazioni geografiche che, con 876 sui 3358 dell’insieme dei Paesi dell’Unione europea, rappresentano un primato che è tanta bella immagine dell’agroalimentare italiano. Una ragione della crescita costante del fatturato pari a 17 miliardi di euro (solo 5 nel 2003); delle esportazioni (9,5 miliardi di euro, suddivisi in 3,8 miliardi dati dai prodotti alimentari e 5,6 miliardi dai vini); del numero degli operatori coinvolti (180.00

Gli ultimi 20

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di Pasquale Di Lena per il mensile La Fonte, numero di Settembre in distribuzione La paura di ripeterti quando scrivi e vuoi trasmettere ad altri le tue riflessioni, è sempre più forte. E sempre più forte è il pensiero di annoiare il tuo lettore con temi che un tempo, non lontano, animavano la politica e la rendevano arte di governare l’ambiente e, con esso, l’economia e la società. Sin dal primo momento della notizia dell’arrivo del Covid ho pensato, nonostante le tante paure che assalivano il mio animo e la mia mente, alle cause di questa tragedia e, tutte, le ho trovate nei limiti di un tipo di sviluppo che ha portato l’uomo a dichiarare guerra alla Terra. E tutto questo con il consenso del dio che si è dato, il denaro. Il dio onnipotente del neoliberismo delle banche e delle multinazionali. Il dio che si è appropriato della politica ed ha trasformato i suoi protagonisti in burattini, destinati ognuno a recitare la propria parte, che, come la storia degli ultimi settant’anni d