Molise, città ideale in connessione

di Carlo Infante
E’ stato arduo arrivare a Sant’Angelo Limosano, molte strade sono franate e il GPS ignora queste criticità. E’ questo uno dei primi punti di cui tratta William Ciarallo, Sindaco di questo splendido borgo molisano, consapevole di come questo territorio soggetto agli smottamenti delle colline argillose meriti un’attenzione strategica. E’ il destino di tante aree interne del complesso appenninico che oltre a soffrire del rischio spopolamento possono subire addirittura l’isolamento. Eppure con un emblematico ottimismo di volontà Antonio Seibusi e Fridanna Maricchiolo curatori del festival Rocciamorgia. Il Molise di Mezzo rilanciano con un tema ispirato: “Molise, Città Ideale in Connessione”. Dopotutto il Molise è l’equivalente di una città di 300 mila abitanti, come tanti altri centri urbani del nostro Paese. Una città che non raggiunge la popolazione di un quartiere di Roma ma con enormi spazi in una natura incontaminata. Sono questi gli spunti di riflessione che nel dibattito acceso nella piazzetta battuta da un inaspettato vento freddo (siamo a 890 metri d’altitudine, certo, ma eravamo lì il 17 agosto, in piena canicola) mette in campo Antonio Giannandrea, fondatore Molise città ideale che precisa: “a differenza di altre regioni già irrimediabilmente compromesse, il Molise è ancora in tempo per auto-progettarsi in base ad una visione di insieme che la faccia saltare dalla fase rurale a quella post-industriale senza pagare il pedaggio di un rovinoso danno ecologico e di alienazione sociale imposto dall’esperienza industriale. Riprendendo la proposta lanciata a suo tempo da Domenico De Masi, molisano di origine e nativo di Rotello, titolare della cattedra di Sociologia alla Sapienza di Roma, con il titolo Quella città vivibile chiamata Molise, che vedrebbe il Molise assoluto protagonista di un laboratorio sperimentale su scala nazionale ed europea.” Si sviluppa un confronto serrato che vede tra i protagonisti, tra gli altri, Micaela Fanelli (Consigliera Regione Molise), Letizia Bindi (Università del Molise), Rossella Gianfagna (Rettore Convitto Nazionale “Mario Pagano” di Campobasso), Concetta Fornaro (Associazione “Liberi di essere”) in cui emergono ipotesi per individuare soluzioni armoniche di aggregazione, di consumo, di apprendimento, di mobilità logistica, pensando il Molise come regione laboratorio, come “ideale banco di prova per un esperimento di democrazia elettronica” come suggerisce Giannandrea, se si garantisce la banda larga. E’ ciò di cui parlava qualche tempo fa Stefano Boeri a proposito della “costellazione di borghi” delle aree interne che può rappresentare una grande opportunità per un ripensamento degli stili di vita, utilizzando il telelavoro. E’ su questi temi che l’Associazione “Molise città ideale” sta progettando un evento nel prossimo autunno. Nel walkabout-dibattito peripatetico che segue il talk con Mirco di Sandro ed Esterina Incollingo parliamo di “Saperi Territorializzati”, il loro progetto editoriale, e di come sia importante porre un’attenzione vigile sul territorio rifiutando l’adozione di modelli di sviluppo eterodiretti e volti al violento sfruttamento degli ecosistemi. Scorrriamo veloci tra i vicoli, in una conversazione “congeniale” che avrebbe avuto bisogno di più tempo per snodarsi per bene, ma una cena campestre ci aspetta con un eccellente vino Tintilia della Cantina Herero, un’essenza mirabile di un territorio che ha molto da rivelare.

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