Bisogna farsi una ragione e sapere che i venti non sono accettati, soprattutto da chi non ne capisce il significato e la utilità. La voglia di correre e di cambiare; spazzare via tutto ciò che non serve (soprattutto la polvere) o è vicino alla fine; scuotere le persone che tendono ad assopirsi e, così, infastidire, rappresentano il significato. Se questo è il significato, la sua utilità, come non tutti, purtroppo, sanno, è nella loro capacità di stimolare la riproduzione delle piante note come “anemofile” e, così, dare nuova vita a chi della vita ha bisogno e la vive, con i sogni e le idee, nel rispetto degli altri, senza alcuna strumentalizzazione. I venti sono versi di quella stupenda poesia che è la natura. Ieri non eravamo dalle parti di Larino, sostituiti dalla nostra amica “maiellèse”, il vento che viene da ovest e, passando sulle cime della dolce Maiella, si carica del freddo assorbito dalla neve e dal ghiaccio. Abbiamo però saputo di quello che è successo la mattina, con l’inco