No violenza

Della violenza è il fascismo la sua espressione più alta e lo è per mille ragioni. Anche quando uno si veste di rosso e fa violenza o mostra di esserlo. Ho preso la tessere del Pci, Partito comunista italiano, nel 1968, e, a Firenze, ho partecipato a decine e decine di manifestazioni con una raccomandazione costante di gridare le proprie ragioni evitando chi si esprimeva con violenza e si adoperava per diffonderla. Sono stato un militante del Partito, segretario della grande sezione S. Quirico-Legnaia di via Pisana in Firenze, membro di organismi dirigenti della federazione fiorentina e del regionale della Toscana, educato alla non violenza, ma essere bravo a dialogare, soprattutto a chi non la pensava come me. Ero e sono di sinistra, quella storica, oggi motivato più di ieri, in lotta con un sistema che sta sprecando la terra per il dio denaro. I suoi sacerdoti e fedeli, questi sì violenti, visto che si divertono a fare le guerre (l’espressione massima della violenza), ad affamare i popoli e sempre più a farli camminare - sotto il sole cocente, la pioggia battente, lla neve - alla ricerca di un luogo dopo essere stato costretto (altra tremenda violenza) ad abbandonare il proprio territorio. Le voci di una grande manifestazione pacifica, ieri per il Vietnam bombardato dagli americani, oggi per i palestinesi ammazzati e quelli, ancora vivi, costretti a scappare in altri luoghi senza più una casa.. La gran parte, ancora insanguinati, con la mente ai propri cari, ammazzati o feriti senza essere soldati, ma civili, componenti di un popolo che racconta millenni di storia e di una terra orgogliosa dei suoi olivi. A queste la contrapposizione di un gruppo di violenti, bene addestrati, servono e si rendono utili per macchiare l’intento e l’aspetto pacifico della grande manifestazione segnata da sventolanti bandiere. Voglio raccontare, a proposito, una da me vissuta, nella seconda metà degli anni ‘70 a Firenze. Andavo in ufficio, in via dei Tavolini, una traversa di via dei Calzaiuoli, e, alla fine di via degli Strozzi, passando sotto l’arco, “l’Arcone”, che apre a piazza della Repubblica, ho visto sulla destra, uno folto schieramento di poliziotti il divisa e poco distanti due giovani che davano l’idea di essere operai. Dopo poco che ero già in ufficio, nella mia stanza, ho sentito un grande frastuono, quello di una manifestazione, che, provenendo da piazza Duomo, stava per raggiungere piazza della Signoria e Palazzo Vecchio Mi sono affacciato alla finestra e i due, che sembravano operai in piazza della Repubblica, erano i più agitati quelli che urlavano in testa al corteo. Il potere usa tutti i mezzi a sua disposizione pur di avere ragione e usa la violenza per addebitarla a chi lo sta contrastando con parole d’ordine che, quasi sempre, sono la sintesi di un grande racconto: la Pace, il Lavoro, l’Eguaglianza, la Libertà, la Giustizia e altro ancora. Tutto per quel nuovo domani, che non ha bisogno di provocatori, ma delle nuove generazioni che, ne sono certo, sono pronte per rilanciare il dialogo, il rispetto dell’altro, costruire la pace, azzerare le disuguaglianze e negare, per sempre, la guerra. Ricordo anche la mia rabbia e le mie invettive contro manifestanti che lanciavano monetina ai poliziotti che presidiavano luoghi pubblici perchè trovavo quel gesto un atto di violenza., una stupida provocazione.

Commenti

  1. Giovanni prof. Modugno3 ottobre 2025 alle ore 10:20

    mercoledì
    L Europa sotto i cui occhi si è svolta una crudele mattanza non ha mosso un dito per aiutare i palestinesi per fermare gli israeliani per programmare la fine della guerra impegnata solo a inventarsi dei nemici.. volontari di 40 paesi portano aiuti a una popolazione stremata sfidano gli esercito catturano la simpatia internazionale. Ora si inventa l alibi questi sarà no causa del fallimento del piano..come è facile al potere strumentalizzare la propria inefficienza

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