La politica per dare al Molise un futuro


Proponiamo che il 15 maggio, data in cui i palestinesi ricordano la Nakba (la catastrofe avvenuta con la creazione dello Stato d’Israele da parte dell’ONU, che ha causato la morte di migliaia e l’esilio forzato di centinaia di migliaia di palestinesi) diventi Giornata della Memoria in Italia e in Europa.

 


C’è, in Italia, da costruire una nuova sinistra, quella anti neoliberista del terzo millennio, visto che quella del secolo scorso, proletaria e anticapitalista, è morta. Una morte avvenuta – a mio parere -con la nascita del Pd, dopo una lunga malattia diagnosticata subito dopo la fine del Pci e la nascita del Pds prima e dei Ds dopo. I due partiti che si sono lasciati incantare dal neoliberismo e la nascita del Pd – contenitore vuoto di ideali, progetti, programmi, voglia di lottare -  è solo una conferma della perdita di quel poco di sinistra allora rimasta. Si tratta di dare voce e volontà di azione a movimenti che rimettono al centro  - avendo ben presente la pesante crisi del clima -  la natura e, con essa, l’umanità con i suoi valori, quali: il rispetto, l’amore, la solidarietà e la reciprocità, fondamentali per costruire un domani  non condizionato dal denaro. Una sinistra, quella vera – ripeto - oggi scomparsa,  che si riappropria della politica - oggi inutilizzata nelle mani delle banche e delle multinazionali che fanno uso del denaro – e rimette in campo strumenti e strutture, luoghi, azioni che riportano al centro il sogno e, con esso, la voglia di progettare e lottare per un nuovo domani.  Un futuro all’insegna della pace che dia alle parole “sviluppo” e “progresso” un significato del tutto opposto a quello attuale, visto che  il fine – ampiamente dimostrato dal neoliberismo  -  è la depredazione e la distruzione, l’urlo e il pianto della Terra che non ha più niente da dare a una umanità soggiogata dal dio denaro.  Una sinistra che antepone al “Che dire”? la necessità e urgenza del “Che fare”? Partendo dal Molise, prima che scompaia anche come entità geografica, e renderlo laboratorio al servizio delle altre 19 regioni. Recuperare il tempo perso con le improvvisazioni di un passato non lontano, cogliendo l’impegno che richiede un laboratorio con la nascita delle competenze che servono per ottenere i programmati risultati e renderli esempi. 

Pensare a uno sviluppo che rimette al centro il territorio con tutti i suoi valori (storia, cultura, tradizioni ) e tutte le sue risorse, quali paesaggio, ambiente  e quelle strettamente legate alla sola energia vitale, il cibo, espressa dall’agricoltura, dalla pesca e dalla selvicoltura. Un territorio piccolo, quello molisano, ma ricco, con i suoi primati nazionali di ruralità e biodiversità, di valori e risorse che interessano il turismo, oggi, il più richiesto, qual è quello  che apre alla natura e al cibo. Due risorse che il Molise è in grado di offrire se viene salvato da altre invasioni di pali e pale eoliche, pannelli solari a terra. Strutture distruttive proprio dei valori e delle risorse del suo grande tesoro, il territorio, suddiviso in tre parti: mare, Basso e Alto Molise che vogliono dire pesca, agricoltura e selvicoltura. 

 Pensare alla nascita di nuovi quadri dirigenti per renderli protagonisti, ai vari livelli istituzionali, del piano di sviluppo che la Regione si deve necessariamente dare se vuole cogliere dati obiettivi, essenziali per la salvaguardia e tutela del territorio, fondamentale per la rinascita del Molise, .

Sta qui la possibilità di un’alternativa a un’opposizione che dorme per non disturbare i progetti del chi governa senza un piano di sviluppo e le strategie che servono per realizzarlo. Un’opposizione che si oppone per diventare governo. Sta qui anche l’altra necessità, che riguarda proprio le forze alternative: la nascita di un movimento che trova nel tempo la possibilità della sua crescita con la formazione di un gruppo dirigente essenziale per dare ad esso nuova forza nella continuità.  Un gruppo dirigente capace di esprimere il proprio rappresentante nella prossima tornata elettorale e di costruire le giuste alleanze per governare con la politica il futuro del nostro amato Molise, negli ultimi vent’annnni sempre più maltrattato. Il solo modo per cancellare l’errore di improvvisazione commesso in precedenza e di dare al gruppo la possibilità di conoscersi e farsi conoscere dai molisani; con incontri e iniziative mirate; di collaborare per la predisposizione di un programma sostenuto da adeguate strategie. Una prioritaria raccomandazione è quella di non perdere tempo e di mettersi subito all’opera per recuperare quello perso.

Paasquale Di Lena

E' in edicola il mensile la fonte di settembre 2025.

Posta in arrivo

lafonte2004

Allegatilun 1 set, 09:16 (5 giorni fa)
a Ccn: me

    la fonte

indice del numero di settembre 2025 http://www.lafonte.tv/

In questo numero:

- essere sé stessi

di Carlo A. Roberto

autunno caldo? (Lettera aperta a quanti vogliono ribellarsi)

di Antonio Di Lalla

- 15 maggio: giornata della nakba

di Michele Tartaglia

- liberare la bibbia

di Michele Tartaglia

- siamo tutti netanyahu

di Rodolfo Di Martino

- pittura: "Il paradiso perduto"

di Ana Maria Erra Guevara

- il matese avrà il suo parco?

di Marco Branca

- abbandono aree interne

di Famiano Crucianelli

- acqua, una priorità

di Patrizia Manzo

- foto: "Lago di Guardialfiera"

di Guerino Trivisonno

- cani da guardia

di Dario Carlone

- come sta la democrazia?

 di Marcella Stumpo

- gino marchitelli: il piacere del noir

di Antonio Di Lalla

- libri: “LAGO NERO” di Gino Marchitelli  

presentazione di Dario Carlone

- disubbidienza delle donne

di Loredana Alberti

- vertebre della poesia

di Alessandro Fo

- 2026 anno di tina modotti

di Christiane Barckhausen-Canale

- foto: "Il coraggio di prendere il largo"

di Antonietta Parente

- il vecchio e la bambina

di Luciana Zingaro

- stele di campobasso

di Gaetano Jacobucci

- don lorenzo milani

di Bianca Campli  (Presidente del club per l’Unesco di Vasto)

- la solidarietà

di Gabriella de Lisio

- la poesia civile di Enzo Bacca: “la codardìa dei silenzi”

di Enzo Bacca

- i rischi per la libertà di tutti

di Michele Blanco

- sui muri pianterò garofani

di Franco Novelli

- fame di pane

di Maria Concetta Barone

- il tempo

di Franco Pollutri

- i manufatti di Cleofino Casolino: "a tu per tu"

di Cleofino Casolino

- guardare in modo diverso

di Lucia Barrino

- il clima nel piatto e nel bidone

di Andrea Barsotti

- dare al molise un futuro

di Pasquale Di Lena

- foto: "Non deturpiamo le nostre terre!"

di Guerino Trivisonno

- la via francigena che non c’è

di Giuseppe La Serra

- coralli sulla pietra

di Gildo Giannotti

- pittura: "Tauromachia 2000"

di Antonio Scardocchia

- territori della cura

di Roberto De Lena

- una storia di tartarughe

di Tiziana Antonilli

- una giornata storica

di Filomena Giannotti

- periferie in movimento

di Rossano Pazzagli

 

 

 

editoriale

autunno caldo? (Lettera aperta a quanti vogliono ribellarsi)   

-                                                     di Antonio Di Lalla      a pag.3  

 

   

Commenti

  1. Concordo in gran parte. Come al mio solito,purtroppo tendo a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Fare un Partito è arduo e richiede tempo. Il PCI per arrivare a Berlinguer impiegò decenni con lotte ma anche con notevoli errori. Un nuovo Partito di sinistra richiede tempo e tentativi, non si improvvisa: maturazione della gente e quindi generazione di una adeguata classe dirigente che esige studio e impegno. PD e 5S sono solo tentativi inadeguati come lo sono i Partiti definiti di estrema sinsitra. Occorre anche prendere atto dei grandi mutamenti sociali e delle nuove problematiche. I Partiti (è solo un mio penseiro) nascono da una base intellettuale ( in passato Marx sino a Gramsci) e da una classe che mette in pratica le idee. Vale anche per la cura del territorio: i Molisani non amano il Molise. Anche se fingono il contrario hanno un complesso di inferiorità perché sono imbevuti del fascino delle città, dell'industria, della spettacolorità. Per capire- ad esempio- la pittura di Morandi bisogna amare la discrezionalità, il sussurro, la luce non violenta. Purtroppo viviamo un'epoca di spettacolarità dove tutto è urlato, tutto è esibito. Siamo la rana gonfia. Lo so per esperienza: sono stato sempre accusato in tutte le mie attività di sottovalutarmi: no, è solo il desiderio di evitare di essere come la rana gonfia. Il Molise deve apprezzare le sue caratteristiche che non sono quelle di Picasso o di De Chirico ma quelle di Morandi. Nicola Picchione.

    RispondiElimina
  2. importante è capire che c'è un vuoto da riempire e, poi, impegnarsi, riempirlo, coinvolgendo altri, con le azioni adeguate, a sentire la possibilità di farcela a rimettere in campo la politica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Pasquale, mi trovi in linea con le tue riflessioni ed suspici. Qualche tempo fa, a casa da mio padre, adottando un criterio, che riguardasse gli eletti di quest'area, Termoli per il momento, in maniera trasversale ovvero senza colori, e devo dire con buona partecipazione, alla presenza del sen. Beppe Lumia, già presidente della commissione Antimafia. Mi auguro che oltre alla partecipazione possano seguire cose buone, in riferimento ai tempi che accennavi ed auspicavi nel tuo articolo. A presto vederci.

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  3. Quisque faber fortunae suae

    RispondiElimina
  4. Maria Grazia Barbusci6 settembre 2025 alle ore 19:28

    Condivisibile disamina della situazione politica attuale in Molise.
    Se l'opposizione avesse degni rappresentanti invece di farsi i dispetti fra loro potrebbero costruire un fronte unico per scardinare la destra che al contrario è sempre coalizzata e compatta nonostante si scannino comunque.
    In regione come a livello nazionale la destra porta sempre avanti i suoi riscontri perché il fronte è uno, la sinistra...beh la vera sinistra ieri sarebbe stata davanti a Stellantis a difendere gli operai insieme alla Appendino che comunque è una carica di governo. La lotta deve ricominciare da lì, al fianco dei lavoratori e con il coinvolgimento degli studenti di ogni grado, anche universitario. Qui tutto dorme, eppure il '68 è storia, solo ricompattando popolo lavoratori e studenti si può far tremare la destra. Ognuno con il suo contributo, per noi l'esperienza, per i lavoratori il fallimento dei sindacati e gli studenti con idee, tecnologia, social. Ora le rivoluzioni si possono fare anche così, purché non si stia a guardare il nulla. Va ridato ossigeno alle menti, senza protagonismi autoreferenziali, senza mire di carriere politiche, bisogna contagiare ognuno con il risveglio di coscienze e dignità per arrivare al bene comune.
    Poche persone, visionarie ed incorruttibili, possono avviare un processo a catena quantomeno per non lasciare campo libero ai furfanti incalliti..

    RispondiElimina
  5. Cultura e politica, i due elementi che negano il fascismo strisciante sotto i nostri piedi.

    RispondiElimina
  6. Cara Pasquale, concordo con te. I problemi sono proprio quelli che tu sapientemente hai esposto. Ma in questa realtà, nella situazione in cui noi stiamo, sono molto scettico circa la soluzione di essi. Temo che la situazione sia pressoché irreversibile.
    Nell'auspicio che mi stia sbagliando, ti saluto caramente con immutata stima.
    Ciao.

    RispondiElimina
  7. Giuseppe prof. Acierno7 settembre 2025 alle ore 18:09

    La tua analisi storica della sinistra politica è acuta e precisa; la tua proposta di reinventarne una nuova fondata più sul "che fare" è praticamente razionale e veramente "politica" e sarebbe veramente una svolta con l' obiettivo di salvaguardare questa terra , madre nutrice, maltrattata e abusata e sempre più in declino. Ci saranno dei volenterosi attenti a cogliere il tuo auspicio ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Giuseppe carissimo, sarà la terra molisana a farsi valere ccon le nuove generazioni. Grazie

      Elimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le Osterie del Molise, consigliate da Slow Food 2023