Le tappe della vitivinicoltura molisana
ieri, nellla impossibilità di essere presente a isernia alla grande festa dei 60 dell'Ais (Ass0ciazione italiana Sommelier), ho inviato il messaggio, che qui riporto, avendo saluto che è stato letto da Daniela Tondi, che so organizzatrice della interessante manifestazione, brava sommelier.

Gentilissima Daniela,
sono ad informarla che domani sono, con mio sommo rammarico, nella impossibilità di raggiungere Isernia e vivere, con tutti voi e gli ospiti presenti, l’applauso per i 60 anni dell’Ais. L’Associazione che ha dato un sostanziale contributo alla rinascita del vino italiano con una immagine sempre più di successo in Italia e nel mondo. L’Associazione che mi onora con il riconoscimento di socio onorario e l’invio della tessera da quasi 40 anni. Rammarico anche per non poter applaudire i bravi relatori e ascoltare le loro riflessioni sulla “storia enologica degli ultimi sessan’anni della nostra regione”.
Una storia che parte dalla scelta dell’Ente Riforma Agraria Puglia, Lucania e Molise - operativo per il Basso Molise - di segnare questo territorio con tante vigne, soprattutto di Montepulciano e Trebbiano, come per dare continuità alla viticoltura della parte abruzzese dell’allora Regione Abruzzo e Molise. Con i vigneti partono le cantine sociali e, nel 1986, l’azienda Di Majo Norante, che, grazie alla lungimiranza de suo fondatore Luigi Di Majo, parte con la scelta della qualità e la valorizzazione della biodiversità viticola, così diffusa nei suoi vigneti. Un esempio la Cantina di Campomarino, che apre ad altre realtà, non solo nel Basso Molise, anche nel territorio della futura (1970) Provincia di Isernia, che ben raccontano la storia del vino della nostra regione. Un percorso lento che porta comunque a importanti risultati:
1. Aprile 1983 Due Doc “Biferno” e “Pentro o Pentro d’Isernia”, un riconoscimento, come le future doc e Igt, grazie al DPR 930 del 1963, che porta la firma di un molisano, allora sottosegretario Ministero Agricoltura e Foreste, l’On. Giacomo Sedat di Ricciai
2. 1995 tre Igt “Rotae”, “Osco o Terre degli Osci” e “Molise”
3. Giugno 1998 la denominazione “Molise o del Molise” diventa Doc e comprende anche la Tintilia, da poco riscoperta, che è possibile produrre solo nei territori posti a un’altitudine superiore ai 200 metri
4. Giugno 2011 Riconoscimento Doc “Tinntilia o Tintilia del Molise”.
Un quadro di 4 Doc/Dop e due Igt/Igp che esprimono oltre 30 tipologie di vino. Un quadro che – è il mio pensiero - merita di essere aggiornato con il riconoscimento Docg del vino Tintilia, quale denominazione specifica e un’attenzione a un vitigno antico, il Moscato, per i romani Apianae, nel caso del Molise quello di Montagano.
A proposito della Tintilia vale ricordare che la sua riscoperta si deve all’Enoteca Italiana di Siena dell’Ente Nazionale Mostra Mercato dei vini, presieduto dal Sen. Riccardo Margheriti e da me diretto che l’ha suggerito a un gruppo compatto e attivo, nella prima metà degli anni ’80, rappresentativo delle “Province di Campobasso e Isernia, le due Camere di Commercio, l’Ente di sviluppo agricolo). Un gruppo impegnato a :sviluppare l’idea “Piacere Molise”, con me e Ro Marcenaro, il grande disegnatore della “Farfalla Molise” colorata di arcobaleno; dare vita (1984), a Larino, all’Associazione Nazionale delle Città del Vino, oggi forte di oltre 500 comuni associati. Quest’attenzione per la Tintilia viene fatta propria da Michele Tanno, che va alla ricerca delle poche vigne rimaste, fondamentali per rilanciare il prezioso vitigno autoctono, riscoprendo la sua storia di vitigno tutto e solo molisano. Voglio qui dire, ancora una volta, grazie all’amico Michele Tanno e ai protagonisti sopra citati per il contributo dato a rimettere in gioco il vitigno Tintilia e il suo vino, il grande protagonista della vitivinicoltura molisana. Un grazie alle aziende che, con altri importanti vini espressi dal territorio del Molise, lo producono e lo promuovono con successo. Fondamentale il ruolo di chi ha saputo raccontare i vini del Molise, dimostrando amore e passione, i sommeliers tutti. A quelli dell’Ais anche e soprattutto per il grande contributo dato con la selezione dei vini molisani e il loro inserimento in quella guida enorme “VITAE, la guida vini”, che racconta più di altre, con un’attente selezione, la qualità della vitivinicoltura italiana.
Mi fermo qui per evitare di entrare nel merito della situazione difficile che vive la vitivinicoltura, non solo italiana, sotto la pressione della finanza mondiale (banche e multinazionali), con il sostegno delle istituzioni e, ultimamente, anche di una parte del mondo del mondo del vino italiano. L’alcol del vino è veleno, non quello della birra e dei superalcolici. Con il vino è sempre più a rischio l’olio di oliva, in pratica le risorse più preziose del Mediterraneo, che, con la sua dieta, che, con la bontà del cibo, racconta storia, cultura e tradizioni. Valori e risorse che il dio denaro non ama, fondamentali del territorio italiano e quello molisano In particolare, che dà al Molise il primato della biodiversità e della ruralità, due risorse vittime di un sistema predatorio e distruttivo, quello della globalizzazione. Una breve riflessione questa mia doverosa, che avrei espresso con il mio intervento. Un appunto che pongo all’attenzione sua, Daniela, e dei colleghi dell’Ais, che ringrazio ancora per l’onore datomi con l’invito a partecipare alla festa dei sui 60 anni. Ancora tutte le mie scuse per l mia impossibilità a essere con voi e gli ospiti presenti.
Auguro ogni successo e invio i miei migliori saluti
Pasquale Di Lena

Post scriptum - meritano di essere citati i nomi dei gruppo compatto e attivo nella metà degli anni '80 rappprentativo della Provincia di Campobasso, il suo presidente
Antonio Chieffo; della Provincia di Iseernia, il suo presidente
Attilio Peluso e gli assessori
Domenico Pellegrino e
Michele Conte; i presidenti delle due Camere di Commercio di Campobasso e Isernia,
Enrico Colavita e
Agostino Angelaccio; il predidente dell'Ente regionale di sviluppo agricolo, Antonio Ventresca
: Presidente Enoteca italiana Riccardo Margheriti,; Ro Marcenaro e Michele Tanno.
Bel ricordo. Grazie Pasquale.
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