Grazie ai dazi di Trump anche nuove opportunità di promozione e comunicazione

 

Grazie ai dazi di Trump anche nuove opportunità di promozione e comunicazione

Dal 7% della quota di mercato in Canada che l’Italia dei vini  allora, deteneva con prodotti, nella generalità dei casi, scadenti, è passata, agli inizi del terzo millennio, a oltre il 30%, soprattutto grazie a una forte spinta iniziale nel campo della comunicazione

01 agosto 2025 | 12:00 | Pasquale Di Lena

Quando giravo il mondo con l’Enoteca Italiana e i suoi grandi vini si era formata una squadra molto affiatata che applicava la regola della sinergia, ciò che permetteva di mettere a frutto ogni minima risorsa, quelle finanziarie e, soprattutto, quelle strettamente riferite alle rispettive professionalità. L’Enoteca, considerate le risorse finanziarie messe a disposizione, per l’anno considerato, dal Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari e Forestali (in un primo tempo Ministero dell’Agricoltura e Foreste) e quelle del Monte dei Paschi di Siena, predisponeva  un programma annuale di comunicazione e valorizzazione dei prodotti e dei rispettivi territori; dopo la scelta dei mercati e delle strategie da mettere in atto, coinvolgeva le aziende interessate a questo o quel mercato, selezionava i vini e metteva a frutto la disponibilità dell’Alitalia con l’offerta dei biglietti e/o del trasporto del materiale, mentre l’Ice metteva a disposizione, nelle sue sedi all’estero, gli uffici e, anche, parte del personale. In più si occupava di invitare i buyer e i giornalisti riportati nella mailing list dell’agroalimentare e turismo. Le Ambasciate e i Consolati  non sono stati da meno con i loro responsabili e i loro uffici e, soprattutto con la loro presenza ad ogni manifestazione di presentazione. Fondamentale il contributo  dei mezzi di informazione in lingua italiana e l’interesse delle comunità di italiani che svolgevano un ruolo importante per la bella immagine del nostro Paese. Cito per ultimo - solo per rimarcare ancor più il loro prezioso contributo - i ristoratori italiani, con i loro locali che, proprio negli anni ’80, prendevano sempre più immagine anche grazie all’immagine e significato della “Dieta Mediterranea”, che raccoglieva sempre più l’attenzione del consumatore, soprattutto nord americano. Senza dimenticare il fondamentale contributo della squadra Enoteca che operava in ufficio e quella dei camerieri che, nei locali in Fortezza, selezionava i vini e preparava le spedizioni. 

Una grande squadra, espressione di un accorto lavoro di pubbliche relazioni, che si rafforzava con le iniziative e i tanti protagonisti che diventano subito amici dell’Enoteca Italiana di Siena, sostenitori delle sue iniziative e promotori dei grandi vini italiani. Ricordo le presenze dell’Enoteca, con un proprio stand, nelle grandi manifestazioni espositive (“Anuga” di Colonia, “Sial” di Parigi, “Food Pacific” di Vancouver, il grande evento  “Food Japan” Tokyo, “ProWein” di Düsseldorf) con presenze in più edizioni. Il grande evento “Pasta e Vino”, con la pasta “La Molisana”, una singolare iniziativa a Singapore e le tante altre in luoghi magici, importanti.  Soprattutto negli Stati Uniti, grazie alla collaborazione della prestigiosa Associazione americana dei Country club con le manifestazioni, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, a Winchester, il gol club, non lontano da N.Y., più noto al mondo; all’Università di  Yale a  New Haven ed a quella di Harvard a Boston; la serata riservata ai soci del club aperto all’interno di  Capitol Hill a Washington, d.c.; le due presenze, sempre nella capitale americana, all’evento annuale, la grande cena  della National Italian American Foundation (NIAF), l’Associazione di oltre 20 milioni di italiani residenti negli Stati Uniti. La cena, con i collaboratori di Donald Trump,  nell’appartamento riservato nel famoso casinò “Taj Mahal”, sulla spiaggia di Atlantic City. di proprietà dell’attuale presidente  americano. Indimenticabile la grande cena, bagnata dai vini dell’Enoteca, a Palm Spring nel Rancho di Frank Sinatra, alla grande serata  in occasione dell’evento di tre giorni.

Un lavoro perfetto che dava una forza enorme all’iniziativa ed all’immagine Italia, con effetti e risultati altamente positivi per tutti.

In questo modo, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, il vino italiano ha conquistato il Canada con la qualità, e lo ha fatto nel momento peggiore della sua storia, la tragedia metanolo, e, in seguito, ha dato un grande contributo alla  sua diffusione e affermazione sul mercato americano.

Dal 7% della quota di mercato che l’Italia dei vini  allora, deteneva con prodotti, nella generalità dei casi, scadenti, è passata, agli inizi del terzo millennio, a oltre il 30%, soprattutto grazie a questa forte spinta iniziale nel campo della comunicazione e delle pubbliche relazioni con i rappresentanti della stampa, della ristorazione e della ospitalità. delle istituzioni rappresentative dell’Italia all’estero e delle stesse numerose comunità di italiani, a partire da quelle rappresentative del mio Molise.

Nel tempo dei Trump e del dio denaro, dei dazi e dei ricatti, un paese dotato di programmazione e di strategie, di strutture adeguate alla comunicazione e promozione dei suoi beni, in particolare il cibo che meglio racconta la Dieta  Mediterranea, rende i dazi una opportunità per incentivare e perfezionare le azioni di promozione e comunicazione che, nel caso dell’America, vuol dire dare continuità e forza all’immagine che i prodotti già vivono su quel mercato. Come dire che i dazi imposti e accettati, alla fine vengono pagati dal consumatore americano, che ha scelto e sceglie sempre più la qualità. Il Canada degli anni che chiudono il ventesimo secolo, insegna.

Commenti

  1. E" tutto nebuloso e incerto.le guerre alterano la vita.

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  2. Giovanni prof. Modugno2 agosto 2025 alle ore 17:06

    Buon giorno. Oggi due agosto tanti anni fa la strage di Bologna. Nella stazione tanti bimbi donne giovani anziani pronti per partire verso le loro vacanze. Una bomba all improvviso fu causa di una strage. Secondo i profeti del terrorismo solo la violenza permette di compiere dei miracoli politici. Il terrorismo e la criminalità negli ultimi 50 anni hanno compiuto numerose vittime avevano come scopo quello di formare un esercito di rivoluzionari radicalmente ostili alle forme tradizionali di lotta politica . La guerriglia diventava una scuola di pratica politica di Ordine nuovo o delle br. Si sentivano isolati dalle principali forze sociali e schiacciati sotto il peso delle contraddizioni capitalistiche pertanto deliberatamente rompevano con la società. Quale era il loro metodo di reclutare ?. Non sufficienti furono le ideologie per raccogliere giovani emarginati e per affermarsi a tutti i costi e ampliare seguaci colpivano violentemente senza distinzione tutte le forze democratiche i civili. la provocazione armata non procurò dei risultati concreti nell' immediato .quel fenomeno falli subito per le sue intrinseche contraddizioni e anziché abbattere il sistema capitalistico lo rafforzarono. Tanto lontani erano dalla realtà. Fortemente contraddittorio era il movimento. Manie di grandezza convivevano con forti complessi. Un tragico gioco fra gruppi estremisti. E quando si creano fazioni opposte non c è unità ma divisione... Le divergenze d opinione e di azione assumono livelli alti. Di qui i sospetti reciproci le accuse di tradimento le selezioni estreme portano i capi a una sottomissione totale degli adepti e a una devozione fanatica al progetto. Il fine per loro giustificava i mezzi amavano diventare protagonisti attraverso la violenza. La strage di Bologna la morte di Moro restano ferite aperte ma segnato o l inizio della loro fine. Forte abbraccio a voi tutti

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  3. l presidente uscente dell’associazione del 2 agosto, nel suo intervento si è rivolto alla premier Giorgia Meloni. «Alla Presidente del Consiglio, che ci ha accusato di volerla esporre a ritorsioni, nel ricordare il passato da cui proviene, come quello da cui provengono gli esecutori delle stragi, vogliamo dire che una cosa è il rispetto per le Istituzioni, un’altra cosa è l’accettazione di riscritture interessate della storia, cosa che non siamo in alcun modo disposti a far passare», ha dichiarato. «Presidente Meloni – ha detto – condannare la strage di Bologna senza riconoscerne e condannarne la matrice fascista è come condannare il frutto di una pianta velenosa, continuando ad annaffiarne le radici».

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