DEDICA AL VINO
su OINOS - vivere di vino
Nel momento in cui l’attacco al vino e alla sua vitivinicoltura ritorna, con più determinazione e
insistenza, dopo quello della seconda metà degli anni ‘ 80, ciò che a noi meraviglia è il silenzio del
mondo del vino e dell’agricoltura. Forse perché troppo preso a raccontare i successi che vive
l’agroalimentare italiano nel mondo o ad applaudire il fenomeno crescente della
mcdonaldizzazione, che vede 20 e più eccellenze Dop e Igp il racconto del territorio e della qualità
che esprime - dentro un panino, che è un pugno nello stomaco del buon mangiare ed un’offesa
alla tavola, espressione alta dello stare insieme (convivio), base solida di comunicazione e
socializzazione.
Proprio ora che, diversamente da quello del secolo scorso, l’attacco vede in prima linea le
istituzioni a livello Ue e i governi dei paesi membri. Un attacco istituzionale con misure per chi
guida e l’idea di tassare, oltre all’obbligo di riportare in etichetta che il vino è veleno. Il vino e solo
il vino bevanda “velenosa” per la sua componente alcolica, dimenticando tutte le altre bevande a
base alcolica e i prodotti a base di zucchero, che sono la causa di un fenomeno crescente, la
bulimia. Un male che colpisce i ragazzi e che genera altri mali una volta diventati adulti con
l’avanzare del’età.
Il primo attacco, quello del secolo scorso, è stato respinto, mentre quello in atto ha probabilità di
riuscita per quanto sopra detto, ma, soprattutto, perché le multinazionali, negli anni ’80 non
dominanti con un sistema, il neoliberismo, ancora all’inizio della sua opera di depredazione e
distruzione, non solo dei valori e delle risorse della terra, ma soprattutto del tempo, con il
presente continuità del passato, cioè di un modo di vivere e di mangiare, che rischia di diventare
ostacolo per le nuove proposte di cibo, sostenute da investimenti di centinaia di miliardi di dollari,
sia se coltivato in laboratorio o, ultimamente, artificiale. Per le multinazionali e le banche che le
accompagnano, la sola cosa che conta è il denaro. Il dio onnipotente ddl sistema imperante, il
neoliberismo, che odia il passato, le sue risorse e i suoi valori. Una guerra al vino e, con esso, ai
suoi fedeli compagni di viaggio da oltre seimila anni, quali sono i grani del pane e della pasta, l’olio
di oliva. In pratica una guerra dichiarata dalla finanza (banche e multinazionali) al Mediterraneo, il
territorio di territori, compresi i suoi mari, che esprime e racconta da millenni di anni la tavola del
buon cibo e della bella compagnia. Due elementi oscurati dal mangiare banalità e in lotta con il
tempo, il cosiddetto fast food, e, dal silenzio che va sempre di più prendendo il posto del dialogo. Il
sistema della finanza vede nel vino, l’elemento debole per il suo contenuto alcolico, ed ecco che lo
rende il nemico numero uno, nascondendo così la ragione di questa sua vera e propria guerra,
che, comprendendo anche l’olio, i grani e, cin essi, la pasta e il pane, è una guerra dichiarata alla
Dieta Mediterranea e al territorio che la esprime, il mare nostrum.
Una guerra alle civiltà che il vino ha salutato e accompagnato con un brindisi alla storia e alla
cultura che questi territori esprimono con la bellezza dei paesaggi e degli ambienti, le significative
e diffuse tradizioni.
Noi che odiamo la guerra e consideriamo criminali tutti quelli che la guerra la dichiarano e la
alimentano con le armi, rispondiamo con una novantina di parole che, in questi lunghi anni di
cammino in compagnia con il vino e con l’olio, abbiamo sentito ripetere e ci hanno convinto che il
vino è “Vite Vita Vino“. Il titolo di una illustrazione che il grande disegnatore, Ro Marcenaro, amico
caro nostro e dell’Enoteca Italiana di Siena, ci ha voluto dedicaare. Parole che stanno a significare
i valori del vino, la sua identità, che è tanta parte della bellezze e della bontà che esprime questo
nostro Paese e non solo.
Ed ecco: amore, bacio, caldo, dolce, erbaceo, delicato , rotondo, rubino, abboccato, morbido, fine,
fruttato, armonico, ambrato, luna, aroma, corpo, carezza, giovine, ebrezza, sole, palpito, fiore,
colline, natura, cratere, notte, mistero, passione, bottiglia, meditazione, calore, brivido,
sensazione, colore, riflesso, perdizione, sapore, mare, tradizione, botte, bicchiere, odore, pazzia,
dolore, fantasia, terra, rito, nube, mito, ostrica, tartufo, gusto, torba, pane, agiio, olio, pasta,
muschio, senso, retrogusto, immenso, robusto, intenso, sogno, cammino, elegante, scoperta,
olfatto, balsamico, voluttuoso, ristorante, tavola, salute, saluto, dialogo, favola, festa, storia,
respiro, memoria, nemico, protagonista, divino, amico, racconto, sottobosco sorso, tramonto,
tannico, suolo, aurora, qualità, vite, vita, vino.
Una guerra dichiarata al mediterraneo. territorio di vino, di olio, di grani, di frutti e di verdure. Il cibo della salute odiato dalle multinazionali che amano il salutismo del consumismo, la sola ragione di un sistema, il neoliberismo del dio denaro, che offende la natura distruggendo la biodiversità,<<<, propone gli insetti come cibo, la carne coltivata in laboratorio o, anche, artificiale.; un mondo senza la giori della convivialità, la tavola.
RispondiEliminaIo continuerò a fare il vino come mi ha insegnato mio padre fino a quando avrò le forze. L'ho insegnato ai miei figli e continuerò a bere il mio buon bicchiere di vino ai pasti. Stiamo attraversando un periodo buio tra guadagni a tutti i costi, benessere a tutti i costi, potere a tutti i costi ecc. Stiamo dimenticando il buon vivere e il buon cibo frutto del lavoro del contadino a scapito della genuinità.
RispondiEliminaPer fortuna anche non essendo un agricoltore, ho vissuto l,infanzia con mio nonno e mio padre cultori delle tradizioni di una volta, e cioè seguire mio nonno nelle campagne per raccolta del grano, delle olive,la mattina in campagna il garzone con la propria famiglia preparava una ricca colazione vi lascio immaginare cosa è preparava il cesto per mangiare con i mietitori all'ora di pranzo in mezzo alla partita, molti mi capiranno che intendo.COn mio padre i ricordi di quando si uccideva il maiale il taglio e la stagionatura del prosciutto rito fondamentale era che con tutta la famiglia sette figli ed i miei, con il restante osso del prosciutto,muz madre ne ricavata un meraviglioso brodo con spaghetti tritati, che ricordi,sembra adesso e finisco con Bacco per quanti anni, siamo andati a prendere l'uva nelle campagne Larinesi, per poi provvedere alla sua spremitura ed a tutte quelle operazioni che lo facevano diventare un nettare.....provo sempre tanta soddisfazione nel raccontare tutte queste cose e spesso quando posso le racconto alle mie figlie ed ai ragazzi in genere, perché non insegnarle bel vero senso del termine, scusate se mi sono dilungato ,viva la nostra regione viva l'Italia ed i nostri meravigliosi prodotti e produttori
RispondiElimina