Sepino, "una birra con la Scienza"

 

Ho detto subito Sì all’invito fattomi telefonicamente da Vittorio De Cosmo - lui sì uno scienziato – ad essere presente a Sepino, il paese delle sue origini, seduto davanti a un bar a prendere una birra per passare, insieme con altri amici, un pomeriggio (ore 18) e parlare  di Biodiversità, un tema di grande attualità, visto che si parla della natura, cioè della vita che, da millenni, vede insieme noi umani con gli animali e i vegetali. Un’iniziativa bella  “Una birra con la Scienza”, che mi ha riportato indietro nel tempo, alla “passatella”, il gioco finalizzato a ubriacarsi per dispetto. Questa volta, invece, a dissetarsi di riflessioni con amici, seduti o alzati, pronti ad ascoltare, e, lo vogliamo sperare, a dialogare. Proprio una bella iniziativa quella creata e promossa da Vittorio De Cosmo, un amico da me conosciuto e frequentato in occasione degli incontri, via computer, dell’Associazione “Molise città ideale” realizzata con Antonio Giannandrea. So che abbiamo in comune la frequentazione dell’Università di Firenze a cavallo anni ‘60/70, io la facoltà di Scienze Agrarie e lui quella di Fisica. Venerdì 23 p. v. con una stretta di mano prenderemo atto che siamo amici da sempre.  L’incontro davanti al bar di piazza Nerazio Prisco  di Sepino, il luogo che verrà occupato il tempo di due ore di tre pomeriggi da tre relatori, con Vittorio moderatore. Conosco e ascolto sempre con grande attenzione Rossano Pazzagli, mio caro amico che dalla Maremma Toscana arriva nel Molise per trasmettere il suo sapere agli allievi dell’Unimol e, non solo, ai molisani che ama, soprattutto quelli rimasti nei piccoli centri. Il tema è “Rileggere il territorio”  che inizia Mercoledì 21. Non conosco la d.ssa Valeria  Piano, filologo dell’Università di Pisa, che parlerà del “terzo millennio” Giovedì 22. Il mio intervento è programmato per il giorno dopo, Venerdì  23. L'incontro inizierà  alle ore 18 e non alle 18.30 come riportato sulla locandina. Sepino; Sannio Pentro; Molise; Massiccio del Matese; Piana del Tammro; Altilia e i resti di una città romana; la dogana  sul tratturo Pescasseroli- Candela; Santa Cristina; l’acqua oligominerale; la Mpanatella, piatto tipico di una cucina che racconta il territorio, quello che parte dal fiume Tamaro e sale fino a Campitello di Sepino, Altopiano posto  a 1300 metri. Il territorio con la sua campagna; i suoi orti; i prodotti del sottobosco, funghi e tartufi in prevalenza. Il luogo adatto per parlare di storia, cultura, lingua, dialetto, tradizioni. In pratica di un bene comune maltrattato soprattutto da chi dovrebbe difenderlo, tutelarlo e valorizzarlo. Il territorio, il solo tesoro che abbiamo, sempre più nelle mani di un tipo di sviluppo che, con ogni mezzo, lo sta riducendo  a poca cosa. Ancor più se ricco di risorse e di bontà, come quello di Sepino e del Molise, la regione che rischia di perdere i suoi primati: ruralità e biodiversità. Risorse e valori di straordinaria attualità che, se preservati e tutelati, hanno la forza di combattere e battere con i luoghi la globalizzazione, cioè un tipo di sviluppo che non ha domani.



 

 

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