La tavola del futuro? Quella che riempie lo stomaco, ma non appaga né la mente e né l’anima

Teatro Naturale - Pensieri e Parole -Editoriali 10/05/2024 di Pasquale Di Lena
La foglia è il cibo della pianta e la pianta a noi e agli animali dona il cibo. Un filo conduttore di uno stile di vita e di un modo di cibarsi così ben espresso dalla Dieta mediterranea
Lunedì dell’ultima settimana di Aprile c’è stata la ricorrenza della giornata mondiale dedicata alla Terra, martoriata dal consumismo di un sistema, il neoliberismo, stranamente poco citato e, comunque, raramente analizzato e, per di più, mai messo sotto accusa. Stiamo parlando della causa di tutti gli effetti prodotti in questi ultimi cinquant’anni, a partire dalla crisi climatica sempre più pesante, con l’aumento delle temperature che porta a: non avere più le stagioni; lo scioglimento dei ghiacciai, con un innalzamento del livello dei mari, inquinati dalla plastica e dai più disparati rifiuti, la quasi totalità velenosi e, come tali mortali per la vita che anima, sia i piccoli mari come l’Adriatico che i grandi, come gli Oceani; una situazione di siccità sempre più diffusa; una perdita costante della biodiversità, che è vita. Si spiegano così, anche gli effetti del fenomeno crescente delle emigrazioni; degli spopolamenti con l’abbandono di intere aree; della crescita delle città con il territorio che, con le colate di cemento e asfalto, paga un prezzo sempre più alto. E questo prezzo lo paga anche, con l’invasione di strumenti e strutture atte a produrre energia ricavata dal vento e dal sole per sostituire quella prodotta dai fossili, tutto e solo per non rallentare il consumismo spietato che è anima, cuore e mente dei fanatici del dio affamato di denaro. In pratica l’1% dei ricchi che posseggono beni pari a quelli lasciati al 99% della popolazione mondiale, martoriata da sete, fame, malattie croniche, distacco dalle proprie radici, guerre che bene esprimono la natura di predatori e distruttori, criminali incalliti di chi le promuove. Un ulteriore allargamento della forbice che vede i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri; la terra sempre più sofferente e sempre più misera di natura e - come ho cercato di spiegare nel mio articolo editoriale del numero della settimana scorsa - di fertilità. Si ritengono immortali, eterni, e, non avendo il senso della provvisorietà espressa dalla vita, considerano il denaro un fine e non un mezzo. Non sanno quello che la foglia sa e fa: dare alla pianta, di cui è parte, la vita e poi staccarsi per cadere sul terreno e trasformarsi in alimento e, così, con l’aiuto della fertilità del suolo, dare alla pianta la continuità della vita. La foglia, quindi, cibo della pianta, e, la pianta che a noi e agli animali dona il cibo. Questo bene primario è, da sempre, l’atto della caccia, della pesca, della transumanza, e, da oltre diecimila anni, l’atto agricolo che ha spinto l’uomo a diventare coltivatore/trasformatore, costruttore di nuovi paesaggi e animatore, con i suoi animali, di nuove civiltà, avvalendosi dei cereali, dell’olio, della frutta e del vino, cioè degli elementi di quel filo conduttore di uno stile di vita e di un modo di cibarsi così ben espresso dalla Dieta mediterranea.
Non a caso un attacco concentrico del sistema imperante alla Dieta Mediterranea, a partire da: i cereali sempre più condizionati dagli ogm e da veleni come il glifosato, noto come “secca tutto” e non a caso; l’olio che, con una produzione dimezzata causa siccità, ha fatto alzare il prezzo e allontanare una parte dei consumatori abituali; il vino, che per cancellare quello ricavato dall’uva, diventa, con le istituzioni che si lavano le mani e una parte degli addetti ai lavori che acconsente, “no alcol”, cioè un miscuglio di acqua e zucchero, che è nemico acerrimo della salute, soprattutto dei bambini e dei giovani. Uno scandalo, per me, che ha caratterizzato due delle mostre più importanti dedicate al vino, la Prowein e il Vinitaly, utile a chi non considera il territorio la risorsa delle risorse con la sua storia, la cultura i suoi ambienti e i suoi paesaggi, le stesse tradizioni. Un esempio, anche, della spietatezza della finanza (banche e multinazionali) che il territorio lo considera utile per altri fini, non origine, con l’agricoltura, della qualità del cibo. Un sistema che vuole cancellare – non è più una sensazione ma certezza - il passato pensando, con l’utilizzo del’intelligenza artificiale, a un futuro profondamente nuovo con la terra sempre più depredata e distrutta e la natura con i suoi componenti isolati l’uno dagli altri. L’uso dell’Intelligenza artificiale, non a caso, interamente al servizio del consumismo, espressione della dittatura neoliberista sempre più al servizio del denaro. Carne sintetica, insetti e Ogm comporranno il piatto che il consumismo sta preparando per il consumatore di un domani non più lontano, ma prossimo.
La tavola, se ci sarà, sarà quella tipica del ristorante McDonald’s, adatta a un “mangia e fuggi” che riempie lo stomaco, ma non appaga né la mente e né l’anima. In pratica, in un primo tempo, la riduzione della conversazione, del dialogo, del confronto, della condivisione, dell’azione, per passare, subito dopo, alla definitiva cancellazione della tavola-convivio, nel momento in cui l’intelligenza artificiale prenderà il posto dell’intelligenza naturale, con gli umani al servizio di robot spietati, sfruttatori nati non avendo né anima e né cuore, come i loro promotori. di Pasquale Di Lena

Commenti

  1. Giovanni prof. Modugno10 maggio 2024 alle ore 22:00

    Certo il consumo non potrà rallentare diventerà più spietato perché gli amanti del dio denaro non possono farne a meno. E "l 1 per cento continuerà a posisedere beni pari a quelli lasciati al 99 per cento delle popolazioni mondiali martoriati dalla sete distacco dalle proprie radici, fame malattie , guerre mafia criminalità " per fortuna il continuo flusso di immagini foto strazianti che ogni giorno colpiscono il nostro sguardo sopperisce alla nostra ignoranza della realtà storica e delle cause che l hanno generata. Ci spingono a ricercare le radici a riflettere. Chi ha determinato queste immagini? Chi è responsabile di questi eventi? Si potevano evitare questi massacri?.indifferenti siamo stati per molti anni alle sofferenze alle devastazioni di un popolo emarginato cacciato dalle sue case. Certo le crudeli immagini che ci vengono propinate ogni sera non cambiano nulla né curano le ferite. Tuttavia queste foto da cui siamo invasi ci raccontano ci fanno vedere ci mostrano i tantissimi morti bimbi donne uomini affamati dolore pianti. C è il rischio di assuefarsi al dolore alle tragedie . Certe foto però restano impresse nella nostra memoria rendono visibile l invisibile fanno breccia nella nostra coscienza .Fotoreporter che si muovono nei luoghi del massacro rischiando la loro vita per documentare per testimoniare il dolore degli altri. se le guerre hanno perso un significato quelle morti di innocenti il dramma dei sopravvissuti affamati assetati senza una casa disperati hanno un senso. Nel luogo più povero del pianeta la guerra si compie col supporto della intelligenza artificiale non naturale. Un esercito altamente tecnologico contro un esercito armato di pietre ." Sconfiggerò il nemico da solo" questo è l obiettivo mettere a tacere per sempre il nemico..quella intelligenza "senza anima né cuore" " interamente al servizio del Consumo sostituirà l intelligenza umana che sarà al servizio del robot. Saremo così addestrati con testi digitali chat che riusciremo a considerare nostri simili anche chi non lo è. Antropomorfizzeremo i robot ed entreremo in competizione soccombendo. I ragazzi smetteranno di studiare perché L Ai li imiterà bene. L economia della conoscenza non avrà valore. Ai nostri tempi se volevamo migliorare la nostra condizione sociale dovevamo studiare, la conoscenza gestiva la tecnologia. Domani sarà rimlpiazzata. I lavori manuali intellettivi creativi diventeranno obsoleti e scompariranno. I senza colletti scompariranno e rimarranno solo i colletti bianchi che si libereranno dei loro schiavi. Che triste futuro per le nuove generazioni. Un caro saluto

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  2. Maria Grazia Barbusci10 maggio 2024 alle ore 22:02

    Il peggiore nemico della natura è l'essere umano, che nella velocità dei consumi ha perso totalmente di vista l'armonia del Creato. Non osserva, non cura, non protegge né sé stesso né ogni forma di vita che lo circonda, la reciprocità è una rarità e tutti per la fretta vivono come automi.
    Profumi, gusti, sapori e colori del ciclo della natura sono i cicli della vita e tengono viva l'anima. Speriamo possano gli esseri umani ravvedersi o la loro vita non avrà un senso compiuto, ci sarà solo vuoto intorno e dentro di loro senza un equilibrio.

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  3. Caro Pasquale,
    questo tuo ultimo blog è uno scrigno strapieno di contenuti problematici che è estremamente difficile da commentare, tutti assolutamente condivisibili, ma ognuno necessità di una riflessione a parte.
    Razionalmente bisogna capire da dove si è partiti, quali sono stati i processi che hanno portato alla situazione attuale e quali possono essere le strategie correttive.
    Provo a fare un esempio: l' homo sapiens, da nomade cacciatore/raccoglitore (attività estremamente incerta, pericolosa e faticosa), è diventato stanziale quando ha scoperto l' agricoltura e l' allevamento degli animali addomesticabili. E questa attività è persistita quasi invariata per millenni.
    I miei ricordi d'infanzia mi fanno rivedere le scene dei piccoli agricoltori collinari di Guardialfiera che dovevano arare i terreni (attività già molto avanzata rispetto all' uso delle zappe, vanghe e bidenti) con asini o cavalli o meglio con i buoi, con quelli andirivieni bustrofedici (lo dice la parola stessa !) per preparare il terreno alla semina del grano. Poi bisognava passare l' erpice per spianare le zolle. Infine arrivava il momento della semina effettuata con quei poetici ampi gesti delle braccia: ma quanta fatica !
    Era bello vedere i campi verdeggianti dopo il germoglio...ma crescevano anche le "erbacce". E allora vai curvo con il sarchio in mano a cercare di ripulire il campo ! Quando bisognava mietere, ammesso che parte del possibile raccolto non fosse stato "atterrato" dalle piogge, bisognava farsi aiutare da amici (e poi restituire il favore!) per raccogliere il grano in mucchi (belli i termini dialettali per definire le varie fasi), trasportali sull' aia più vicina (non sempre vicina) in attesa della trebbiatrice. Infine la trebbiatura, il ricovero del grano ottenuto, la ricerca di un buon compratore, la conservazione del migliore per la semina dell' anno successivo e di quello che trasformato in farina doveva servire a sfamare la famiglia per un intero anno.
    Questo lungo, faticoso, tormentato e incerto percorso avveniva in passato con assoluto rispetto della natura, ma senza alcun rispetto della salute fisica e psichica dell'essere umano e degli animali utilizzati.
    continua

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  4. anticrittogamici...) in vasti terreni pianeggianti (in decine e centinaia di ettari) in monocoltura, con i rischi di maggiore diffusività di malattie che ciò comporta, onde la ricerca scientifica di varietà OGM resistenti e la crescita delle multinazionali che ne governano la commercializzazione !
    Il bilancio di questo lungo excursus è: da un lato l' essere umano fatica di meno (può fare quasi tutto in giacca e cravatta su trattori con cabina condizionata, ma che sputano prodotti di combustione del gasolio e CO2 tossici per l' ambiente), la filiera di produzione e commercializzazione che si arricchisce sempre di più in regime di monopolio, la natura che viene danneggiata nella sua biodiversità e dall' accumulo di sostanze tossiche. Tutto poi riverbera a danno dell' uomo che diventa carnefice e vittima di sé stessa.
    Allora: i latini dicevano " in medium stat virtus".
    Cioè è bene che ci siano stati tanti progressi per essere più produttivi ed alleviare la sofferenza fisica, ma l' uomo - se veramente sapiens - deve imparare a governare eticamente gli strumenti di cui ha imparato a disporre e non pretendere troppo, ma accontentarsi di quanto basta.
    Anche la tanto temuta Intelligenza Artificiale (che non è intelligente affatto !) è uno strumento utile e d'aiuto in molti campi , sfruttando la grande mole di dati che computer superveloci sono in grado di macinare, ma va governato da esseri pensanti.
    Purtroppo oggi i "cosiddetti esseri pensanti in quanto autori di regolamenti e leggi" sono i politici, che nei campi fertili abbandonati dai veri sapiens di sono riprodotti come le "erbacce" parassitandoli.
    Gli strumenti non sono buoni o cattivi, ma chi li usa fa la differenza.
    Quando possibile sarà un piacere riflettere insieme su questi argomenti.
    Un caro saluto
    Peppe

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  5. Qualche giorno fa in treno per raggiungere Padova ho letto "Quella volta che…", ill libro di Nicolino Antenucci tuo compaesano. "Ricordi paesani di una civiltà pastorale e contadina", come recita il sottotitolo, con il parole in dialetto che il "progresso e lo sviluppo" ha cancellato in mancanza di riferimenti: la mietitura, la trebbiatura, gli animali domestici, gli attrezzi, la vita di un piccolo paese segnato dall'agricoltura. Molto interessante per la mia memoria sempre più affaticata. "A vecchiaie è na crutta bes'tie.. Un piccolo paese, come altri 133 che animano il Molise e lo rendono Una piccola "città campagna", I luoghi che, non considerati dal sistema della globalizzazione, hanno la possibilità di ribellarsi e vincere avvalendosi dello "spirito del luogo".. Non è il movimento che mi preoccupa, visto che lo applaudo quando c'è, ma lo stravolgimento che tenta di cancellare il passato, i. valori,, la stessa intelligenza sempre più sostituita da quela artificiale. Ed è proprio l'artificiale che a me preoccupa, visto che non ha né anima e né cuore. In pratica né occhi, né orecchie e nemmeno parole. Buona serata di questa domenia calda di metà maggio.

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