Il pianeta Iovine di Vincenzo Di Sabato

Alberto Sana, nordico meridionalista in un portico di realtà e di speranze culturali
E’stata una scossa, quasi un bagliore di futuro a scuotere la pace beata che da un po’ sonnecchiava sulla figura di Francesco Jovine e sulla sua smania di risvegli alle bellezze e alle tenerezze del sapere. In un lucente mattino del luglio 2017 – infatti - provo l’incanto e la feconda consistenza della felicità. Sperimento l’irradiazione improvvisa d’una condivisione e di un’amicizia istintiva e solerte. Chissà come. Certo è che Alberto Sana - un fuoriclasse volitivo, invaghito di cultura e di conquiste, nativo di Verdello e docente di latino a Treviglio nel bergamasco - giunge a Guardialfiera. Azzarda un viaggio di 780 km. e 14 ore di percorso al volante, pur di percepire - in diretta – l’“umanità umana”: le purezze e la familiarità, umori, amori e disamori effusi da Francesco Jovine, “il profeta del Sud”, del quale – oltre a Raimondo, mi rendo conto - con inquietudine - di essere ormai l’unico vivente ad averlo conosciuto, frequentato e amato. A Palazzo Loreto, Sede del Centro Studi, Alberto Sana è accolto anche dall’affabilità di Itala Trolio (amministratrice comunale) e dal Parroco don Antonio Antenucci. Alberto cerca l’orma del passato; trova fogli ingialliti, tarlati, rigati da Jovine col pennino stentagliàto e intinto nel calamaio quand’era esule al Cairo. Pagine che tratteggiano fatica, rassegnazione, voglia di riscatto. Ed è avvincente pure il riscontro d’una angolazione religiosa, essendo analizzata la personalità di Padre Gabriele Consegni, figura francescana rilevante nelle missioni cattoliche dell’Africa, indescrivibili per arretratezza e povertà. Il sacerdote è popolare in quei luoghi per un suo saggio politeistico stampato sul periodico egiziano . Alberto, nordico meridionalista, promuove i valori e le attrattine nostre lassù: nel nord, attraverso il magazine liceale “Weiliero”, il giornale dei docenti e della scuola. Incomincia a far conoscere persone e personaggi molisani presi a caso: Benito Jacovitti, Aldo Biscardi, Antonio Di Pietro, Celestino V… e via via tutto il campionario delle nostre personalità e specificità. E insiste con un itinerario pieno di luoghi e di cose da vedere e da fare. Poi, con avidità, cerca e trova dai casellari un profluvio di racconti e raccontini significanti e ammalianti che – tra l’inverno e la primavera del 2021 - pubblicherà a puntate su “Primo Piano Molise” e poi su “Weliero” all’interno del quale inserisce addirittura “La joviniana” rubrica di notizie e storielle inedite. Coraggioso ed enfatizzato, si scatena. Contamina e fa sgobbare anche il fiorentino Claudio Giunti, cultore e docente di italianistica all’Università di Trento il quale, testualmente, arriverà a scrivere così: “Francesco Jovine è decisamente uno scrittore molto più grande di quanto tutti pensano”. Per la “Cosmo Editore” di Isernia, pubblica subito un libro magnifico, elegante; “Scritti Africani di Francesco Jovine” che verrà a consegnarci a Guardialfiera il 20 aprile 2023. “Una novità – osserva il Prof. Martellii nella prefazione – perché offre testi sconosciuti e riproposti con verifiche inoppugnabili, testuali e filologiche, risalenti al tempo del suo soggiorno in Africa”. Sana scopre nel Molise e scrive su intellettuali, prosatori e poeti. Legge Cuoco, Longano, Galanti; ma anche autori dialettali come Cirese, Cerri, e Guerrizio. Approfondisce indagini su Pasquale Albino, Perrella, Labamca; studia e pubblica in collaborazione con l’abruzzese Robertas Nuovavia, taluni scritti del giornalista Michele Lalli originario di Bonefro. E – fra breve – farà uscire per la rivista “Misure Critiche” diversi saggi curati da Felice Del Vecchio, appena scomparso. Di lui scopre, altresì, brevi racconti e scritti critici e politici dimenticati. Alberto Sana è il sorprendente, ammirevole ideatore e munifico mecenate della annosa e sospirata ristampa di “Berluè”, il primo chiacchierato romanzo per bambini dello scrittore guardiese. Recupera inoltre la copia integrale dattiloscritta della traduzione joviniana de “I lavoratori del mare”, potente narrazione di Victor Hugo attraverso la quale viene chiarito definitivamente il fortissimo interesse che lo scrittore propensa per il lavoro e le fatiche delle classi subalterne. L’Alberto (…“Magno”) sta ora tallonando, con passione, l’ambizioso progetto dell’editore Iannone finalizzato alla riedizione non solo de “Le terre del Sacramento” ma dei meravigliosi racconti da poco recuperati a cui include “Malfuta, o della fondazione del villaggio”, novella che il critico Luigi Russo considerò “una sorta di Nedda verghiana in salsa molisana”. Il volume accoglierà “L’impero in provincia”, “Storie di contadini”, “Tutti i miei peccati”. E, dopo di che, un libro di prose narrative disperse e malnote. Una collana, insomma, voluta e curata da Sana in collaborazione di Sebastiano Martelli e altri noti studiosi joviniani. Il mitico Sana disseppelisce perfino dal mercato antiquario, una nuova copia di “Sole sul cammino” (Mondadori 1946), il volumetto di letture per la 4^ classe elementare di cui, finora, si conosceva soltanto un esemplare. Belle notizie che rallegrano l’anima e che, credo, non cagionano più sottrazioni alla cultura, ma solo moltiplicazioni................................................................................................................................................................................................................................................................................................ “La memoria del Cuore”---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Presentazione a Guardialfiera in ricordo di Don Giulio Di Rocco................................. * GUARDIALFIERA. Alzati, ridestati: alfiere di storie passate/ e di speranze nuove,/ richiama i tuoi figli lontani/ partiti in cerca di lavoro,/ radunali in festa nelle tue piazze/ nella tua Cattedrale/ all’ombra del bel campanile./ Riecheggi di nuovo il canto/ nelle nostre strade e nei campi,/ sbocci la vita nelle culle vuote,/ dalle campane riesploda la gioia/ e si spanda sul fiume e sulle case/ sulla campagna e sul lago/. Gente del mio paese, ritrova la linfa delle tue radici/ rivivi la fede dei padri:/ salda come la roccia del borgo antico/ chiara come le acque/ delle tue sorgenti/ feconda come i “giardini” d’un tempo/ lungo il corso del fiume. Terra del mio paese,/ mi sarà più dolce un giorno/ dormire nel tuo grembo/ con tutti i miei/ nell’attesa del giorno del Signore. E’ l’inno nostalgico consacrato all’inizio di questo secolo e di questo millennio al suo, al mio, al nostro paese, da don Giulio Di Rocco, sacerdote, educatore, letterato. Egli lo ha cesellato con il malinconico insorgere della sua infermità, allorché – serio e beffardo – ironizzava sull’invito, furtivamente rivolto a lui, di valicare la “Porta del tempo” e di soddisfare la sua “ultima e più grande attesa”, quella di “cieli nuovi e terra nuova”. Il nostro sbalorditivo personaggio - debole e forte, curioso e riservato, velocissimo e lento, impaziente e tranquillo, a 21 anni dalla sua morte - sarà commemorato a Guardialfiera sabato 11 maggio alle ore 18 nella Sala Gerardi Conedera. Un grande giorno, tutto donato a Lui. Tutto apparecchiato per proporre un libro sontuoso ispirato a lui: “La memoria del cuore” pensato, indagato, ricamato dall’animo raffinato e sincero di Angelo Marolla, avvocato, intellettuale, dialettologo, promotore d’una girandola di serenità crepitate dalla “Gioventù Studentesca” prima, poi da “Comunione e Liberazione”. Riascolteremo, con l’immaginazione la sua sinfonia discorsiva, l’acutezza e la profondità dei suoi suggerimenti e - fra le relazioni dei cattedratici Francesco d’Episcopo e Giuseppe Fidelibus armonizzate da Antonietta Aida Caruso - sfoglieremo pagine lucenti dei suoi libri, declamate dalla Compagnia Teatrale “I Scapestrati”. vncenzo di sabato

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