Viadotto “Molise 1”

di Vincenzo Di Sabato
Recuperare e realizzare il Progetto della armoniosa variante su terra ferma, eliminando il Viadotto sul Lago Ci sarà un avvicinamento cronometrico e kilometrico tra la Puglia garganica e Roma
Non ho visto il servizio del TG-3 riferito allo “scenografico” Viadotto Molise 1, immerso nelle profondità del Lago di Guardialfiera, e non ho potuto gustare in diretta la combattiva dolcezza di linguaggio di Antonio Lupo, amico ad alto tasso di cordialità e Capo-Redattore della testata giornalistica regionale. Paola, però, con filiale e introspettiva sollecitudine me ne sfoggia a posteriori la registrazione ed ecco finalmente quelle sue rilevazioni sgorgate con fragore spumeggiante, simile a quello del Biferno paleolitico: “19 maggio 1956, posa della prima pietra dell’Autostrada del Sole, 4 ottobre 1964 l’Autostrada è terminata. Otto anni per realizzare una delle maggiori opere infrastrutturali d’Italia”! E poi rimarca: 2020 inizio dei lavori per la ristrutturazione e messa in sicurezza della Bifernina; ultima data annunciata per la fine dei lavori 2027. Otto, dunque, anni per l’Autostrada del Sole, 7 anni (ma se tutto va bene) per un tratto della Bifernina. Soltanto che allora si usava il piccone, oggi si usano i martelli pneumatici. Son grato alla Rai per l’eccellente servizio e per l’opportunità di poter echeggiare a caldo talune altre apprensioni. La Bifernina è la strada che ha aperto il Molise al decollo; è l’unico collegamento agevolmente percorribile tra il basso Molise ed il resto del territorio, caratterizzato da una rete stradale impercorribile. Il viadotto è imponente opera ingegneristica; è uno dei monumenti strutturali più solenni d’Europa. In un ricamo di sintesi, Emiliano Consò, maestro di giornalismo, nella Edizione del TGR-Molise del 21 settembre 2017, così ne fa la grafica: “Automobilisti allarmati per lo stato dei piloni. E ogni giorno sul viadotto transitano migliaia di autovetture e autosnodati il cui volume di traffico è in costante aumento. Siamo scesi a controllare i piloni – prosegue Condò – le anime di ferro hanno perforato il conglomerato cementizio e la ruggine ne ha modificato il colore. Il processo invasivo per l’accumulo per l’accumulo di elementi ed organismi chimici, fisici e meccanici, è inarrestabile. Anche gli attacchi dei cloruri ne accrescono la porosità ed il volume del calcestruzzo”. Non si scherza! La durabilità d’una costruzione in cemento armato ha una vita utile di servizio, pari a 50 anni. Aumentando il copri ferro, se ne potrebbe raddoppiare la sostenibilità. Il nostro gran ponte, sopraelevato su 40 milioni di mc. d’acqua. Essendo stato costruito ai primi anni ’70, ha ormai superato il mezzo secolo di vita. E’ al limite. E Antonio Lupo, nel suo reportage, ha affermato così il 2 febbraio: “Percorrere questo tratto di strada, più che una necessità, pare una sfida alla fatalità!”. Il Prof. Maurizio Crispino, ordinario al Politecnico di Milano, dal 12 al 16 giugno 2017, guidò a Baveno – località turistica sul Lago Maggiore – un Convegno su “I Viadotti che crollano”. Parteciopò a distanza anche il Centro Studi di Guardialfiera. Uno scambio di esperienze e competenze internazionali sulla resistenza, nel tempo, della struttura contemporanea. E da lì, la lunga scìa dell’Italia fragile. Ponti crollati in pochi mesi a Cingoli, ad Apinola, a Fossano, in Brianza, a Molteno Oggiono. I disastri riguardano anche opere appena costruite! E il Ponte Morandi a Genova? 43 morti e quanti disperati! Lì Giuseppe Conte, allora Presidente del Consiglio, proclamò che tragedie di sì grandi proporzioni non possono ripetersi. E che tutte le autorità competenti devono ragionare sulle proprie responsabilità. Sostenuto da “ Primo Piano Molise”, nasce in questo frangente, il Gruppo Pubblico FB “Liscione Sicuro”, costituito da spiriti liberi e intellighenzie solo femminili: dalla impavida scrittrice e Presidente Rita Frattolillo e dalla vertiginosa azione di pensiero e volontà di Simonetta Tassinari, di Barbara Bertolini, Annamaria Lombardi, Emma de Capua, Marilena di Sabato e Rossella Di Rocco. Istantaneamente guadagnano il conforto di migliaia di iscritti. Creano un movimento d’opinione, producono comunicati stampa, documenti, appelli; coinvolgono Organi Istituzionali, Associazioni, Sindacati, Cittadini. E chiedono e ottengono, subito e ancor più del credibile. Vien decretata la salvaguardia dei mega viadotti: “Molise 1 e 2! Ma quando l’Anas rifinisce le operazioni d’appalto, Antonio Federico, parlamentare pentastellato – fiutando - percepisce odor di bruciato: “i lavori al Liscione son finiti nelle mani sbagliate”. E’ riportato, proprio così, a piena pagina 4 da “Primo Piano Molise” il 15 aprile 2020. “L’impresa giudicatrice è coinvolta in un’inchiesta antimafia” . “Per la Procura di Catania la Società appaltatrice sarebbe guidata dalle stesse persone arrestate il 21 febbraio 2020 per bancarotta”. “Il deputato dei 5 Stelle Antonio Federico presenta interrogazione al Ministro delle Infrastrutture De Micheli”. Non entro nel merito. Infondo chi sono io per giudicare. Asserisco solo che i piloni del Molise 1 sono in agonia e che qualunque altra impresa al mondo, non avrebbe mai potuto avere la prodigiosità di richiamarli in vita. Hanno travalicato l’età e il potere della legge fisica.
E’ invece disonorevole l’ostinazione di chi rifiuta l’azzeramento della pericolosità, sfidando l’ovvietà della logica, cestinando quel mirabile Progetto “salvaguai”, offertoci su un vassoio d’oro, approvato con procedura d’urgenza, finanziato e, dolorosamente, accantonato. Incredibile. Giovanni di Stasi – parlamentare al tempo del Governo Prodi – ottenne da Giuseppe d’Angiolino (Presidente dell’Anas) e dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Micheli, il finanziamento di 70 miliardi di lire per la realizzazione e la velocizzazione d’una armoniosa variante su terra ferma e a doppia corsia, dal bivio di Lupara all’ex Zuccherificio di Termoli. Fu deciso allora per bypassare e annullare il viadotto sul lago e per creare un avvicinamento cronometrico e kilometrico tra la Puglia garganica a Roma. Prima dell’irreparabile, si ridecida in fretta, per pietà sulla variante di Giuseppe d’Angiolino, e , ove mancassero le risorse, siano ricavate - per esempio – da quelle finalizzate alla realizzazione d’una inutile galleria, ferocemente contestata, che dovrebbe traforare il sottosuolo di Termoli. E’ folle sonnecchiare ancora. E’ delittuoso lavarsi le mani seguitando, impunemente, a commettere il settimo vizio capitale (l’accidia) e dispregiare la pubblica incolumità, vite umane ed il loro destino. vincenzo di sabato

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