Politiche dell’immigrazione che aprono le porte al fascismo

Di Lucila Rodríguez-Alarcón* – Fondazione PorCausa, Spagna
Un migliaio di persone hanno sfilato domenica per Roma in modo ordinato, vestite di nero e con le braccia alzate. Questa apologia del fascismo segna un prima e un dopo nel governo Meloni. Se il primo ministro continua a permettere che questo tipo di atti rimangano impuniti, continua ad aprire uno spazio terrificante che era impensabile solo pochi anni fa. La deriva di consacrazione e accettazione del fascismo sta accelerando negli ultimi mesi in tutta Europa, camuffata sotto questioni come l’immigrazione, che viene usata come cavallo di Troia. Ogni diritto umano attaccato in modo irreversibile è un passo verso il fascismo. L’impunità è decisiva per tutta questa evoluzione. Sulle questioni legate all’immigrazione, tutte le politiche dell’Unione Europea e le modalità di investimento delle risorse pubbliche sono porte che si aprono alla xenofobia, al razzismo e alla distruzione dell’uguaglianza e dei valori fondamentali dell’umanità nella nostra società. E lì il fascismo dilaga. Ogni volta che la Meloni suggerisce che gli immigrati che arrivano via mare sulle coste italiane potrebbero morire nel tentativo “perché lo hanno chiesto”, si alimentano manifestazioni come quella di ieri. Il problema è che il dibattito sull’immigrazione si concentra nel farci credere che stiamo parlando di altre persone che non hanno nulla a che fare con noi. Quegli altri che “devono” fuggire e le cui circostanze non saranno mai le nostre. Ma la realtà è che i diritti o vengono costruiti per tutte le persone o distrutti per tutti. Non c’è alcuna sfumatura di grigio che questi discorsi sembrano offrirci. Tutto ciò a cui permettiamo che venga distrutto è l’eredità delle più grandi catastrofi umane europee della storia, ovvero le guerre degli anni 40. Sono stati creati meccanismi e istituzioni per impedire alla follia di alcuni di distruggere selvaggiamente altri. Ma stiamo respingendo tutto questo, e il lupo comincia a mostrare chiaramente le sue fauci, mentre sosteniamo i leader che lasciano che ciò accada, o addirittura lo applaudiamo, ma solo un po’, come se fosse innocuo. I segnali sono chiari, ma non vogliamo vederli. Ieri in diverse chat di WhatsApp è emersa l’indignazione per il trattamento umiliante e addirittura “illegale” subito da un cittadino spagnolo nel Regno Unito. Ha lasciato il paese con i documenti in regola e quando ha voluto tornare, l’hanno intercettata all’aeroporto, l’hanno portata nella sala da dentizione e poi l’hanno riportata a Malaga, da dove veniva. “Come è possibile? Con tutti i documenti corretti?…” Molti di noi si sono chiesti la stessa cosa quando nel giugno 2022 è avvenuto il massacro di Melilla e un centinaio di potenziali richiedenti asilo sono morti sulla recinzione sul versante marocchino. “Come è possibile?” Naturalmente non sono noi, ma a quanto pare lo sono.
Gli ideologi del franchising anti-immigrazione che hanno reso il fascismo di moda nel mondo hanno studiato attentamente tutto e hanno passato anni a raccontare demagoghi che i benpensanti non sono riusciti a rimuovere dal dibattito pubblico. L’ego dei commentatori di sinistra ha aperto la strada al dibattito in cui i fascisti hanno sollevato la questione e altri si sono indignati. Ora abbiamo un’opinione pubblica che pensa che l’immigrazione sia un problema, un’enorme crisi umanitaria in cui puoi solo essere solidale con loro o con la tua famiglia e devi scegliere tra il tuo benessere o quello di un gruppo di immigrati che non hanno nulla da offrire. Vediamo con voi, quando la realtà è che i paesi europei hanno bisogno di milioni di persone per far fronte al declino demografico. La cosa divertente è che quando non avremo più servizi, né pensioni, né diversità, e il modello sarà insostenibile, sarà troppo tardi per sistemare tutta questa merda che ci sta portando verso uno spazio di indubbia distruzione. Esiste una soluzione per questo? Ancora se. È urgentemente necessaria una riflessione sul modello di gestione della migrazione, che includa proposte di cambiamenti giustificati, spiegandone in modo chiaro e semplice i vantaggi. D’altra parte, le narrazioni devono essere cambiate. Le opzioni non fasciste devono invadere nuovamente lo spazio del dibattito con proposte.

Commenti

  1. Ogni giorno si respira l'aria della pochezza culturale propria del fascismo, delle frasi fatte, delle parole altisonanti, delle stupidità che negano il senso della libertà e il sogno del domani. L'altra sera il bravissimo attore nonché cantante, Russel Crowe, neozelandese con qualche nonno di origine italiana, sottolineava il significato e il valore della nostra emigrazione nel mondo e si diceva orgoglioso di avere anche sangue italiano. Mio nonno nel primo quarto del secolo scorso è andato per ben tre volte a New York a fare l'operaio, dando, insieme ad altri centinaia di migliaia di emigranti come lui, un contributo notevole alla crescita della grande mela e degli Stati Uniti in generale. Così nel resto del mondo. Si accetta la globalizzazione e, con essa, la circolazione delle merci ma non delle persone. Soprattutto se il colore della loro pelle è diverso dal nostro e, quando questo accade, prende i sopravvento il razzismo

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