Molise, il luogo dei luoghi

Ciò che oggi viene imbrattato sarà difficile rimuovere domani, e, ciò che oggi viene distrutto non tornerà a vivere domani. Uno spreco enorme di bellezza e di risorse che renderà più povero il futuro di chi lo vivrà e del territorio dove lo vivrà. In pratica sarà la peggiore delle miserie l’eredità lasciata alle nuove generazioni per colpa di chi ha depredato e distrutto, e, anche, per colpa di tutti noi che, per alcuni decenni, abbiamo consumato e, ancora, continuiamo a farlo esaltando sempre più lo spreco. Nel merito delle tante idee sbagliate degli ultimi governi, che hanno assecondato ed esaltato il senso del non limite e del non finito del sistema, e di quelle del governo attuale che sogna il fascismo e la cancellazione della Repubblica nata dalla Resistenza e dalla vittoria della democrazia sulla dittatura, c’è la brillante idea del leghista Calderoli dell’”Autonomia differenziata”, che, di fatto, va a spaccare in due l’Italia (Nord- Centro e Sud –Isole), cosiddetta “ avanzata”, la prima, e “arretrata”, la seconda. Due parole da mettere tra virgolette a significare una contrapposizione a due altre parole, tanto di moda, che suonano male, “sviluppo” e “progresso”, nel momento in cui sono la rappresentazione dei disastri che stanno riducendo a poca cosa l’intero globo, in particolare la nostra amata Italia. I conflitti che stanno infiammando ogni angolo del mondo con milioni di morti e di feriti; distruzioni di ingenti risorse; milioni di profughi, ne sono la dimostrazione, e, i tanti fenomeni, riferiti alla situazione sempre più grave del clima, stanno a dimostrare l’inadeguatezza dei termini sopra riportati. Fenomeni negativi che hanno colpito questo nostro amato Paese, soprattutto là dove si sono affermate, risultando vincenti, le parole “sviluppo” e “progresso”., con l’”arretratezza” che, fino ad oggi, ha pagato un prezzo alto, ma che non sarà più così, se verrà bene utilizzata con le poche, ma fondamentali, risorse rimaste. Una più importante dell’altra, visto che stiamo parlando di aria, acqua potabile, paesaggio, ambiente, cibo, cioè di risorse vitali.
Sto pensando al mio Molise e, anche, a una buona fetta del territorio del Sud e delle isole se chi l’amministra si rende conto della carta vincente che ha nelle mani, il territorio. Quella che costringerà i Calderoli di turno a venire a chiedere, come a piatire: una boccata di ossigeno; un sorso di acqua di sorgente, naturale e potabile; una fetta di pane senza secca tutto (glifosato), ma condita con olio extravergine di oliva, origano e pomodori di ogni tipo; un paesaggio naturale senza cemento ed asfalto; ambienti privi di polveri sottili e corsi d’acqua senza un potente veleno, il pfas, che, dal Piemonte al Veneto, ha già messo a rischio la vita di centinaia di migliaia di persone, soprattutto bambini; insalate degli orti intorno casa; funghi e tartufi di boschi incontaminati. Soprattutto se quelli del Nord “sviluppato” e “progredito” continuano - mentre i ghiacciai delle Alpi si sciolgono e il Po torna a diventare un rigagnolo - a sprecare il proprio territorio con l’idea di realizzare a Milano e d’intorno due nuovi campi di calcio al posto di quello attuale, San Siro; a realizzare nuove autostrade; nuovi capannoni e nuove stalle intensive. Non copiare il Nord è la sola possibilità per il mio Molise e il resto delle regioni meridionali e insulari di riconquistare il ruolo “perso” a cavallo della seconda metà dell’800/primi decenni del ’900. Servono programmi, progetti e strategie da mettere in campo subito, e, per la “farfalla” Molise, un vero e proprio piano di sviluppo in grado di rendere una regione piccola, che ha poco ma tutto, a partire dai suoi 136 territori, più quello di un piccolo pezzo di mare Adriatico, tanti luoghi ancora animati dal “genius loci”, altrove sparito o in via di sparizione. Un compito non facile per i limiti propri di una classe dirigente e politica che pensa a: regalare altra acqua alla vicina Puglia e a non pensare al rifacimento delle condotte e dei depuratori; un’autostrada, dimenticando le strade interne; pali eolici e pannelli solari a terra: azzerare la sanità e non a organizzarla per rilanciarla; a nascondere le sue risorse invece di promuoverle e valorizzarle; rilanciare la sua risorsa primaria, l’agricoltura, così pure la pesca e le foreste per prendere per la gola il turista; creare un ponte ideale con la ricca realtà dei molisani e molisanici in Italia e nel mondo; diffondere cultura e sogni per dare alla farfalla Molise la voglia di volare. In pratica, trasformare la piccola Regione in un vero e proprio laboratorio con i risultati prodotti al servizio del Paese, sapendo che solo ripartendo dai luoghi è possibile combattere il processo avanzato di globalizzazione, che è tanta parte dei disastri che stanno colpendo il pianeta terra. pasqualedilena@gmail.com

Commenti

Post popolari in questo blog

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

La tavola di San Giuseppe