LO SONO

Tutti vogliono continuare a fare tutto quello che hanno fatto fino ad ora, addossando agli altri le responsabilità della situazione climatica che rischia di chiudere definitivamente la speranza di salvare il salvabile che resta con la speranza di essere ancora in tempo. Non c’è da meravigliarsi se a Dubai salta, nella bozza finale del documento definitivo da approvare, il riferimento all’abbandono dei combustibili fossili. E’ solo l’ennesimo tentativo, a partire dalle promesse espresse nel 2015 a Parigi e mai mantenute, di prendersi in giro e prendere in giro il mondo rendendo sempre più vana la speranza nel domani. Tutti sazi e liberi di sorridere al sole e alla luna di Dubai. Tutti inchinati a onorare il dio denaro, che, grazie ai fossili, gode dei suoi successi e, grazie alle perforazioni, fa di Dubai la vetrina più prestigiosa. Tutti continueranno a fare quello che, con la globalizzazione e l’arrivo del neoliberismo, hanno sempre fatto: impoverire la terra distruggendo ogni sua risorsa, a partire da quelle vitali come l’aria, l’acqua, il suolo e la sua fertilità, il cibo, la biodiversità. E tutto per accumulare denaro. Un attacco al cuore della natura con milioni e milioni di morti, di vittime che non segnano più il cielo, gli orizzonti, i mari, i suoli, i paesaggi. Un insieme di crimini, di disastri che rendono potenti, ancor più potenti gli autori e i complici, mai dichiarati per quello che sono. Una dimenticanza che li porta a ripetersi per dimostrare che sono ancora più bravi. Non a caso sempre più governi, anche di Paesi importanti, sono nelle mani delle destre più o meno fasciste, che approfittano delle debolezze delle opposizioni. La più eclatante è quella che non nominano mai il sistema. Un vuoto di memoria che li porta a fare battaglie che non segnano e non segneranno mai la strada alternativa, quella che va in direzione opposta, che ha bisogno della politica per essere percorsa, soprattutto da quella maggioranza che ha smesso di credere nella partecipazione e nella lotta. A dimostrarlo è il silenzio tombale sulle lotte coraggiose delle “Ultime generazioni”, la mancanza di solidarietà nei confronti di giovani che pagano con l’arresto la loro consapevolezza esasperata contro chi sta distruggendo il clima. Una sinistra non sinistra che ricorda la ricerca costante di un posizionamento del centro, cuore e anima della mediazione ad ogni costo. Resta una sola speranza ddi fronte a tanta reverenza e devozione, l’intelligenza artificiale, l’arma nelle mani del sistema, talmente intelligente e talmente artificiale, che, non avendo segni di servilismo e di riconoscenza, deciderà la fine di chi, avendola nelle mani, la userà imponendo scelte molto precise, a partire dalla fine di un consumismo esasperato con l’uso moderato delle risorse, il riciclo delle stesse e la sostenibilità ambientale.

Commenti

  1. Il problema è attualmente non risolvibile: tutti ci girano intorno. Affamati, drogati di energia le differenze nelle strategie consistono in come procurarsene in modo diverso. Comunque la si giri, si tratta quasi sempre di trarla dalla Terra, a parte la poca eolica ecc..che pure costa danni all'ambiente. Nessuno sogna di proporre di ridurre il consumo di energia, unica vera soluzione. Ci siamo troppo abituati alla tecnologia che ci fornisce comodità che prima erano ritenute un lusso e che ora riteniamo necessarie. La nostra vita è divenuta più facile per meno lavoro, più disponibilità di mezzi ai quali non sappiamo rinunciare. Potremmo almeno ridurre il consumo di energia: troppi aerei, troppe navi di crociera, troppe luci, troppo traffico, spreco alimentare. Tutto questo, ovviamente, soprattutto per una minoranza mondiale che tuttavia inquina anche per la maggioranza povera. Siamo schiavi illudendoci di essere liberi come i leoni in gabbia ben nutriti senza bisogno di caccia. Non serve nemmeno far notare che con tutto questo lusso, con tutti i diritti acquisiti (ma non tutti sono veri diritti: la libertà di fare tutto quello che si vuole non è un diritto) siamo più infelici di ieri quando non avevamo a disposizione tutti i beni e i ritrovati moderni i quali sono come l'acqua di mare: non dissetano anzi aumentano la sete. L'illusione di potenza ci illude anche di essere indipendenti perciò possiamo isolarci dagli altri. Ci siamo chiusi dentro noi stessi, incapaci anche di discutere e di ascoltare gli altri: basta vedere uno dei tanti show nei quali ognuno grida a sé stesso, ognuno col suo gridare vuole tappare la voce degli altri, ognuno è sicuro di ciò che afferma e non tollera le idee diverse. Ieri ero a lavorare: è venuta a mancare la luce. Siamo rimasti per un'ora paralizzati, la luce spenta i computer spenti. Tutto paralizzato magari per un semplice contatto. Non avvertiamo la nostra grande fragilità ma la sentiamo nel nostro inconscio perciò siamo insicuri, sospettosi. Il nostro essere animali sociali è deformato. Più egoisti, più illusi di fare a meno degli altri. Basta avere il frigorifero pieno (ma se va via la corrente...), la macchina nuova, l'ultimo modello di telefonino (quanta schiavitù per trarre gli elementi dalle terre rare scavate dagli schiavi, dai bambini). Non più marito e moglie e figli ma una piccola società di amici nella quale ognuno è libero. Le nostre generazioni hanno colpe tra i tanti meriti (diritto di famiglia, regole del lavoro, divorzio ecc..), hanno creato un futuro che non promette nulla di buono. Tutto questo e molto altro, importa poco. I petrolieri comandano, la finanza dà ordini ai politici, la tv e i social defornano l'opinione pubblica, la scuola non forma. In questo marasma del mondo, il nostro Paese così stupendo è un coccio di creta fragile che finge di accogliere ma alleva un popolo che non ama alcuna regola e ognuno prende come può. Siamo ubriachi di energia e non disposti a ridurla. Il resto è nel migliore dei casi un falso rimedio. Forse l'uomo deve arrivare all'estremo per rendersi conto della necessità di cambiare, deve ferirsi gravemente. Non semrpe le ferite guariscono. Nicola Picchione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ---siamo ubriachi di energia e non disposti a ridurla....Infatti nessuno, neanche il più rivoluzionario degli anni '70/80 parla di ridurre il consumismo, l'anima e il corpo del neoliberismo. nessuno chiama per nome i responsabili di guerre, disastri. Sono criminali e nessuno li vuole riconoscere tali. In mancanza di obiettivi viene meno anche la lotta, essenziale per il cambiamento, e la voglia di mettere insieme un mondo nuovo. Grazie Nicola.

      Elimina
  2. E si permettono di criticare chi dice che fanno solo blablabla?
    Gli scienziati credono che dando ai politici molti dati privi di contenuto sociale questi possano capirli, i politici e gli industriali credono fermamente nel più becero capitalismo e finanziano i negazionisti e i giovani poverini stanno aspettando che la Terra bruci
    Vittorio de Cosmo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. un tempo si diceva "t'ènne date u papagnòne". Ciao Vittorio

      Elimina
  3. I colloqui sul clima della Coop28 a Dubai si sono conclusi con un “accordo storico” che ha visto per la prima volta i paesi sottoscrittori prendere un impegno a ridurre tutti i combustibili fossili entro il 2050.
    Alla fine si alzarono tutti in piedi, sorridendo, battendo le mani, ma il tempo non aspetta il 2050, la terra brucia, l’agricoltura è in serio pericolo, le inondazioni sono sempre più frequenti e disastrose, i ghiacciai si sciolgono, mareggiate sempre più distruttive, le strade montane franano, paesi isolati, città allagate, prolungate e insopportabili ondate di calore, con tutto ciò che accade occorre proprio aspettare il 2050?
    Che dire poi degli scienziati negazionisti che insistono nel negare l’evidenza, l’esistenza del cambiamento climatico?
    Nicola D’Ambrosio

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Un pericoloso salto all'indietro dell'agricoltura

Nel 2017 il mondo ha perso un’area di foreste grande quanto l’Italia. L’indagine di Global forest watch

La tavola di San Giuseppe