Parco Regionale dell'Olivo di Venafro. Ancora silenzio dalla Regione

di Antonio Sorbo - 18.11.2023
Molti non sanno e pochi ricordano che nel gennaio del 2018 il Comune di Venafro ha ottenuto un importante riconoscimento: il suo territorio, nello specifico quello del Parco Regionale dell'Olivo, è stato inserito nel Registro Nazionale dei Paesaggi Storici Rurali istituito dall'allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Il Parco dell'Olivo è stato uno dei primi cinque siti olivetati italiani ad essere inserito in questo speciale registro. E' stato un risultato che è costato fatica ed impegno e che si è raggiunto grazie alla collaborazione e alla sinergia tra l'Amministrazione comunale di Venafro, che allora mi onoravo di guidare come sindaco, e l'Ente Parco Regionale dell'Olivo guidato dall'amico presidente Emilio Pesino. Insieme, grazie ad una convenzione con l'Università di Firenze che fu possibile attivare in virtù dell'appartenenza di entrambi gli enti all'Associazione Nazionale Città dell'Olio (di cui all'epoca ero vicepresidente nazionale) e che curò materialmente il dossier, presentammo nel 2017 la candidatura al Ministero. Fu un lavoro duro perché il dossier non era certo di semplice redazione e composizione. Fu fondamentale il contributo di alcuni professionisti locali, come il prof. Nando Alterio, e furono necessari vari passaggi. Molte candidature furono bocciate, quella avanzata da noi invece fu accolta. E così nel mese di febbraio del 2018 a Roma, presso la sede del Ministero, ricevemmo il prestigioso riconoscimento. Il dossier, approvato con plauso dalla commissione tecnica del Ministero, è consultabile e scaricabile dal sito del Comune di Venafro al seguente link: https://old.comune.venafro.is.it/.../Dossier_Venafro.pdf Ricordo che quella mattina le delegazioni degli altri quattro siti olivetati italiani furono accompagnate dai vertici delle rispettive regioni. Per il sito di Assisi era presente l'assessore regionale all'Agricoltura dell'Umbria. Noi andammo praticamente da soli. Solo all'ultimo momento, e più per sua volontà che per volontà dei vertici politici regionali dell'epoca, si aggregò la dottoressa Nicolina Del Bianco, dirigente della Regione Molise. Le Regioni - le altre Regioni - erano molto interessate perché questo riconoscimento rappresentava e rappresenta un'importante opportunità per i rispettivi territori. Per esempio nelle altre regioni, su sollecitazione del Ministero, nei Piani Agricoli Regionali e nei Piani di Sviluppo, hanno previsto finanziamenti e misure ad hoc per i paesaggi storici rurali. Il Registro nazionale dei Paesaggi Storici e rurali prevede azioni mirate su questi territori riconosciuti, da parte delle Regioni, e affranca una proiezione internazionale degli stessi, visto che solo i paesaggi rurali storici iscritti possono essere canditati all'UNESCO o ancora come siti GIAHS, lo specifico programma della FAO dedicato alla tutela e alla conservazione dell'agricoltura tradizionale e dei suoi paesaggi, nel mondo. D'altronde il Ministero aveva chiaro l'obiettivo da perseguire. Il ministro in persona spiegava che "il ruolo dei paesaggi rurali storici non è solo legato alla loro specifica importanza, ma andrà ad essere fautore di modelli di conservazione, esportabili in altre realtà, indispensabili per la tutela di attività agricole in via di estinzione. Questo è l'obiettivo del MIPAAF, potendo contare su un patrimonio italiano di biodiversità colturale unico". I paesaggi rurali storici non sono da considerare come un monumento o un centro storico da preservare con cartelli o vincoli, ma territori in cui è necessario sostenere le condizioni economiche dei contadini per non farli abbandonare, grazie a politiche agricole comunitarie. Il vantaggio principale del Registro è difatti quello di veicolare fondi europei per mantenere tali pratiche di coltivazione tradizionali. Investire in termini di progettazione e programmazione su questi siti significa avere maggiori opportunità di intercettare fondi comunitari, di sviluppare un turismo "a tema" che unisca la particolarità rurale del territorio alle sue caratteristiche ambientali, storiche ed economiche aprendo quindi molte possibilità per uno sviluppo sostenibile. Inoltre per i siti inseriti nel Registro, è allo studio un marchio di qualità per i prodotti tipici del territorio da parte di ISMEA.
Per cogliere queste opportunità è necessario che la Regione Molise si renda parte attiva di questo processo. Ma purtroppo, a distanza di oltre cinque anni, la Regione Molise, prima con il governo Frattura, poi con quello guidato da Toma ovviamente con i rispettivi assessori all'agricoltura, non ha preso alcuna iniziativa. Anzi, quando vi fu l'iscrizione del territorio venafrano nel Registro Nazionale, il Ministero scrisse alla Regione Molise (come aveva fatto con le altre quattro regioni interessate) raccomandando di adottare nei propri piani di sviluppo misure specifiche per la valorizzazione di questo sito, Ovviamente il Ministero non ricevette alcuna risposta. E la latitanza della Regione fu stigmatizzata da tutto il consiglio di amministrazione del Parco dell'Olivo di Venafro in un comunicato stampa che affermava testualmente: "C'è da registrare, in merito, il mancato interesse del Presidente della Giunta regionale Frattura e dell'Assessore Facciolla che hanno perso l'ennesima occasione, dinanzi ad un riconoscimento di caratura nazionale (parliamo di appena 10 paesaggi riconosciuti) per esprimere un assenso, una soddisfazione anche di facciata, trattandosi dell'unico paesaggio regionale riconosciuto. È l'ennesimo affronto alla millenaria storia di questa città, che Venafro non merita. All'indomani del 10 gennaio u.s. (ndr 2018), allorquando l'Osservatorio nazionale del Paesaggio decise all'unanimità di accogliere la candidatura del Parco e di altre aree, si levarono voci entusiastiche da parte dei rappresentanti politici regionali di queste ultime, attraverso comunicati stampa e manifestazioni. Dalla Giunta regionale del Molise un imbarazzante silenzio." Silenzio che è continuato in tutti questi anni. Un silenzio che ha caratterizzato tutte le forze politiche, di destra e di sinistra. Nel frattempo la realtà dei Paesaggi Storici Rurali è cresciuta, tanto che è nata una rete che ha dato vita all'Associazione Nazionale Paesaggi Rurali di Interesse Storico (ANPRIS), di cui Venafro è parte importante, che sta continuando a lavorare nonostante tutto. Cinque anni fa abbiamo regalato non solo a Venafro ma all'intera Regione Molise una grande opportunità che fino ad oggi non è stata sfruttata. Ma è necessario non arrendersi, continuare a tenere accesi i riflettori su questa tematica per farne capire l'importanza e le grandi potenzialità. Per questo motivo l'associazione "Città Nuova", nell'ambito del Festival d'Autunno, che si terrà a Venafro in piazza Portanuova il 18 e 19 novembre p.v., ha organizzato un convegno su questo tema. Il convegno si terrà alle ore 11 di domenica 19 novembre in piazza Portanuova (in caso di pioggia si svolgerà alla Palazzina Liberty), con la partecipazione di esperti come Emilio Pesino, presidente del Parco Regionale dell'Olivo e membro del Consiglio Nazionale del
l'ANPRIS, Nando Alterio, agronomo e storico dell'agricoltura, Ernesto Migliori, agrotecnico della Regione Lazio e membro del Consiglio nazionale dell'ANPRIS, e Cesareo Troia, vicepresidente nazionale dell'Associazione Città dell'Olio ed assessore alle radici del Comune di Andria. Il convegno ha il patrocinio dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, del Comune di Venafro e del Parco Regionale dell'Olivo. Vi invito a non mancare. Essere informati aiuta ad essere cittadini partecipi ed attivi. E a non disperdere il patrimonio di conoscenza, di conquiste, di prospettive che è stato creato negli anni passati.

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