Sciopero per il clima con i Fridays For Future

Venerdì 6 ottobre si terrà lo sciopero globale per il clima promosso da Fridays For Future e che vedrà lo svolgimento di varie manifestazioni nelle principali piazze d’Italia. A Roma ci troveremo alle 9.00 davanti a Santa Maria degli Angeli in Piazza della Repubblica.
Sabato 7 ottobre: Manifestazione CGIL Sabato 7 ottobre si terrà a Roma la manifestazione nazionale sul lavoro “La via maestra – insieme per la Costituzione”, organizzata dalla CGIL e da più di 100 associazioni e reti civiche e a cui Europa Verde e AVS hanno dato la propria adesione. Punto di incontro alle 12.30 all'inizio di Via delle Terme di Diocleziano (qui la posizione precisa).-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Vergogna Europa------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Dalla visita di Von der Layen a Lampedusa ci saremmo aspettati uno scatto di umanità e orgoglio. Abbiamo visto solo meschino calcolo politico sulla pelle di alcune migliaia di persone.-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- di Cinzia Sciuto 18 Settembre 2023 MICROMEGA del 3 Ottobre
In queste ore drammatiche per le migliaia di persone sbarcate a Lampedusa l’Europa sta dando il peggio di sé, mostrando non solo meschinità umana ma anche profonda incapacità politica. Da Meloni a Von der Layen passando per Macron è tutto un rincorrersi per scaricare il fardello di alcune migliaia di persone che il dittatore tunisino Sayed ha deciso di usare come strumento di pressione politica, esattamente come a suo tempo fece Erdoğan con le migliaia di siriani bloccati alla frontiera con l’Austria. Dalla presidente della Commissione europea in visita a Lampedusa ci saremmo aspettati uno scatto di umanità e orgoglio, un “wir schaffen das” europeo che porgesse la mano a quella disperata umanità che si affolla sui barconi perché quella stessa Europa non consente loro di arrivare in sicurezza, fornendo ai dittatori dei Paesi di transito ottime armi di ricatto. E invece abbiamo solo avuto piccolo cabotaggio politico, un meschino “do ut des” in vista delle europee e del rinnovo della Commissione. Un calcolo politico di bassissima lega che sarebbe ridicolo se non si giocasse sulla pelle di persone in carne e ossa. Pelle evidentemente del colore sbagliato. Perché è innegabile che è lì, sulle sponde del Mediterraneo, su quella che Du Bois chiama “la linea del colore”, che oggi si gioca la partita fra la vita e la morte. E non veniteci a parlare di realismo, non veniteci a dire che “non possiamo accoglierli tutti”. In queste ore i politici europei si stanno comportando come gli occupanti di una nave da crociera che ributtano a mare dei naufraghi perché non c’è abbastanza posto sui loro divanetti di pelle. Non siamo disposti a sacrificare il nostro senso di appartenenza a un unico destino umano sull’altare di un presunto realismo politico, che di realistico peraltro non ha nulla, mentre ha tutto di cinico. Realistico, e umano, sarebbe aprire corridoi umanitari per i Paesi da cui provengono la maggior parte dei migranti; realistico, e umano, sarebbe modificare e liberalizzare la politica dei visti; realistico, e umano, sarebbe garantire a chiunque arrivi percorsi di integrazione che consentano loro di inserirsi velocemente nella società e tornare ad avere una vita degna di questo nome; realistico, e umano, sarebbe ripristinare il sistema di accoglienza diffuso e modificare il regolamento di Dublino; (diversi anni fa, sul numero 7/2011 di MicroMega, pubblicammo un dettagliato “programma sull’immigrazione” proprio per mostrare che un approccio accogliente e solidale non è affatto irrealistico). Non c’è sedicente realismo politico che possa convincerci che l’Europa non sia in grado di accogliere con rispetto e umanità i nostri simili, da cui ci separa solo una sottile linea del colore. Abbonati a MicroMega In queste ore drammatiche per le migliaia di persone sbarcate a Lampedusa l’Europa sta dando il peggio di sé, mostrando non solo meschinità umana ma anche profonda incapacità politica. Da Meloni a Von der Layen passando per Macron è tutto un rincorrersi per scaricare il fardello di alcune migliaia di persone che il dittatore tunisino Sayed ha deciso di usare come strumento di pressione politica, esattamente come a suo tempo fece Erdoğan con le migliaia di siriani bloccati alla frontiera con l’Austria. Dalla presidente della Commissione europea in visita a Lampedusa ci saremmo aspettati uno scatto di umanità e orgoglio, un “wir schaffen das” europeo che porgesse la mano a quella disperata umanità che si affolla sui barconi perché quella stessa Europa non consente loro di arrivare in sicurezza, fornendo ai dittatori dei Paesi di transito ottime armi di ricatto. E invece abbiamo solo avuto piccolo cabotaggio politico, un meschino “do ut des” in vista delle europee e del rinnovo della Commissione. Un calcolo politico di bassissima lega che sarebbe ridicolo se non si giocasse sulla pelle di persone in carne e ossa. Pelle evidentemente del colore sbagliato. Perché è innegabile che è lì, sulle sponde del Mediterraneo, su quella che Du Bois chiama “la linea del colore”, che oggi si gioca la partita fra la vita e la morte. E non veniteci a parlare di realismo, non veniteci a dire che “non possiamo accoglierli tutti”. In queste ore i politici europei si stanno comportando come gli occupanti di una nave da crociera che ributtano a mare dei naufraghi perché non c’è abbastanza posto sui loro divanetti di pelle. Non siamo disposti a sacrificare il nostro senso di appartenenza a un unico destino umano sull’altare di un presunto realismo politico, che di realistico peraltro non ha nulla, mentre ha tutto di cinico. Realistico, e umano, sarebbe aprire corridoi umanitari per i Paesi da cui provengono la maggior parte dei migranti; realistico, e umano, sarebbe modificare e liberalizzare la politica dei visti; realistico, e umano, sarebbe garantire a chiunque arrivi percorsi di integrazione che consentano loro di inserirsi velocemente nella società e tornare ad avere una vita degna di questo nome; realistico, e umano, sarebbe ripristinare il sistema di accoglienza diffuso e modificare il regolamento di Dublino; (diversi anni fa, sul numero 7/2011 di MicroMega, pubblicammo un dettagliato “programma sull’immigrazione” proprio per mostrare che un approccio accogliente e solidale non è affatto irrealistico). Non c’è sedicente realismo politico che possa convincerci che l’Europa non sia in grado di accogliere con rispetto e umanità i nostri simili, da cui ci separa solo una sottile linea del colore.----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Abbonati a MicroMega

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