_in Piemonte obbligatorio coltivare nei terreni di pregio

Una notizia da commentare che spiega bene il lavaggio di cervello di un sistema abile a farlo. Il neoliberismo del consumismo a ogni costo di energia all'insegna, dicono, della sostenibilità. Ma quale sostenibilità nel momento in cui azioni che il materiale delle pale eoliche e degli stessi pannelli solari proviene da perforazioni e miniere, cioè da azioni dell'uomo che producono i veleni che hanno ammalato il clima mettendo a rischio l'oggi e, ancor più, il domani. E la chiamano sostenibilità! Le organizzazioni agricole, al pari di quelle ambientali, hanno dimostrato ancora una volta che non contano proprio nel momento in cui c'è da far valere l'energia vitale, qual è il cibo. Altro che rinnovabile quella del fotovoltaico o dei generatori che utilizzano il vento! Parlano di pieno "ripristin agricolo dello stato dei luoghi", nel momento in cui è necessario intervenire e preoccuparsi della "reversibilità della struttura dedicata alla produzione di energia pulita". Non parlano dello smaltimento di pali e pale dalle forme sempre più gigantesche, ma dei terreni per riportali a essere di nuovo disponibili per fare agricoltura! Non sanno che nel frattempo i coltivatori non ci saranno più, che i terreni inteeressati da impianti fotovoltaici sono definitivamente non più coltivabili, trafitti come sono da cubi di calcestruzzo di 50 e più metri cubi oltre che da strade e materiali difficili da rimuovere. Persone elette che ignorano, non sanno, capaci solo di eseguire e respirare l'aria del momento, quella inquinata dal denaro. Povero Piemonte,! Povera Italia! Povero globo!
Solo agrivoltaico nelle aree dedicate a DOP IGP Fotovoltaico nei campi meno fertili e pregiati. Nelle aree dedicate alle coltivazioni DOP, GP, DOC e DOCG ci sono più limiti: è consentito solo l’agrivoltaico. Questa la scelta della Regione Piemonte, le associazioni degli imprenditori agricoli chiedono però norme più severe, che si legge nella delibera approvata il 31 luglio scorso. Mantenere la produzione agricola La delibera della giunta regionale esprime chiaramente la filosofia del governo locale: “Nelle aree ritenute di elevato interesse agronomico occorre evitare qualsiasi intervento che non consenta, almeno in parte, il mantenimento della produzione agricola”. Insomma la soluzione è l’agrivoltaico a sviluppo verticale che permette di far condividere i due settori economici. Senza dimenticare la reversibilità della struttura dedicata alla produzione di energia pulita: “Al termine del ciclo di vita dell’impianto fotovoltaico” si deve assicurare “il pieno ripristino agricolo dello stato dei luoghi”. Più nel dettaglio nelle aree dedicate alle produzioni con bollino e disciplinare, ma pure nei “terreni agricoli e naturali ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo”, è consentito solo “l’installazione di impianti fotovoltaici di tipo agrivoltaico“. Chiaro e tondo. […] Fonte: Myfruit.it

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